Lombroso, dal crimine agli spiriti

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Garonzi Stefania, CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons

L’impresentabile Lombroso a volte ritorna. Nella storia della scienza italiana è forse la figura più difficile da sostenere, con le sue teorie così maledettamente scorrette, così in contrasto con la nostra epoca ipersensibile, in cui chiunque può sentirsi offeso da qualsivoglia affermazione. ”Figlio di altri tempi”, si dirà… Certamente, ma la storia e gli studi di Cesare Lombroso – medico, antropologo, giurista, criminologo… – non si liquidano così facilmente: oggigiorno l’atteggiamento del mondo culturale nei confronti del “padre della criminologia” è il paradigma di quella diffusa – e dannosa – abitudine a interpretare la Storia attraverso le categorie del presente, cuore malsano della cosiddetta “cancel culture”. E così, quasi in contemporanea con l’ennesimo tentativo di estromettere la figura di Lombroso dalla storia scientifica nazionale, con la richiesta da parte di pochi maestrini di chiudere il museo a lui dedicato a Torino, ecco comparire un interessante ritratto ad opera di uno dei più eccellenti studiosi e ricercatori della città subalpina, l’antropologo e criminologo Massimo Giusio. Intellettuale a tutto campo, attento indagatore delle vicende umane con un occhio particolare alle dinamiche religiose e simboliche, l’autore ci offre un nuovo ritratto del controverso personaggio, regalandoci nuovi spunti, portando l’attenzione su aspetti poco indagati e ponendo nella giusta prospettiva la tanto contestata teoria del “criminale per nascita”, vista da molti come negazione del libero arbitrio, che nel testo di Giusio trova non tanto fumose teorie giustificatorie, quanto piuttosto una dettagliata ed approfondita contestualizzazione che chiama in causa tutta la galassia criminale italiana. Brigantaggio, mafia, camorra, ma anche la mala piemontese, vengono qui ripresi nei loro principali passaggi storico-evolutivi, dando al lettore la possibilità di chiarire molti aspetti di solito trattati in modo ambiguo (non ultima la definizione di brigantaggio e di briganti), il tutto attraverso curatissime appendici documentali con testi d’epoca e – fiore all’occhiello di questa intrigante pubblicazione – glossari dedicati al gergo della malavita in diverse realtà geografiche. L’abbondanza e la cura del materiale di riferimento, unitamente all’approccio eclettico dell’autore che non trascura gli aspetti più insoliti della biografia lombrosiana – non ultimo il discusso tardivo interesse di Lombroso per lo spiritismo, in netto contrasto con la sua formazione positivista -, consente di ricostruire il mondo culturale e scientifico nel quale prendono forma le teorie lombrosiane, la cui eredità – taciuta e sottintesa, ma mai assente – si ritrova in numerosi dettagli del nostro sistema giuridico. Un esempio per tutti, la definizione di “criminale per tendenza”, a tutt’oggi mai rimossa dal nostro Codice.

Massimo Giusio ci conduce poi in un altro territorio “scivoloso”, quello dell’eterna diatriba su un Lombroso presunto “antimeridionalista”, e su questo aspetto è d’obbligo sottolineare come l’editore del saggio sia niente meno che un intellettuale napoletano tutto d’un pezzo, Arturo Bascetta, egli stesso storico e scrittore di rara eleganza e spirito critico. E qui emerge il Giusio “direttore d’orchestra”, che con maestria coordina voci differenti: dagli apporti di Valentina Ciappina, direttrice del celebrato Torino Crime Festival, abile nel ricostruire in brillante sintesi storia ed evoluzione della mafia, ai già citati glossari curati da Lorenzo Ciravegna, per non tacere della prefazione ad opera del colto saggista Luigi Berzano e degli arguti inviti alla lettura.

Una presenza ingombrante, difficile da difendere, ma ancora troppo influente perché si possa accantonare con becere e decontestualizzate accuse di razzismo e quant’altro. Molta, troppa cronaca attuale richiama inquirenti e criminologi a confrontarsi, piaccia o no, con l’eredità del brutto, cattivo e imprescindibile Lombroso: il coraggio intellettuale e l’elegante audacia di Massimo Giusio sono qui oggi a ricordarci quanto sia più arricchente confrontarsi a viso aperto con certe figure controverse, piuttosto che nascondere la polvere sotto il tappeto…