Marta Flavi: «Mi sento una trentenne. Il sexting? Dipende da…»

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Photo: Courtesy of Marta Flavi Dress: Malloni Boutique Roma Jewels: Spazio Manassei Gioielli Hair Style: Chroma Concept Roma

Non ha bisogno di presentazioni Marta Flavi, signora della televisione che ha scritto le pagine più importanti del piccolo schermo anche con il programma cult “Agenzia matrimoniale”, del quale va fiera. Lontana dai riflettori, mai alla ricerca di una visibilità mediatica scontata, banale e qualunquista (quella che strappa i like dei vicini di casa), sceglie con cura ogni sua ospitata televisiva e proposta lavorativa. Si considera una pigra privilegiata, ama l’amore come una trentenne, ha conosciuto i big della tv tra cui Corrado, Sandra Mondaini e Raimondo Vianello. Ed è stata sposata con Maurizio Costanzo. Ma questa è un’altra storia, che le ricordano tutti e di cui lei, ironica come sempre, parla ridendo a crepapelle. Il debutto da speaker radiofonica, quella volta in cui scappò alle Maldive e la spensieratezza naïve di quando si presentò con un cucciolo di leone in trasmissione. Tra gli urli della redazione e un vigile pronto a multarla. Poi la sua opinione sul sexting ai tempi del lockdown in un’irriverente, e divertente, intervista esclusiva per Il Giornale Off.

Come ha cominciato?
«Ho iniziato come speaker radiofonica a Roma. Ero fidanzata con un ragazzo che aveva inventato il primo network di radio private, “Radio Luna”, on air in tutta Italia. Conducevo trasmissioni con i dischi, parlavo con le persone. Allora non c’erano le playlist musicali. Poi ci siamo lasciati, sono andata alle Maldive e quando i miei, dopo un mese di soggiorno, si rifiutavano di mandarmi i soldi, mi sono mantenuta facendo le dj. Ho ancora le foto, devo cercarle. In seguito, sono tornata nella Capitale. Una mia amica mi chiese di accompagnarla ad un provino per un’emittente che si chiamava “Quinta Rete”, era di Edilio Rusconi, perché erano alla ricerca di una ragazza mora con gli occhi verdi che facesse la presentatrice. Andai con lei, erano tutte brune e alte due metri, delle modelle. Il direttore di rete Vanni Angeli, che è stato alla guida del quotidiano romano Il Tempo, mi disse “Perché non lo fa anche lei il provino?”. Risposi che non corrispondevo ai canoni estetici, poiché ero bionda e avevo gli occhi celesti. Ero talmente sicura che non mi avrebbero mai scelto, così iniziai ad essere disinvolta e simpatica. Presero me. Questo per dimostrare che, pure se non cercano voi, non preoccupatevi e lanciatevi. Nella vita non si può mai sapere!».

Un episodio buffo e off degli inizi della sua carriera?
«Lavoravo in una specie di capannone, dove giravano i film, ed era tutto abbastanza improvvisato. Accanto si svolgevano le riprese di una pellicola con dei leoni e feci amicizia con uno di loro, non ricordo il nome. Alla fine portai un cucciolo in trasmissione, tra gli urli e lo spavento dei miei colleghi. Accadde di tutto, arrivò il vigile. Mi sembrava di stare a casa mia e di poter fare quello che desideravo. Il programma era dedicato ai piccoli, ho lanciato i cartoni animati più importanti come “Heidi”, “L’ape Maia” e “Anna dai capelli rossi”. Si chiamava “L’ora dei ragazzi”, ma ne durava sei». (ride, ndr)

Ha incontrato i grandi dello spettacolo, è stata a cena con Raimondo Vianello e Sandra Mondaini.
«La prima cena a Milano con loro fu quando stavo con Maurizio Costanzo da pochissimo tempo. C’era Corrado a tavola, mi sembrava di essere in un film, erano i miei idoli. Sono cresciuta guardandoli. Li osservavo come se fossero star di Hollywood».

In un’intervista Costanzo ha dichiarato di non conoscerla.
«In realtà, anche io non me lo ricorderei se non mi dicessero tutte le volte che siamo stati sposati. Ma so chi è lui!». (ride a crepapelle, ndr)

È una donna bellissima, non le hanno mai proposto di fare Cinema?
«Certo, Alberto Lattuada mi chiese di recitare in “Oh, Serafina!”, commedia con Renato Pozzetto. Non ho accettato poiché andai in America. Tornai a casa e raccontai a mio padre di aver conosciuto questo signore e lui: “Non sarai mica pazza? Vuoi iniziare a fare l’attrice quando le altre smettono?”. Avevo 18 anni, papà mi mandò negli Stati Uniti. Ero pigrissima, non avevo voglia di studiare e mi spedì a Washington da un suo amico per imparare l’Inglese. Era uno degli avvocati del presidente Jimmy Carter. Arrivai senza spiccicare una parola e lì ho imparato bene la lingua. Mi sono divertita tantissimo! Quando vado in Inghilterra, mi chiedono sempre “Emigrata negli Usa?”, questo perché mantengo l’accento statunitense. Una volta mi sono spacciata per canadese».

Coltiva ancora la sua passione per la boxe sui tacchi?
«A causa del coronavirus non faccio più niente. Seguivo le lezioni di un istruttore, Mattia Faraoni, ma continuo ad allenarmi con un’ora al giorno di cyclette e pesi, poi cammino per 60 minuti. Sono una donna sportiva».

