E’ stata dura per i maturandi dello scorso anno dover compiere una tappa importante come l’esame di Stato in corso di pandemia. Incertezze, momenti perduti (gli attesissimi “100 giorni”), stravolgimenti improvvisi: un’esperienza che resterà stampata nella loro mente per sempre, di quelle che si ricordano con spiacevole nostalgia.
Marco Gemmiti, classe 2001, originario di Sora, diplomato nello storico IIS Tulliano di Arpino, questa storia ha deciso di raccontarla a modo suo.
Sfruttando la passione per la produzione Video, ha immortalato la sua esperienza realizzando il corto “Maturità 2020”, vincitore del “Giffoni School Experience Festival”, importante concorso nazionale finanziato dai Ministeri dell’Università e della Ricerca e dei Beni Culturali, a cui hanno partecipato studenti da tutto il paese. Oggi Marco si racconta ad OFF:
Allora Marco, dicci come ci si sente ad essere sul tetto d’Italia.
La notizia ancora oggi non penso di averla digerita bene ma in quel momento ho provato davvero emozioni uniche. Non avevo mai fatto partecipare i miei lavori cinematografici ad un festival ed arrivare in finale la prima volta era già un traguardo incredibile, per questo ero emozionato fin da subito.
Non mi sarei mai aspettato che il mio mini film avesse un impatto così forte da far emozionale un pubblico di ragazzi provenienti da tutt’Italia, quindi al momento della premiazione la gioia è stata infinita.
Gioia che immagino abbia ripagato le difficoltà provate da te come da tutti gli studenti. Pensi che il tuo video sia la testimonianza di un’intera generazione?
Esattamente. Il video non era destinato alla partecipazione di nessun festival inizialmente ma è nato con il solo bisogno principale di cicatrizzare ciò che ho provato nei miei ultimi mesi di scuola.
Molto è stato il supporto da parte dei miei coetanei che lo scorso anno si sono rispecchiati nelle mie immagini, come dei tanti che purtroppo di nuovo stanno vivendo il loro ultimo anno di scuola in maniera totalmente diversa dal normale. Profondamente o superficialmente, la mia generazione è stata inevitabilmente toccata da quest’emergenza ed il mio cortometraggio ne è la testimonianza.
Ma adesso parliamo un po’ di te. Come è nata la tua passione per i video?
E’ una passione che penso di aver avuto dentro di me da sempre. Ricordo quando da bambino presi per la prima volta la videocamera di mio papà, da lì in poi mi sono sempre divertito a girare qualsiasi cosa. All’età di circa 10/11 anni, con l’arrivo del mio primo computer, trovavo affascinante il mondo del montaggio così ho iniziato a trascorrere sempre più ore sperimentando quanto più possibile.
Il sopravvento del videomaking come passione nella mia vita è stato naturale: sono passati quasi 10 anni dai miei primi video, ed io mi diverto ed emoziono come se fosse la prima volta.
Tutt’oggi coltivo queste mie competenze seguendo gli studi sul linguaggio dell’audiovisivo presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone.
Come vedi nel futuro Marco e gli altri giovani cineasti italiani?
Sicuramente auguro per me e per i miei coetanei un futuro più sereno rispetto al periodo di emergenza che stiamo vivendo.
Marco del futuro me lo immagino con la stessa forza e voglia di creare come ha sempre fatto, insieme a tutti coloro che, come lui, coltivano questa passione!
Credere fortemente nei propri sogni e nelle proprie competenze (cineasti e non) è il primo passo per un futuro ricco di soddisfazioni.