Quel “realismo magico dei sentimenti” della bambina che non voleva cantare

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La bambina che non voleva cantare”, il film di Costanza Quatriglio
La bambina che non voleva cantare - Tecla Insolia

L’amore che cura e la musica come mezzo di riscatto sociale in un film tv che tocca il cuore, portando in primo piano la forza dei legami veri, quelli che si portano dentro tutta la vita. “La bambina che non voleva cantare”, diretto da Costanza Quatriglio sarà in onda su Rai1 il 10 marzo (ore 21.25), dopo la chiusura del Festival di Sanremo, dove sarà presentato dalla protagonista Tecla Insolia.

Ispirato al romanzo “Il mio cuore umano” (Edizioni di Atlantide) di Nada Malanima – la giovanissima interprete che ha conquistato il pubblico nel Sanremo del 1969 con la sua ”Che freddo fa” – il film conduce nella vita passata della cantante, ragazzina di umili origini, con il dono di una voce potente e calda; un viatico per la mamma affetta da depressione, che individua in quel talento speciale un modo per riscattarsi da una vita di sofferenza e sognare per lei un futuro migliore.

Il focus del racconto è infatti proprio sul rapporto con la madre: un legame conflittuale, fatto di contrasti e riappacificazioni, ma intenso e profondo. La madre voleva che Nada cantasse, e lei non voleva farlo per non allontanarsi dal suo paese. Ma, proprio come nelle favole, l’amore vincerà su tutto e lei canterà per la mamma, per scorgere nei suoi occhi un guizzo di vitalità. La delicatezza e la forza dei sentimenti narrati nel libro ha conquistato la regista palermitana già dalla prima lettura, facendo nascere in lei il proposito di farne un documentario nel 2009, ed un film tv oggi.

Prodotto da Picomedia in collaborazione con Rai Fiction, “La bambina che non voleva cantare” è stato presentato alla stampa in videoconferenza il 25 febbraio scorso dalla Quatriglio e la Insolia con gli attori Carolina Crescentini (Viviana, la madre), Paola Minaccioni (Suor Margherita, l’educatrice) e Paolo Calabresi (Leonildo, maestro di canto della protagonista).

In apertutra il videomessaggio di Nada: “Sono la bambina che non voleva cantare – ha detto – e che ha affidato ad un romanzo la sua infanzia e il suo mondo. Avevo lasciato il mio paese contro la mia volontà e non avevo più avuto modo di sentire le persone che facevano parte della mia di vita di allora. Ma poi ho avvertito sempre più forte la mancanza di quei legami autentici e delle persone che mi avevano dato tanto. Così ho risposto al richiamo delle radici, ed ho scritto il libro per fare un viaggio nella memoria, riscoprendo tanto della mia famiglia”.

Un racconto dei legami importanti, quindi, che avrebbe sedotto Costanza Quatriglio. La regista individuerà tra le sue righe quel “realismo magico dei sentimenti” diventato la chiave di volta per la realizzazione della sceneggiatura: ”Alla presentazione del libro, assieme a Mario Monicelli, abbiamo chiacchierato su questo immaginario toscano, su questo mondo di cui avvertivo il realismo magico anche nei personaggi. Ho trovato così la mia chiave di lettura nella voce della figlia che diventa terapia per la mamma depressa. Questo aspetto della cura mi è entrato dentro: per me è stato come curare e custodire la storia, facendo crescere costantemente il desiderio di raccontare non solo la giovane interprete, ma tutti i personaggi che ruotano intorno a lei e indirettamente si nutrono del suo grande talento”. Molto coinvolta nel ruolo Carolina Crescentini, interprete della madre Viviana:“Una figura complessa che vive un rapporto simbiotico con la figlia. La sprona a cantare non per star meglio, ma per farle ottenere un passaporto per la libertà e per una vita diversa dalla sua. E’ una donna moderna che guarda al futuro”. Nei panni di Nada adolescente, la cantante Tecla Insolia, tra le giovani big di Sanremo 2020, che ha reso le diverse sfaccettature della giovane artista:“Un personaggio complesso e leggero allo stesso tempo, a lungo in bilico tra la possibilità di cantare per la madre depressa o per se stessa. Alla fine capirà che il canto è soprattutto un mezzo per dar voce al sè, alla sua interiorità”. I

nteressante anche la figura del maestro di canto di Nada, interpretato da Paolo Calabresi: “E’ un uomo malinconico, che non vive il suo tempo. Ma nell’educare la voce della ragazzina, troverà una nuova vitalità e andrà incontro ad un cambiamento”.

Negli insoliti panni di una suora, Paola Minaccioni:”Il mio è un personaggio concreto e magico. Suor Margherita riesce ad individuare addirittura il divino nella voce della ragazzina e di conseguenza porta nella famiglia il seme della salvezza; non solo per la madre, ma anche per il padre che riprenderà a suonare il suo clarinetto”. Nel cast anche Giulietta Rebeggiani (Nada da bambina),Nunzia Schiano (Nonna Mora), Sergio Albelli (Gino, padre di Nada), Giulia Battistini (Miria, la sorella) e Massimo Poggio (Guido De Santis, psichiatra di Viviana).