Giuseppe Militello “La fotografia, un bricolage dello sguardo catturato con iPhone”

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Cammino, osservo e faccio fotografie”. Una passeggiata nella città dove si incontrano personaggi, ombre e luci, storie umane e di vita. Giuseppe Militello è un giovane fotografo Torinese, con la passione per la fotografia da circa dieci anni. Nella vita lavora in un’azienda metalmeccanica, ma tutto il suo tempo libero è dedicato alla fotografia. Urbana e dai contorni netti, che si tratti di colore o bianco e nero la sua fotografia è un momento di pace, dove si accordano idee e capacità creativa. Street photography e reportage sono i generi che tratta, ambienti diversi nei quali si adatta abitando sempre nuovi punti di vista.

“Quando per alcuni progetti sono in ambienti più “delicati” dedico un po’ più di tempo alla progettazione mentre quando scatto in strada generalmente mi butto, seguo la luce e scatto ciò che vedo e sento in quel preciso momento, mi lascio trasportare. Nel corso degli anni il mio occhio ha iniziato ad essere sempre più attivo e sempre alla ricerca di potenziali fotografie, anche quando sono senza macchina fotografica, rarissimo, il mio occhio cerca sempre immagini. Ma penso sia una cosa comune un po’ in tutti i fotografi con già qualche anno di fotografia alle spalle, almeno, per me è così.” 

Dopo 10 anni di fotografia digitale e analogica con macchine fotografiche di ogni tipo, decide di dedicarsi alla fotografia con iPhone.

“Non conta il mezzo ma il risultato, il telefono è davvero l’unico oggetto che abbiamo sempre dietro e al giorno d’oggi ogni telefono da delle ottime immagini. Amo le sfide, nell’ultimo anno ho utilizzato solo macchine analogiche a pellicola,

adesso è il momento dell’iPhone. Penso che se una fotografia è valida non dipende dall’attrezzatura utilizzata, ma da tutto lo studio e ricerca che c’è nell’occhio dell’autore.”

La fotografia con il cellulare ha le stesse basi della fotografia tradizionale, ma lo studio e gli approfondimenti vivono nella peculiarità dello scatto. Il linguaggio visivo è un potere nuovo di cui disponiamo e che ad oggi possiamo utilizzare tutti, grazie agli iPhone. Una foto è una forma più ricca di comunicazione e attraversa le culture.

Militello utilizza diverse modalità per raccontare storie e lo fa senza soffermarsi sullo strumento. Insegue la luce e non si ferma neanche quando il risultato non arriva. Nei suoi scatti la priorità è far vedere ciò che sente, “l’espressione sopra un volto, una particolare condizione di luce o un dettaglio.” La fotografia è per lui una sfida giornaliera, un modo di catturare un momento come lo vede, dargli un ritmo da dipingere con la luce.

Tra i suoi autori preferiti, essendo amante della fotografia di strada, consiglia a tutti i lavori di Alex Webb, “fotografo dalle composizioni complesse, uso del colore incredibile e delicatezza nel raccontare le strade del mondo.” Da circa un anno, sta realizzando un progetto all’interno di una comunità di recupero. 

“Passo giornate all’interno di questa comunità, sto con loro, faccio le cose che fanno loro, mangio con loro, faccio le attività con loro e ascolto le loro storie, nel frattempo scatto fotografie. In questa comunità di recupero sono state vinte delle borse lavoro e ho seguito i ragazzi anche all’interno delle aziende in cui stanno lavorando. 

Sto cercando di raccontare la realtà che c’è all’interno di una comunità e far vedere l’impegno che questi ragazzi ci mettono per riprendere in mano la loro vita.”

Avere sempre un nuovo ultimo scatto da far vedere”, una pausa che ricrea momenti dentro l’immagine che conducono e inducono a nuove visioni.

La fotografia di Militello è un bricolage dello sguardo e del pensiero, genera nuovi modelli d’immagine, in continuità con quelli precedenti, dinamici ed efficaci, destinati a fronteggiare la mutevolezza della realtà.

“Ci sono storie che nascono da sole, facendo un editing sulla selezione delle immagini e collegandole tra loro, ci sono altre storie invece da studiare e sviluppate in modo più accademico. Dipende anche molto da cosa provo a raccontare.”

Una fotografia che spinge oltre, la cui natura creativa consente di ibridarsi con linguaggi, tecniche e tecnologie attualissime, offrendo risultati nuovi, originali e in continua trasformazione.