Sergio Raffaele, il dettaglio della fotografia catalizzatore di significati

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Un punto di vista compositivo dove linee e forme si incontrano senza avere bisogno della profondità spaziale. Gesti e dettagli concentrano su di sé storie e sentimenti. Ci si legge dentro, il non detto, la cura, l’attenzione, il rispetto per le piccole cose. Ogni porzione di realtà è ricca di significati e scoprirli è una forma d’arte. Sergio Raffaele nasce a Messina nel 1978 ma lascia immediatamente la Sicilia per trasferirsi a Milano. Racconta storie dentro attimi, atmosfere. Restringe il campo d’analisi per indagare significati molteplici che il dettaglio più banale assume nella percezione del singolo. Il dettaglio si stratifica nelle storie dell’immagine e costruisce una realtà in piena evoluzione.

“Alla fotografia mi sono avvicinato più di 10 anni fa. Inizialmente avevo deciso di acquistare una reflex perché attratto dalla possibilità di poter fare video, ma poi ho iniziato a utilizzare quasi esclusivamente la macchina fotografica. Ho studiato per qualche anno da autodidatta per poi perfezionare la mia formazione in Accademia di Brera dove ho frequentato un corso di laurea specialistica in Fotografia.” 

Selezionare il particolare richiede coraggio e talento. I suggerimenti visivi e indizi permettono all’occhio dell’osservatore di andare oltre il soggetto stesso, oltre la scena ripresa. Saper catturare i dettagli è una capacità che richiede lungimiranza e che apre l’immaginario al nuovo e all’insolito. La ricerca di Sergio si concentra sul quotidiano, il suo sguardo romantico trasforma ciò che lo emoziona in immagini. Una fotografia che non solo comunica ma trasporta, per un brevissimo o lungo attimo, in un altrove emotivo o mentale.

Mi piace molto lavorare con il non posato, lo trovo il modo più diretto per toccare quelle galassie di realtà che, inconsapevolmente, ci circondano e a cui tendiamo a non badare. L’idea di poterne, di volta in volta, registrare una con un’immagine, è una delle avventure più emozionati che possa avere.”

Si lascia guidare dall’istinto e dal rispetto per tutto ciò che diventa soggetto nelle sue foto: persone, ambienti, oggetti. Costruisce in un lavoro fatto di sottrazione. Minimale e a colori restituisce le immagini per suggerire momenti senza riempire la scena.

Credo di avere tantissime contaminazioni, non solo dalla fotografia ma anche dal cinema e dal mondo dei fumetti e della grafica. I fotografi che amo sono tanti e diversi, Alec Soth, Stephen Shore, Tood Hido, Trent Park, Giovanni Chiaramonte, solo per dirne alcuni.”

Dal 2018 Sergio lavora ad un progetto con Tiziano Demuro. UnderMilano nato dall’idea di poter raccontare la vita di tutti i giorni da scatti rubati in metro. Un diario d’immagini che racconta mondi sotterranei. Un linguaggio fotografico comune anche se si è attratti da momenti, luoghi e storie differenti. Una geometria laterale in un terreno fertile per cercare nell’ordinario lo straordinario. La velocità con cui si coglie il dettaglio è forse l’elemento che più affascina questo tipo di fotografia, la capacità di vedere ed estrarre un concetto con una sintesi che lo rappresenta.

Dal 2017 entra a far parte del collettivo “Italian Street Eyes”, con il quale collabora alla realizzazione di progetti fotografici in Italia e all’estero. Sempre in borsa la sua macchina fotografica, Sergio quando non fotografa ama andare al cinema, fare passeggiate in bici e soprattutto cucinare. Ha tante fotografie mancate chiuse nel cassetto ma il solo fatto di averle comunque viste passare gli lascia una buona energia e la voglia di andare avanti nel suo percorso. Una fotografia che accoglie la realtà, senza avere regole precise. Un contrasto emotivo che indossa il dettaglio in abiti di significati diversi nel temporaneo desiderio di libertà.