La mostra di Nicola Evangelisti a Monza da Villa Contemporanea è da visitare rigorosamente al buio: solo così, fuori dalla luce, si può vedere…la luce. La mostra si intitola New Quantum (a cura di Michela Ongaretti) e il titolo, per suggestione, dice tutto: un nuovo modo di vedere i quanti di luce. Nessuna concessione a un approccio altro rispetto alla spiegazione scientifica, anzi: New Quantum di Nicola Evangelisti ci permette, attraverso l’impresa artistica, di ri-scoprire l’impresa scientifica. In mostra, in uno spazio che è un mix fra gli algidi white cube cui siamo abituati e connotazioni più umane (frammenti di mattoni a vista, un camino) vediamo l’ultima prodizione di light painting dell’artista bolognese (classe 72) realizzata ad hoc per l’occasione e strutture spaziali con led, materiali plastici, cristalli e specchi incisi, cioè con tracce grafiche in superficie determinate dal pigmento fluorescente che caratterizza tutto quanto possiamo vedere in mostra. Ecco perché va vista al buio. All’ingresso vi parrà di esser guardati da due occhi giganti: si tratta di due pannelli, in realtà composti da 4 blocchi ciascuno, a parete l’uno di fronte all’altro, dipinti a mano con pigmento fluo, l’uno su base nera l’altro su base bianca, che sembrano due enormi iridi molto…creative sulle quali possiamo leggere dei frattali, oppure delle nervature, venature e linee di fulmini anche associate a materiale organico (una pietra). Rubando le parole a me stesso, “Quando è tutto nero la luce è al suo pieno!”
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