La regista Janet De Nardis presto sul set di “Good Vibes”:”Auguro alle donne di essere forti e inarrestabili”

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Artista poliedrica, autrice e presentatrice televisiva, giornalista e ultimamente anche regista di successo. Janet De Nardis è la  fondatrice e direttore del Digital Media Fest (fino al 2018 direttore del Roma Web Fest), il festival internazionale di prodotti audiovisivi webnativi. Da anni, ha messo al servizio del mondo del web e delle nuove frontiere che esso ha aperto, la sua alta competenza culturale e imprenditoriale. É stata la prima in Italia a creare una rassegna dedicata ai prodotti digitali, intuendo che fosse arrivato, finalmente, il momento di riconoscergli la stessa dignità dei prodotti cinematografici e televisivi. Docente universitaria del primo corso di “Webserie e prodotti multimediali” e del Master in Fashion Studies presso l’Università La Sapienza di Roma (dove insegna “fashion film”), ha collaborato con il Master in “Media entertainment” presso la Link University. E’ responsabile della sezione dedicata ai “Filmmakers” presso il CNA. Nel 2020 è stata autrice, regista e responsabile della comunicazione della campagna di Educazione finanziaria “ Obiettivo Economia” per Banca d’Italia con protagoniste alcune delle star più amate del web. Sempre nello stesso anno è stata regista e creative director della campagna contro la discriminazione razziale realizzata per Stella Jean, sotto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Infine, ha firmato “Punto di rottura”, cortometraggio vincitore del Premio del pubblico a Cortinametraggio, Miglior Regia al Siena Film Festival, miglior corto internazionale al Seul Web Feste di molti altri premi. A gennaio 2021 il film “Good Vibes” di cui Janet è autrice insieme a Mirko Virgili e Ersilia Cacace, è tra i vincitori dei selettivi MIC, e nel 2022 sarà sul set per dirigire il suo primo lungometraggio in co-produzione Italia/Austria.  

Il Digital Media Fest, il festival dell’audiovisivo online, da lei creato e diretto dal 2013 si è appena concluso, un bilancio delle ultime due edizioni che si sono svolte in tempo di pandemia?

Nel 2013, quando ho fondato il primo festival d me diretto (il Roma Web Fest) era un’epoca completamente diversa, con prospettive e necessità molto lontane da quelle che oggi percepiamo come prioritarie. Con il Digital Media Fest non ho più bisogno di creare le basi per un riconoscimento di valore del prodotto webnativo, mentre lavoro incessantemente per scoprire tendenze e scenari creativi sul nascere, oltre che mantenere una linea privilegiata per il racconto dei più giovani o comunque di tutti quelli che operano fuori dai percorsi tradizionali. Con la pandemia lo sforzo più grande è stato il mantenere vivo l’interesse di sponsor e istituzioni, ma anche di tutto il mercato audiovisivo sui giovani talenti, per permettere di continuare a produrre idee fuori dagli schemi. Soni felice del risultato e credoche dopo avere affrontato anni così difficili, con ottimi risultati, non ci faremo spaventare più da nulla.

“Punto di rottura”, il cortometraggio da lei scritto e diretto ha vinto in questi anni numerosi premi. Si aspettava un successo del genere?

Onestamente no. Quando si inizia a lavorare su un progetto artistico, nella maggior parte dei casi, per gli autori è più che altro un’esigenza espressiva che soddisfa a prescindere dai riconoscimenti. Ovviamente, leggere l’emozione sul volto del pubblico, realizzare che il proprio messaggio arriva a destinazione e sentire riconosciuto il proprio lavoro, mi ha permesso di trovare l’ispirazione per continuare a scrivere e a lavorare sui miei progetti. Oltretutto, in “Punto di rottura”, io e Marco Passiglia siamo stati certamente visionari… Abbiamo in qualche modo predetto la pandemia e i suoi effetti, ma soprattutto i suoi retroscena. A volte la creatività serve a dire quello che sentiamo e temiamo, ma a cui non riusciamo a dare voce, anticipando fatti che sembrano incredibili.


Presto sarà sul set del suo primo lungometraggio “Good Vibes”, come nasce l’idea di questo film?

Nasce da Mirko Virgili, che un giorno, di diversi anni fa, mi propose di lavorare insieme alla scrittura di un’idea che nel tempo si è trasformata varie volte, ma che alla fine mi ha condotto ad un film che amo già molto, perchè pur dovendo ancora iniziare le riprese, io l’ho già visto infinite volte.

Come è arrivata alla scelta del titolo “Good Vibes”?

Così, di getto… Mirko Virgili, io ed Ersilia Cacace (siamo tre autori), abbiamo lavorato sempre a distanza per lunghe ore, a qualsiasi ora. E’ stato molto stimolante e devo dire che alla fine siamo riusciti a creare un’intesa che ci ha portato alla costruzione di una storia di cui vado orgogliosa, il cui titolo è un ironizzare sul destino che incombe su chi si fa trascinare dalla spirale dell’esaltazione!

Dopo l’esperienza con “Punto di Rottura”, quale pensa sia la caratteristica che la contraddistingue come regista?

Domanda difficile e prematura… Per rispondere al meglio, credo e spero che il mio percorso possa essere lungo. Forse un giorno lo farò grazie a critiche ed elogi di un pubblico che spero possa trovare ispirazione, conforto o semplicemente emozionarsi nei miei racconti.


Nel cinema, secondo lei, le donne stanno raggiungendo la parità?

Temo che la parità, nel cinema come in ogni altro luogo sia ancora lontana. Forse anche a causa delle donne che hanno rinunciato a difendere la propria natura, le peculiarità che ci rendono donne, in cambio di un’asessualità che dovrebbe garantire gli stessi diritti. Sono fermamente convinta che uomini e donne siano profondamente diversi nel modo di sentire ed esprimersi. Questa diversità dovrebbe essere la garanzia per avere tutti le stesse opportunità perché di volta in volta, visioni e approcci distinti permettono di rendere migliore ogni gestione, ogni realtà. Nel cinema, l’avanzare della tecnologia consente alle donne di intraprendere mestieri come il direttore della fotografia che prima era quasi proibitivo per una questione di forza fisica. Ora, in tal senso, possiamo scegliere liberamente, ma i numeri ancora sono impari.spero che riusciremo a conquistare, qui come altrove, il nostro posto, per una visione che non ci snaturi… Auguro alle donne di essere splendidamente forti inarrestabili, come solo una donna può essere, ma anche accoglienti, dolci e emotive come è giusto che sia, perché siamo lavoratrici, artiste e imprenditrici, ma anche madri, mogli e figlie.


Quali obiettivi si è prefissata di raggiungere nel corso del 2022?

A causa della pandemia ho imparato ad avere una visione più a stretto raggio, ad accontentarmi del giorno dopo giorno… E non mi piace… Ho perso un pò di fiducia nell’umanità, nell’amore verso le persone…. E’ difficile fare grandi progetti quando la priorità è la “normalità”, quella  fino al 2019. Diciamo che il mio obiettivo è tornare a guardare con fiducia il prossimo, di non soffrire per l’aggressività che ci circonda, di non sentirmi ferita per questo continuo cercare il nemico nella porta accanto. Poi, chiaramente, realizzerò Good Vibes nel migliore dei modi, con tutto l’amore di cui sono capace e farò ogni cosa condividendo ogni passo con gli amori della mia vita: mio marito e mia figlia. Dedicherò il mio tempo a ciò che amo e a tutte le persone a cui voglio bene, per sentirmi serena di non tralasciare nulla di importante. Ogni giorno è prezioso.