Stefano Chiodaroli: “Per diventare artisti, rileggete Omero”

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Da acrobata di strada a comico televisivo, da mangiatore di fuoco ad attore cinematografico: Stefano Chiodaroli, varesotto classe 1964, ha all’attivo una carriera lunga e proficua. Oltre ad aver lavorato in programmi comici dei canali Rai e Mediaset come Zelig, Colorado e Bulldozer, dal 2005 al 2012 è stato uno dei protagonisti della sitcom Belli dentro, oltre a recitare al cinema per conto di registi come Carlo Vanzina e Michele Placido.

Come si è avvicinato al mondo degli artisti di strada?

Ci sono entrato perché quando avevo circa 18-20 anni ero un animatore nell’oratorio del mio paese. Confrontandomi con altri animatori, ho imparato a fare acrobazie e il mangiatore di fuoco. Cose che ho smesso di fare dopo i 40 anni perché, se le faccio ora, poi mi dovrei contare le ossa ancora intere.

Dagli spettacoli dal vivo al mondo della televisione: com’è avvenuto il passaggio?

L’approdo è avvenuto in modo repentino e, direi oggi, abbastanza prematuro. È successo nel 1998, quando frequentavo a Milano un laboratorio di Zelig chiamato “Natural Born Comedian”, in cui prese forma il personaggio del Panettiere, tra i miei più famosi. L’autore Giancarlo Bozzo e il duo Gino & Michele videro l’efficacia di quel personaggio, e mi portarono a partecipare al programma Zelig – Facciamo Cabaret, all’epoca diretto da Simona Ventura.

Tra i personaggi ricorrenti che ha interpretato, a quale si sente più legato?

È come chiedermi quale dei miei figli amo di più, li amo tutti in egual misura. I personaggi sono delle maschere, che a teatro non servono per nascondere, ma per svelare. Ogni maschera svela qualcosa di quello che sono.

Cinema, tv, teatro: a quale medium si sente più vicino?

Ognuno ha le sue perle: nel teatro sei pienamente attore, ed eserciti il ruolo fino in fondo; in tv, quando è fatta bene, regale una popolarità immediata e travolgente. Ma il cinema rimane la mia grande passione, perché se fatto bene rende memorabili. Un film dura per sempre, mentre un programma televisivo dura per i prossimi 6 mesi, dopodiché è roba vecchia.

Che impatto ha avuto la situazione attuale sul vostro lavoro?

Gli attori e i comici sono stati messi a dura prova. È stato un periodo molto difficile, molti miei colleghi hanno anche smesso e si sono messi a fare altri lavori pur di procurarsi da vivere. Adesso sta riprendendo e sento che c’è tanto entusiasmo e voglia di ricominciare. Però c’è anche la sensazione di essere nelle stesse condizioni di un pugile, che cerca di riprendersi dopo aver preso tante botte. Rialzarsi è necessario, nel mondo dello spettacolo o si vince o si perde. Non esiste una via di mezzo; nel mezzo c’è solo una lenta morte.

Un consiglio per aspiranti comici?

Studiare e leggere tanto, e anche se sembra una follia consiglio di leggere i grandi classici come l’Iliade e l’Odissea, perché li c’è un modo antico ma sempre interessante di raccontare le cose. Bisogna essere curiosi, non aver paura di affacciarsi su un baratro, e tenere presente che non è un lavoro facile. Non devono farsi condizionare dal successo, ma fidarsi della propria ispirazione e del proprio talento, che alla fine li porterà da qualche parte.