Nel suo nuovo programma tv Laura Tecce ci svela i lati nascosti dei leader
La vita oltre la politica, a cuore aperto: ecco il nuovo programma di Rai2, Onorevoli confessioni, in onda ogni giovedì in seconda serata e condotto dalla giornalista Laura Tecce. Il debutto è stato l’altro ieri con il ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova in un luogo a lei familiare, un’azienda agricola, che ha raccolto le sue confessioni più intime.
Laura, ti occupi da anni di politica interna: che giudizio ti sei fatta, con le tue interviste ai più noti leader politici italiani, sull’attuale classe dirigente?
«Conoscevo la loro biografia professionale, ma in questi colloqui hanno esternato cose mai dette e strettamente personali. Anche se inevitabilmente vita privata e politica si intrecciano, specie nel momento in cui gli intervistati hanno cominciato a fare politica da molto giovani: penso a Giorgia Meloni e a Teresa Bellanova, che hanno iniziato entrambe a 15 anni. Io ho cercato di entrare in empatia con loro e di carpirne gli aspetti che non avevano mai svelato. Sono emerse cose a volte divertenti, a volte commoventi: sono interviste a tutto campo sulle loro passioni, hobby, sogni, insomma sulla loro vita personale».
Un format del genere secondo te può colmare il gap fra istituzioni e cittadini? Sotto questo profilo l’informazione che responsabilità ha?
«Può far conoscere un lato inedito. A me, sia da giornalista che da cittadina, la retorica sulla casta ha stancato: spero di far capire con questo programma che i politici, fuori dal Palazzo, sono persone assolutamente normali».
Con privilegi, però.
«Sono tanti con i privilegi in Italia, io non attaccherei solo la politica. Il distacco fra cittadini e istituzioni è dovuto al falso mito della casta degli intoccabili: secondo me non è così, o quantomeno non come è stato descritto da Tangentopoli in poi, cioè demonizzando la classe politica tout court. Io invece ho trovato persone normali, ognuna con il proprio percorso e la propria storia: mi auguro che il pubblico percepisca questo elemento».
E’ un programma tv nazional-popolare o è populista?
«Né l’uno nè l’altro, è un programma che parla, non di politica, con i politici. Non è spettacolo, come faceva Pippo Baudo: è informazione, anche se non legata all’attualità più stretta. Porta alla luce lati dei politici che non tutti conoscono ed è un tipo di informazione che rientra nelle mie corde».
C’è un’intervista cui tieni di più?
«C’è un tratto comune che spicca per tutti: la capacità di emozionarsi, di togliersi la maschera quando parlano dei loro affetti. Naturalmente qualcuno si è trattenuto e qualcun altro ha dato di più, però io sono molto contenta del cast».
Le tue sono domande politicamente corrette?
«Non era l’occasione per fare domande scomode. Io non sono politicamente corretta, anzi sono un po’ una giornalista d’assalto, ma in questo caso non si parla di politica, siamo sul personale e quindi non mi permetto quesiti sgraditi».
Che tipo di conduzione è la tua, hai seguito la polemica sul chiamare gli interlocutori per nome o cognome e sull’eventuale profilo sessista?
«Ai colleghi do del tu e ai politici do sempre del lei. Sono felice dell’opportunità che mi è stata data, ringrazio il direttore Ludovico Di Meo e tutta la bella squadra di Rai2».