“La Cappa” viaggio al termine della notte dell’umanità. Intervista a Marcello Veneziani

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Nel suo ultimo saggio La cappa. Per una critica del presente (ed. MARSILIO), Marcello Veneziani compie la più feroce disamina della società della fine della storia, rovesciandone gli idoli e svelando gli appetiti che mascherano, i rapporti di forza che si nascondo dietro le follie del presente. Un viaggio al termine della notte dell’umanità, tra i sogni della ragione e gli incubi della tecnica, i desideri di immortalità dell’uomo proteico, senza confini, senza identità, sradicato ed errante, e la volontà di autodissoluzione dell’Occidente ossessionato dal peccato originale dell’aver fatto parte di una Civiltà. Un saggio che svela il vangelo della nuova umanità bioliberista, che alla fede nel Bene ha preferito il fanatismo dei Buoni, al senso della comunità l’isolamento solitario di un mondo interconnesso ma dissociato, che ha trasformato la morte nell’ultimo vero tabù di una società di ultimi uomini, sfruttando non l’autorità bensì l’isteria come forma di governo. Un testo straordinario in cui alla nausea dell’immersione nella contemporaneità si alterna la promessa di un futuro che per ognuno di noi si chiama destino e tradizione. Abbiamo intervistato Marcello Veneziani, per poter approfondire i temi della sua ultima fatica letteraria “La Cappa”, un testo ribelle e scomodo.

Che cos’è la Cappa e come condiziona le nostre vite?

La Cappa è quella coltre invisibile che ci opprime, ci uniforma, soffoca le differenze e ci impedisce di vedere il cielo. È come se tante nuvole sparse, ciascuna con una sua storia e una sua provenienza – sanitaria, securitaria, culturale, storica, ideologica, economica, giudiziaria, militare – si condensassero in una cappa compatta.

Come il politicamente corretto sta stravolgendo la nostra società diventando la morale dell’odierno?

Il politically correct sostituisce la realtà col canone. E’ un moralismo in assenza di morale, un bigottismo in assenza di religione, un antifascismo in assenza di fascismo. Si abbatte su molti ambiti: il sesso è uno di questi. È in atto una guerra civile dei sessi, fondata sulla negazione delle differenze. Curiosamente la società della liberazione sessuale è diventata la società della castrazione puritana in chiave femminista o lgbtq+.

Fa più scandalo un prodotto OGM o l’uomo geneticamente modificato?

Sostengo da tempo che per la follia della nostra società guidata dalle ideologie fluide dominanti, una carota geneticamente modificata è considerata un male, mentre un uomo geneticamente modificato va esaltato per la sua libertà e la sua volontà di mutare.

Molti filosofi hanno cercato, da Spengler in poi, di rappresentare il tramonto dell’Occidente, tramite la diagnosi del nichilismo e ritratti della decadenza. Secondo lei ci sono dei rimedi degli antidoti o almeno dei palliativi per l’umanità al culmine della disperazione?

Non esistono soluzioni né rivoluzioni, ma predisposizioni e spiragli. E’ importante che si affili la spada dell’intelligenza per dare l’assalto al cielo; ma questa volta non per buttar giù gli dei, come nel passato, ma per sgombrare il cielo dalla cappa.

Che cosa intende per Bioliberismo?

E’ il liberismo applicato alla sfera biologica. Vivi come vuoi e muori quando vuoi, sopprimi una vita se complica la tua, usa pure droghe leggere e non solo. Quel che contano sono i desideri e il suo libero mercato. Il paradosso della nostra epoca è che al bioliberismo nella sfera privata e biologica fa riscontro un regime di controllo e sorveglianza come mai era accaduto. Liberi di farsi e disfarsi, ma all’interno della Cappa.

Progetti per il futuro?

Tra i miei progetti, è pronto da tempo un libro di aforismi in cui confluiranno anche i cento pensieri di Centaura