Bluem, l’insostenibile leggerezza della Notte

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Suoni arcaici e scarni, fondati su un’anima evocativa. Una voce leggiadra immersa in un’oscurità avvolgente, con lo sguardo volto al ricordo, alla Sardegna, quella più ancestrale e pura. Tutto ciò è racchiuso in Notte l’album d’esordio della giovane Chiara Floris in arte Bluem, uscito il 28 Maggio. 

“Notte”, titolo che prefigura il malinconico abisso di cui ogni tua canzone è pervasa, delinea un ponte tra folclore e rimembranza. Come hai lavorato all’album?

Ho lavorato all’album durante una settimana di ferie da lavoro trascorsa in camera mia. Avevo passato un periodo difficile creativamente e umanamente parlando, e ho deciso di sfruttare quel tempo al massimo, impostando un brano al giorno senza troppe aspettative. La notte scrivevo il cuore della canzone, melodia e testi, durante il giorno invece lavoravo sulla produzione.

Qual è il legame che hai con la notte e cosa rappresenta per te?

Non so spiegarlo con certezza. Mi sono sempre trovata più a mio agio e più sveglia verso le ore buie. La collego al mondo dei sogni che mi affascina tantissimo, a tutto ciò che è subconscio e che in un progetto creativo porta un contributo magico. 

L’intero album, in particolar modo Martedì, è caratterizzato da un sottofondo ancestrale. Quanto ha influito il tuo rapporto con la Sardegna?

Penso abbia influito molto inconsciamente, io però non ho fatto un lavoro di ricerca con l’intenzione di inserire la musica tradizionale sarda nel mio progetto. In quella settimana ho semplicemente lasciato andare un flusso di idee, le mie influenze musicali sono sicuramente più internazionali che altro. Per questo motivo ho deciso invece di dedicare il progetto visivo che affianca l’album alla Sardegna e ai luoghi che in quel momento mi mancavano così tanto. 

Dato l’amore per il cinema, quali sono i film da cui trai ispirazione per la tua musica?

Sono una grandissima appassionata di registi che hanno un’estetica forte e particolare e spesso anche un mood dark. Almodóvar, David Lynch, Jorgos Lanthimos e tanti altri. Mi piace l’idea di sentirmi completamente immersa in un’altra dimensione, accade spesso quando un artista ha un marchio così forte che ti fa quasi sentire fuori luogo. È un tipo di disagio che apprezzo molto.

Dopo questo esordio cosa ti aspetti che succeda? Io non mi aspetto mai nulla, in realtà. Spero solo di poter dedicare sempre più tempo al mio progetto e di crescere rimanendo coerente con me stessa.