Spettacoli d’asporto per tornare a godere del bello, l’idea dell’impresario Cipriani

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400 posti nelle platee all’aperto, 200 al chiuso, per tutti. Imposizioni insostenibili per i costi da affrontare. Queste le nuove restrizioni per lo spettacolo dal vivo annunciate  dopo la falsa partenza del 27 marzo scorso, un’apertura dei teatri e dei cinema a cui nessuno ha veramente creduto. I nuovi protocolli annunciati dal Cts hanno decisamente scoraggiato gli addetti ai lavori ma c’è chi decide di non demordere e lancia un messaggio chiaro: gli artisti hanno necessità di esibirsi e il pubblico non vuole rinunciare ad assistere dal vivo alle performance. A lanciare l’idea dei cosiddetti spettacoli d’asporto è Daniele Cipriani il celebre impresario dei gala internazionali di danza Les etoiles. Produttore e organizzatore ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali, tra gli artisti che porta in scena nei suoi spettacoli: Eleonora Abbagnato e danzatori “storici” come Dominique Mercy, Ana Laguna, Mats Ek, Susanne Linke.

Spettacoli d’asporto un po’ quello che era il Teatro da salotto nell’800?

Non ci si inventa niente ma le definizioni sono importanti. L’idea mi è venuta in mente una mattina prendendo il caffè nel bar della piazza dove faccio di solito colazione. Ormai, siamo abituati ad acquistare e a portar via tutto e allora perché non farlo con lo spettacolo dal vivo?

A questo punto cosa potrà “ordinare” il pubblico?

Si sceglierà tra performance di musica, danza e teatro. Si potranno ordinare spettacoli nelle case private ma anche nelle corti dei condomini, nei giardini e nei terrazzi. Seguendo rigorosamente i protocolli potremo ideare eventi inediti praticamente unici. In base ai gusti del committente, alla location e al budget che avremo a disposizione, costruiremo lo spettacolo. Una camera da letto o un salone potrebbero essere una perfetta ambientazione per La Traviata. Così come un balcone potrebbe dare l’opportunità di fa rivivere Romeo e Giulietta. Il nucleo familiare che ospita potrà realizzare una diretta streaming per amici e parenti.

Avete già delle date?

L’idea è stata appena lanciata ma già molti artisti che ho contattato si sono resi disponibili. Così come abbiamo già delle richieste da parte di spettatori appassionati. Cerco di trovare idee nuove per non perdere il contatto con il pubblico. Siamo fermi da più di un anno e il mondo dello spettacolo dal vivo è oramai al collasso. L’estate scorsa, reduci dal primo lockdown, durante una delle tante conferenza stampa “fiume” di Conte ho pensato di portare in scena Duets and Solo. Spettacoli con protagonisti solo danzatori congiunti, coppie che lo erano anche nella vita. Una stagione estiva che ha dimostrato come il pubblico abbia il profondo desiderio di tornare in platea. Ma le nuove restrizioni sembrano annunciare una stagione estiva più difficile rispetto all’anno passato.

Quali sono i suoi timori?

Siamo più demoralizzati e quella voglia di programmare e di ripartire che si avvertiva nel primo lockdown, questa volta stenta ad arrivare. La stanchezza, le false ripartenze, i ristori non adeguati hanno scoraggiato un settore oramai stremato. Ho l’impressione che queste nuove restrizioni abbiano frenato quel poco che si era rimesso in moto.

Ma in cantiere ha qualcosa per quest’estate?

Non mi fermo. Sto lavorando a Stravinskyj’s love per il 50° anniversario del grande musicista russo. Ad interpretare Igor Stravinsky sarà Vladimir Derevianko, già primo ballerino del Bolshoi di Mosca. I balletti saranno proposti in ricostruzioni sia delle coreografie originali e che di epoche successive. Nel cast: la pianista Beatrice Rana, il violinista Andrea Obiso e il bailaor spagnolo Sergio Bernal.

Cosa servirà per ripartire concretamente? Il rischio è quello che il pubblico potrebbe disaffezionarsi

Finora aiuti concreti al comparto non sono arrivati o comunque sono stati talmente esigui che non sono serviti a nulla. Non chiediamo elemosine ma l’opportunità di tornare a lavorare a regime. L’errore a monte è stato quello di considerare i teatri come possibili luoghi di contagio. Studi hanno dimostrato che non è assolutamente così, anzi sono stati tra i primi luoghi ad essere messi in sicurezza. Con i protocolli stabiliti si poteva garantire la giusta distanza. In paesi come la Russia il Bol’soj e il Mariinskij hanno diminuito le capienze ma non hanno mai smesso di lavorare. La cultura, lo spettacolo sono necessari ad un popolo per rigenerarsi e crescere moralmente. È stato un grave danno, in questi mesi, togliere al pubblico l’opportunità di godere del bello che solo l’arte può dare.