20-21, il linguaggio puro e trasparente di un ragazzo di 17 anni

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20-21, scritto da Gianmarco Gridelli e con la produzione artistica di Adriano Pennino, è un viaggio attraverso le tragedie e i momenti difficili che si sono susseguiti in questi mesi: dagli incendi in Australia fino ad arrivare alla pandemia; mesi che sono destinati a cambiare irreversibilmente il mondo e le abitudini delle persone.

Come nasce questo brano?

Questo brano nasce in un momento difficile, ma che allo stesso tempo ha permesso una lunga pausa di riflessione. Il mio è un racconto di ciò che ho visto e vissuto in prima persona, con gli occhi di un ragazzo che guarda avanti cercando di trasmettere quella forza e quell’energia necessarie per ripartire con coraggio e determinazione. Tutto ciò senza dimenticare, ma con una nuova consapevolezza che dovrebbe rappresentare un monito per tutti gli uomini a vivere la vita e il pianeta in maniera diversa, per non continuare a distruggere il grande dono che la natura ci ha fatto. 

Quale è la scrittura utilizzata da un ragazzo di 17 anni come te?

Il linguaggio è quello puro e trasparente di un ragazzo di 17 anni, che si contraddistingue per l’originalità con la quale racconta il periodo attuale: un countdown inusuale ma di grande effetto. È un modo di raccontare diretto e schietto, proprio dei giovani d’oggi, i quali sanno essere molto efficaci anche se apparentemente irriverenti.

Quale è il messaggio che vuoi trasmettere con la tua musica?

Il messaggio finale è di speranza e fiducia per il futuro, così come soltanto i giovani sono in grado di fare, forse con incoscienza ma talvolta persino con maggiore consapevolezza e maturità degli adulti.

Nell’aprile del 2020 una tua interpretazione del brano “Gesù Cristo” di Mogol-Lavezzi diventa virale, superando un milione di visualizzazioni, a tal punto da catturare l’attenzione di Mogol, il quale riscrive il brano attualizzandolo per fartelo cantare. Successivamente Mogol ti affida un suo brano per la selezione di Sanremo Giovani ed arrivi fino alle Finali. Ci racconti il tuo incontro con Mogol?

Durante il primo lockdown ho cantato e postato sui social un brano del 1988 scritto da Mogol e Lavezzi. Il video è diventato virale e Mogol lo ascoltò e decise di contattarmi per complimentarsi. Da questo episodio il M° Mogol mi ha privilegiato riscrivendo il brano, mi ha poi voluto con sé in alcune serate e affidato un brano bellissimo per i casting di Sanremo Giovani. Oggi sono anche iscritto al CET dove il M° Mogol mi sta ospitando per consentirmi di studiare ai più alti livelli. Una fortuna irripetibile e stento ancora a crederci.

Ti piacerebbe tornare a Sanremo o partecipare ad un Talent?

Il mio sogno rimane di poter fare musica ed esprimere le mie emozioni il più possibile quindi non mi pongo limiti. Certamente riproverò i casting di Sanremo Giovani e da qualche mese sto sostenendo le selezioni per un famoso Talent. Vedremo cosa ci riserverà il futuro.

Sei stato anche protagonista nel Musical “La Fabbrica di Cioccolato”, in scena al Teatro Quirino di Roma nel giugno 2017.  Quale è il tuo rapporto con i Musical?

Ho fatto questa esperienza studiando due anni e mi sono divertito moltissimo. Devo dire però che la musica ed il cantautorato trovo che siano maggiormente nelle mie corde.

Quale è il tuo sogno nel cassetto?

Riuscire a far provare agli altri le emozioni che provo io cantando una canzone scritta da me.