“Il 25 aprile noi canteremo Il Piave mormorava”

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In Italia fare cultura è impresa improba. Fare politica idem. La cultura politica, poi, non ne parliamo. Intanto però alla scuola di Formazione Politica Alleanza Nazionale Milano, che per ora fornisce lezioni solo online,hanno partecipato il giornalista Fausto Biloslavo  in dialogo con Ignazio La Russa e Edoardo Sylos Labini hanno affrontato proprio questi temi. Numerosi gli argomenti, primo fra tutti il giornalismo di guerra e il compito dei giornalisti: essere, per i lettori, gli occhi della guerra (dal titolo di un libro scritto da Biloslavo e Gian Micalessin). Inevitabile nel corso della puntata un ricordo affettuoso di Almerigo Grilz (Trieste, 11 aprile 1953 – Caia, 19 maggio 1987), il primo giornalista di guerra a perdere la vita durante un conflitto bellico in tempi di pace per l’Italia: in suo nome, si proponga ai sindaci d’Italia di dedicargli una via. Edoardo Sylos Labini, per conto di CulturaIdentità di cui è presidente e fondatore, ha a sua volta lanciato la proposta di istituire un premio giornalistico intitolato a suo nome. E’ stata affrontata anche quella forma di discriminazione, a Parma e Milano, che consente a solo gli antifascisti di svolgere attività come l’uso delle sale comunali. La Russa ha poi avvertito che per il 25 aprile l’ANPI, ha proposto di affacciarsi ai balconi e cantare Bella Ciao: proprio quando si chiede a tutti di aderire ai valori portanti dell identità nazionale l’ANPI chiede di festeggiare con una canzone di parte la guerra civile italiana, quando invece il 25 aprile dovrebbe essere una pacificazione e ricordare tutti i caduti della guerra civile, compresi i civili del dopoguerra, compresi i civili di oggi uccisi dal coronavirus: lo si può fare esponendo il tricolore alle finestre listato a nero, intonando la canzone che i militari dedicano ai caduti, la Canzone del Piave. Labini ha poi tracciato i paralleli fra la lezione del Vate d’Annunzio e l’Europa di oggi: nel settembre 1919 e nel Natale di sangue del 1920 si unirono i giovani di tutto il mondo a Fiume, d’Annunzio si battè per la sovranità di ogni singolo popolo contro la nascente Società delle Nazioni e la pace di Versailles, che assomiglia alla UE fatta a Bruxelles col dominio di poche nazioni su tante. Dobbiamo trovare un d’Annunzio! Forse Giorgia Meloni? Proprio lei concluse il suo intervento alla Festa di Atreju con una citazione di d’Annunzio. E proprio a Fiume si realizzò l’arte al potere, si realizzò n utopia degli artisti al potere: sfatiamo il tabù che tutti gli artisti sono di sinistra, non è vero L’artista vero è un uomo libero, non frequenta i salottini. Dalla cultura e dalla cultura politica si è poi passati alla politica, con un vaticinio di La Russa: siamo sicuri che tutti questi fans di Mario Draghi non siano gli stessi che pochi anni fa tifavano per Mario Monti?

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