Giovedì 13 febbraio alle ore 19.30 sarà inaugurata, a Milano, presso la 7ettanta6ei Art Gallery di Alessandro Erra, la mostra d’arte contemporanea Oscena Attualità. La curatela, affidata al critico d’arte Luca Cantore D’Amore, è stata indirizzata verso il dialogo tra artisti provenienti da diversi ambiti della contemporaneità. Alexia Colombo, Andrea Marcaccini, Francesco De Molfetta, Giotto Calendoli, Giovanni Manzoni Piazzalunga e Marianna Tomaselli saranno i sei spietati rappresentanti del concept di Oscena Attualità: un’indagine su ciò che la velocissima e cangiante modernità ci lascia comprendere di se stessa.
Gli interpreti dell’idea curatoriale applicheranno la propria poetica, la propria cifra stilistica ed estetica, in una esposizione che ha l’ambizione di capovolgere molti dei punti di vista a cui siamo abituati, talvolta dissacrandoli, talvolta legittimandoli, con inaspettato stupore.
I protagonisti della mostra provengono infatti da molteplici ambiti dell’espressione artistica, comprendenti la scultura, la moda, la grafica e la pittura stessa. Nella loro diversità espressiva hanno ragionato sul concetto univoco di “contemporaneo” e hanno lasciato il proprio segno di riflessione generando le opere in mostra.
L’espressione del proprio personale punto di vista, attraverso il proprio canone artistico, condurrà gli ospiti a confrontarsi con le dinamiche della quotidianità, indagandone l’osceno, espresso nelle più svariate forme, e con i più diversi mezzi. Sarà dunque possibile effettuare una perlustrazione di noi stessi grazie ai sei artisti in mostra, il giorno giovedì 13 febbraio 2020, presso la 7ettanta6ei Art Gallery.
Luca Cantore D’Amore, com’è nata l’idea di questa mostra?
L’idea di questa mostra è nata dalla volontà di raggruppare non sei artisti, ma sei testimoni del tempo che viviamo. Il nostro è un tempo liquido e che si influenza tra le varie discipline artistiche ed è per questo che i sei artisti derivano da sei mondi completamente diversi tra loro e che non sono accomunati da un fil rouge estetico, ed è in questo che ritroveremo la diversità dell’esposizione, ma sono accomunati dal fil rouge concettuale. Sono testimoni della nostra contemporaneità, della nostra attualità attraverso segni, tracce, indizi, che hanno a che fare sia con il loro valore estetico che delinea l’opera d’arte personale, ma che proviene da un’impostazione concettuale critica nei confronti del mondo che ci circonda. Sono testimoni del nostro tempo e la provocazione alla base di questa mostra che ha delineato poi l’idea è proprio questa: voler rappresentare ciò che è rappresentato oggi nel mondo.
Quali pensa siano gli effetti di questa mostra su una città come Milano?
Il vero messaggio e la vera ambizione di questa mostra è quella per cui dovrebbe avere una potenziale dimensione itinerante, nel senso che questo tema è applicabile a tutte quelle città e metropoli in cui germoglia il vizio e il benessere. Il contorcimento e le contorsioni del nostro tempo hanno a che fare con la facile disponibilità ad accedere alle cose, e alla facile reperibilità del denaro per ottenerle. In questa facilità di accesso alle cose si configura il paradosso che a sua volta dà vita alle controversie del nostro tempo. Milano è una grande metropoli per ambizione e per progetti in cantiere sotto tutti i punti di vista, non solo artistici, ma anche professionali, ma è anche un piccolo paese dal punto di vista delle dimensioni. Questa grande fertilità di idee rapportata a questa piccola dimensione urbana conferisce vita a una città che sempre più zampilla ed emerge per le proprie possibilità di far avvenire le cose e quindi di conferire, a sua volta, un’opportunità a chi la popola, a chi ci arriva, e anche, talvolta, a chi parte da essa.
Alessandro Erra, quanto è importante per un gallerista affidarsi ad una giusta direzione artistica? A questo proposito qual è il rapporto tra gallerista e curatore?
Affidarsi a un curatore e critico d’arte significa affidarsi a una figura professionale competente e specializzata. La visione critico-estetica avvalora notevolmente la mostra, che diventa nell’immediato maggiormente comprensibile, nonché apprezzabile agli occhi curiosi degli ospiti. Stimolare il pensiero critico rifulge la brillantezza dell’educazione al bello, regala spunti di riflessione e rivela gli stati d’animo di ognuno di fronte all’arte. Gallerista e curatore sono legati indissolubilmente da una missione comune, che è quella della creatività. L’equilibrio che si instaura nel processo di realizzazione di una mostra porta, non solo al rispetto reciproco delle idee, ma allo scambio, alla contaminazione delle intuizioni e delle proprie visioni.
Quanto è importante ad oggi, in questa oscena attualità, l’ingrediente del coraggio, per chi svolge un mestiere come il suo?
Il coraggio è una qualità indispensabile per un gallerista: significa affrontare le paure e i rischi, significa scommettere su un artista investendo le proprie risorse, senza poterne conoscere i risultati. Il coraggio ha anche molto a che fare con la seduzione, perché è proprio nel momento in cui vengo tentato dal fascino estetico di un artista, che decido di prendere la coraggiosa iniziativa di sostenerlo: azzardo, gioco, rischio, senza mai dubitare.
CATERING:
Terrazza Calabritto
DOVE:
7ettanta6ei Art Gallery
via Felice Casati, 39 – Milano
QUANDO:
Giovedì̀, 13 febbraio 2020 ore 19:30
INGRESSO:
Gratuito
DIREZIONE ARTISTICA:
Alessandro Erra
CURATELA e CRITICA:
Luca Cantore D’Amore
ARTISTI:
Alexia Colombo
Andrea Marcaccini
Francesco De Molfetta
Giotto Calendoli
Giovanni Manzoni Piazzalunga
Marianna Tomaselli
CONSULENZA:
Davide Merlo
COMUNICAZIONE E GRAFICA:
Rita Di Paolo Marianna Tomaselli
FOTO:
Lorenza D’Alessio
VIDEO:
Pasquale Granata Francesco Crispi
GESTIONALE:
Marta Cossettini