Signora della televisione, “Agenzia matrimoniale” è un cult della storia della piccolo schermo.
«Ne vado orgogliosa!».

Perché c’erano “Uomini e Donne” di un altro tipo?
«Quello è un altro genere di programma».

Lo scorso anno, la rubrica del cuore “Lui e Lei” nel weekend di Rai 1 con “Unomattina in Famiglia” di Michele Guardì, accanto a Monica Setta e Tiberio Timperi. Un bilancio?
«Mi sono trovata bene quasi con tutti, persone molto carine. Me l’hanno riproposto, ho ringraziato sentitamente e con affetto. Ho bellissimi ricordi ma ho detto di no. Trovo che nella vita esistano dei privilegi, quando ci sono bisogna usarli, altrimenti a cosa servono? Avrei dovuto alzarmi molto presto al mattino, era un’esperienza che avevo già vissuto, sono pigra».

Come si vedrebbe nei panni di giudice in un talent show?
«Mi piacerebbe, perché molti miei colleghi lo fanno con una cattiveria spietata. Dietro ogni concorrente, ogni giovane talento che propone la sua arte, c’è una storia, il grande sogno di farcela. Quindi, secondo me, bisognerebbe dare spazio alle capacità- come fanno gli americani- senza però dimenticare il background di ciascuno».

Nonostante la sua carriera costellata di successi, ad un certo punto, ha deciso di fregarsene della visibilità televisiva.
«Oggi usciamo tutti con la mascherina, indosso la ffp2 non quella della Pivetti, e gli occhiali da sole. Sono molto ligia alle regole igienico-sanitarie, ho perso due amici a Milano. Quando cammino per strada, passo e mi dicono “Buongiorno, Signora Flavi!”. Riescono a riconoscermi anche se sono mascherata».

È mai stata osteggiata da una sua collega?
«No, non ho mai subito cattiverie. Una sola persona, non faccio il nome perché non sarebbe carino per la sua famiglia, non è andata d’accordo con me. Non io con lei. Immagino dipenda dal fatto che il suo aspetto fisico non la soddisfi, che vorrebbe essere altro, appartenere ad un ceto sociale più elevato e aver avuto un marito di successo. Insomma, penso che, superati i 50 anni, sia opportuno accettarsi e non fingere di essere altro. Questa linea di condotta determina infelicità e rende difficili i rapporti con il prossimo, che non ha nessuna colpa di essere differente. Ad essere sincera, il sentimento che mi ha suscitato è tanta tenerezza. E tuttavia, quando ho capito cosa covava interiormente, l’ho allontanata. Per il suo bene. Sono una privilegiata, mi hanno insegnato ad essere generosa e paziente».

L’amore ai tempi del Covid come va?
«Si è arenato tragicamente. Londra è la mia seconda casa e avevo conosciuto un fascinoso avvocato, che assomiglia a Sean Connery. Bello, chic, elegante e, per essere inglese, parecchio caloroso. Sono facile agli innamoramenti e concepisco la mia vita come se avessi trent’anni. Poi è scoppiata la pandemia, abbiamo continuato a sentirci via web ma non è la stessa cosa».

Durante l’isolamento molte coppie sono scoppiate. Cosa pensa del sexting?
«Dipende. Se si vive in quaranta metri quadri con figli, il sexting ha un timing molto breve. (ride, ndr). In quarantena hanno resistito solo le coppie che si amavano veramente, poiché quelle che andavano avanti per routine ed inerzia sono naufragate».

E dei ritorni dopo l’isolamento?
«Non credo molto nei ritorni, se è nel bene e nel meglio forse si può fare. Nel bene e nel male, meno. I ricicli? Ciao con la manina!».

Chirurgia estetica sì o no?
«Sono favorevole, ma esistono pochi medici che sanno farla realmente. Non è però alla portata economica di tutti, si vedono in giro troppe cose orribili. Quelli bravi sono troppo cari? Non saprei».

I difetti fisici non vengono annoverati nelle operazioni gratuite, salvo escamotage.
«Vergognoso, perché chi ha un difetto fisico prova un disagio psicologico e sociale che, a mio avviso, dovrebbe essere previsto dalla mutua. Lo stesso vale per il cambiamento di sesso, che le istituzioni dovrebbero garantire gratuitamente a chi paga le tasse».

Un sogno professionale, ora che è entrata nella scuderia della prestigiosa agenzia romana “CDA Studio Di Nardo”?
«Una fiction, sarei perfetta. Ma non nella parte di Maria Antonietta, naturalmente! Potrei interpretare una madre, una sorella, una donna magari non proprio della mia età. Dopotutto dimostro 20 anni di meno!». (ride, ndr)

Commedia o dramma?
«La commedia mi divertirebbe. Inoltre, adoro Ferzan Özpetek, mi piace la coralità delle sue opere filmiche. Così come ho amato “Pane e tulipani” di Silvio Soldini: parla di una casalinga del Sud che viene dimenticata in autostrada perché perde un anello nella toilette di un’area di sosta e il pullman sul quale doveva salire la lascia a piedi. La protagonista, Licia Maglietta nel ruolo di Rosalba, si ritrova a Venezia dopo aver accettato un passaggio. Così riscoprirà il valore dei sentimenti. L’ho trovata meravigliosa!».