Chicco Giuliani, bolognese doc (sponda Fortitudo), riccionese di adozione, ma innamorato di Milano da sempre. Conduttore radiofonico, dj e presentatore. Da tre anni a Radio Deejay dove, da qualche mese, è la voce notturna dell’emittente con Nightcall…
Chicco, raccontaci come e quando ti sei avvicinato al mondo della radio.
L’ho capito molto presto. Già dai 10-11 anni ero un grande ascoltatore, smanettavo con le ghetto blaster e chiamavo le radio locali. Ero attratto dalla musica sì ma, a dirla tutta, la cosa che catalizzava la mia attenzione era la voce del conduttore tra un disco e l’altro.
C’è stato però un momento vero e proprio di epifania?
Quando ero piccolo a Bologna c’erano molte radio locali e io ero sempre al telefono per chiamare, fare richieste e rispondere ai quiz per giocarmi i premi. Un giorno però ho scoperto che la sorella di un mio compagno del liceo nel weekend trasmetteva dai microfoni di una radio locale di Bologna; ho iniziato a insistere con lui e a tampinarlo finché non mi ha portato in radio con sua sorella. In quella occasione per la prima volta sono entrato in uno studio radiofonico: mi sono innamorato e non sono più uscito.
E dopo tanti anni di “gavetta” e tante radio girate, alla fine sei finito a Radio DEEJAY grazie a un incontro speciale che ha cambiato la tua vita… Giusto?
Come dimenticare. L’incontro con Linus è stato tra i più emozionanti e importanti della mia vita.
Raccontaci com’è avvenuto…
Linus si trovava in un luogo dove doveva esserci Deejay in diffusione ma, per qualche strano intreccio del destino, c’ero io in onda sulla mia radio di allora. Linus mi sente, chiede di me e la sera mi contatta. L’indomani ci incontriamo e dopo pochi giorni sono in onda su Radio Deejay. Quel pomeriggio e quell’”incontro” casuale hanno quindi cambiato tutto: avevo realizzato il sogno di una vita e finalmente vedevo con chiarezza dove mi avevano portato anni di lavoro, di dura gavetta e di sacrifici. Il puzzle era finalmente completo.
Oggi sei la voce della notte fonda dell’emittente di via Massena 2 ma, in realtà, hai sempre avuto un rapporto particolare con la notte…
Se dovessi fare un calcolo probabilmente scoprirei che ho vissuto almeno metà della mia vita di notte tra club e discoteche, facendo il dj. La notte come la vivo ora al microfono con Vittoria Hyde è molto diversa da quella che ho vissuto per anni nei locali di tutta Italia ma, di certo, c’è un affinità: la notte è sempre vera. Di notte le persone si spogliano dell’abito imposto dalla società e si rivelano per quello che sono, nel bene e nel male: di fatti capita così anche con gli ascoltatori che sentiamo in diretta durante la notte su Deejay.
Ecco, raccontaci della metà della tua vita passata tra le luci della discoteca?
Per certi versi sono un miracolato perché durante la notte nei locali vedi cose strane, belle ma anche terribili. La notte è essenzialmente tentazione. D’altro canto io ho sempre cercato di viverla con un approccio professionale: era il mio lavoro. Ho visto gente bruciarsi e buttarsi via. Io invece ho sempre cercato di vedere la discoteca e i club come una professione parallela alla radio, non lasciandomi trascinare in vortici distruttivi. Mi è andata bene, sono stato fortunato, ma devo dire di aver anche avuto forza di volontà e una certa “tenuta psicologica”, che è fondamentale per chi fa il nostro lavoro. Una cosa che mi ha aiutato molto è senza dubbio però il fatto di aver avuto anche una vita diurna parallela alla notte grazie all’Università e alla radio. Insomma, non potevo sgarrare di notte perché spesso la mattina dopo o avevo un esame… o ero in onda!
Hai un libro “in canna” da scrivere a quattro mani con un grande cantautore bolognese…
Su questo non posso svelare niente ancora, anche perché non c’è ancora molto di definito. Posso dirti però che nella vita ho sempre voluto differenziare e questo libro fa parte di questo mio modus operandi. Non per niente oltre allo speaker radiofonico ho fatto anche il giornalista di spettacolo per AdnKronos e per Il Resto del Carlino, ho fatto il dj nelle discoteche, il produttore discografico, il presentatore di eventi e il conduttore televisivo.
Raccontaci un episodio OFF della tua vita…
Ero un ragazzino cresciuto a pane e Radio Deejay quando il “DEEJAY TIME” di Albertino, Fargetta, Prezioso e Molella esplose definitivamente: per noi ragazzi di quegli anni loro quattro erano delle vere e proprie rockstar. Un giorno si trovavano al Motor Show di Bologna con la radio e io – che ovviamente ero dove sarebbero passati ammassato contro una ringhiera insieme a tanti altri – vidi una scena che non dimenticherò mai. Albertino passò e come se niente fosse autografò il décolleté a un’ascoltatrice… In quel momento mi dissi che anche io un giorno sarei voluto diventare come lui!