Nomadelfia: gli scatti di Enrico Genovesi, un reportage di impatto emotivo

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Children inside the school bus. - The care of orphan children and children, the response to the social emergency of abandonment between the two wars, represent the first spark that gave birth to Nomadelfia. Today this phenomenon is less extensive, but it still exists, in more complex forms. Nomadelfia is still active in hospitality, in the legal form of foster care.

Una sottile linea di dignità che tiene fuori le classifiche dove è perdente chiunque non sia arrivato primo. Dentro, migliaia di vittorie a pari merito. Fuori la catechesi dei maestri, che chi non ha talento insegna. Dentro la lezione dei testimoni. Un esempio di efficienza, di organizzazione, una macchina da pace di operatività dove, per lo straordinario sforzo di chi contribuisce, finisce che il valore del risultato sia di gran lunga superiore alla somma degli addendi. Un microcosmo così distante da apparirci vicino, le cui differenze risiedono nella mutualità dei rapporti umani. Condivisione, accoglienza, rifiuto del denaro sono i punti di forza di Nomadelfia, una piccola realtà di 300 abitanti che segue regole per la maggior parte distanti dalla società che la circonda. Il nome stesso lo dice: unisce i termini greci nomos adelphia e significa “Dove la fraternità è legge”. Per lo Stato è un’associazione civile organizzata sotto forma di cooperativa di lavoro; per la Chiesa è una parrocchia e un’associazione privata tra fedeli. Di questa comunità è stato ripetutamente ospite per quattro anni il fotografo Enrico Genovesi, che ne ha raccontato la quotidianità e gli aspetti più intimi in una serie di scatti in bianco e nero raccolti nel libro “Nomadelfia, Un’oasi di fraternità” pubblicato dall’editore Crowdbooks, da un progetto a lungo termine che esplora tematiche dai valori profondi quali famiglia, accoglienza, fede, sobrietà, giustizia e fraternità. 

Storie di vita quotidiana di alcune delle 300 persone che oggi popolano la comunità di Nomadelfia, una piccola realtà fondata originariamente nel 1948 nell’ex campo di concentramento di Fossoli (MO) da don Zeno Saltini, con lo scopo di dare un papà e una mamma ai bambini abbandonati, Genovesi racconta in maniera discreta, sensibile e profonda, il loro straordinario modello di vita. Dopo varie vicissitudini, il piccolo popolo comunitario che la compone si è stabilizzato su un’area di 4 km alle porte di Grosseto in Toscana. Dispone di una sua Costituzione che si basa sul Vangelo ed è estremamente dedito all’accoglienza. Una narrazione fotografica diventata una concreta testimonianza dell’esistenza di un vissuto collettivo in piedi grazie a uno spirito di collaborazione granitico, un sentimento di solidarietà fortissimo su cui si basa la tenuta della comunità. Una rivoluzione anche del concetto classico di nucleo familiare dove gli ambienti sono tutti di condivisione e si vive in una sorta di famiglia allargata. La gran parte delle fotografie sono dedicate ai bambini e agli adolescenti, figli naturali delle coppie che risiedono a Nomadelfia ma non solo. Non c’è differenza infatti tra figli naturali e in affido. Nelle foto come nelle realtà tutti vivono insieme, le immagini scorrono con lo stesso ritmo della comunità, frame che portano ad interrogarsi sul senso della vita. Un viaggio interiore che mostra, fotografia dopo fotografia, il possibile di mondi altri a cui apparteniamo anche se distanti, dove “ognuno cresce se sa essere insieme bosco e giardino, immaginazione e rispetto dei vicini” come scrive il poeta Franco Arminio, uno degli autori dei contributi testuali del libro, insieme alla photo editor Giovanna Calvenzi e al sociologo Sergio Manghi.

Enrico Genovesi vive a Cecina, in Toscana. Fotografa dal 1984 dedicandosi prevalentemente al reportage a sfondo sociale su storie italiane. Le sue immagini sono state pubblicate su vari magazine. Ha realizzato libri fotografici per conto di istituzioni private ed enti pubblici: Ministero della Giustizia, Asl, partenariati con la Comunità Europea. Negli anni ha collaborato con l’agenzia Grazia Neri. Fino al 2012 è stato rappresentato da Emblema Photoagency. Con questo lavoro fotografico ha ricevuto molte affermazioni in importanti premi internazionali.

“Quattro anni fa ho iniziato a raccontare Nomadelfia, una comunità in Toscana basata su un progetto di vita straordinario, unico nel suo genere, che vive ormai da oltre 70 anni. Durante questo periodo ho avuto il privilegio di entrare in contatto con i vari membri della comunità che è, di fatto, una famiglia di famiglie, li ho fotografati nella quotidianità e ho preso parte al loro intenso vissuto relazionale. Mi ha colpito la loro pace interiore e il vivere con esemplare fraternità, ho cercato di raccontare questa storia in maniera profonda e libera da ogni stereotipo”

Genovesi parteciperà il prossimo week end, 29/30 gennaio, al primo evento del format organizzato da Photographers.it e il Fotografo, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Fotografia di Milano e con il supporto tecnico di Hangar fotografico. L’evento si focalizza sul libro fotografico d’autore, con una programmazione che consente di presentare progetti editoriali autoriali nuovi. La presentazione di Nomadelfia, direttamente dalla voce del suo autore, è prevista per domenica 30 gennaio alle 14.30.