Vittoria Hyde, 34 anni, eccentrica front woman dei Vittoria and the Hyde Park, deejay e conduttrice radiofonica, si racconta a OFF.
Quando esce il nuovo lavoro dei Vittoria and the Hyde Park?
Sarà un EP che uscirà con il nuovo anno, le date esatte le ufficializzeremo tramite i nostri canali social.
Descrivi Vittoria Hyde con un aggettivo.
Enigmatica!
Dal tuo accento non si capisce da dove vieni. Sei italiana, tedesca, inglese o… tutte e tre le cose?
Sono nata a Monza da genitori tedeschi, trasferiti in Lombardia perché mio padre aveva ricevuto nel 1980 un’offerta irrinunciabile alla Scuola Tedesca di Milano. Poi siamo tornati in Germania dove ho fatto i primi anni di asilo a Singen… che ironia della sorte significa proprio cantare! Poi ho continuato a fare avanti e indietro e, alla fine, eccomi qua! Per quanto riguarda l’inglese invece: è una lingua che uso tantissimo per lavoro, ormai come una seconda (o terza) madre lingua.
Singen, quasi un segno del destino…
Sì, non per niente la musica e il canto hanno sempre fatto parte di me. Pensa che all’età di 5 anni già giravo per casa cantando la lirica. Ero molto esibizionista già a quell’età (sorride, ndr): pensa che un giorno i miei genitori avevano organizzato una cena e mi avevano chiesto di non “dare spettacolo” e di rimanermene buona nella mia stanza. Io di tutto punto sono entrata nella sala da pranzo interrompendo la cena ballando e sono salita su un tavolo tirandomi giù la gonna.
Ti senti un po’ esibizionista anche oggi? Non c’è niente di male sia chiaro…
Negli anni ho limato moltissimo questo aspetto del mio carattere. Quando ero piccola il mio obiettivo era quello di essere “calcolata” dagli adulti e facevo di tutto per mettermi in luce, oggi ho imparato che esiste un momento per tutto, a volte anche per stare un po’ più defilata.
E in questo immagino che la radio ti abbia molto aiutato, anche perché nei tuoi lavori radiofonici più importanti – come quello attuale a Nightcall su DEEJAY – hai un ruolo da co-conduttrice, o sbaglio?
Hai ragione, infatti la radio mi è servita molto per crescere professionalmente ma anche professionalmente. Mi piacerebbe un giorno anche essere io a tirare le fila di una trasmissione ma per oggi mi sento più spalla e sono molto contenta del lavoro che stiamo facendo durante la notte a Radio DEEJAY con Chicco Giuliani.
Dicci di quella chiacchierata inaspettata con Bryan Adams…
Ero in vacanza a Minorca e mi trovavo a uno spettacolo musicale di un duo che faceva cover: uno dei due artisti assomigliava tantissimo a Fiorello mentre l’altro a Bryan Adams. Allora ho fatto una foto e l’ho pubblicata sui social taggando tutti e due. Qualche ora dopo succede una cosa del tutto impensabile: Bryan Adams risponde al mio tag e iniziamo a chattare su Instagram. Abbiamo parlato di tutto e di più, di musica, del mio gruppo, finché lui stesso, che è anche un grande fotografo, si propone per curare la copertina del nostro nuovo album. Ora ci stiamo sentendo settimanalmente per capire come rendere concreta questa collaborazione che, per noi, sarebbe veramente preziosa essendo Bryan uno straordinario artista di fama internazionale.
Hai molti follower sui social, ti senti una influencer? Cosa significa per te questa parola?
Allora, ho sempre cercato di fare cose creative tramite “canali pubblici”, anche prima che esplodesse la mania social tra Facebook, Instagram e Twitter. Ho avuto per anni, ad esempio, un canale YouTube in cui parlavo di moda in maniera un po’ OFF. Oggi però non mi sento una influencer in senso stretto, ovvero legato esclusivamente ai social, anche perché per me gli influencer nascono moltissimo tempo addietro: si pensi solo a David Bowie e Mick Jagger.
Raccontaci un episodio OFF della tua vita.
Qualche anno fa mi trovavo a fare serata in una churrascaria brasiliana a Milano, quando ad un certo punto mentre ballavo ho visto un uomo in lontananza che mi guardava e sorrideva dal priveè (sopraelevato e separato con un ampia vetrata dal resto del locale). Qualche minuto dopo questo scambio di sguardi e di sorrisi, si è avvicinata a me una donna che ricordo essere piuttosto “pomposa”, dicendomi: “Ronaldinho vorrebbe conoscerti, ha chiesto di te”. Io un po’ stupita che il Pallone d’Oro avesse notato proprio me tra tutte le belle ragazze nel locale, chiarisco subito eventuali equivoci, poiché non ero e non sono il tipo di ragazza che si concede così. Così la manager mi ha accompagnata da Dinho che, avvicinandosi al mio orecchio ha iniziato a sussurrarmi “parole importanti”, lusingandomi e spiegandomi che mi aveva notata da un po’ per la mia sensualità. A qual punto, dopo aver chiarito anche con lui che non sarei stata disposta ad “andare oltre” quello scambio di battute, abbiamo iniziato a parlare del più e del meno, tra cui di musica. Insomma, quella serata straordinaria è terminata con un invito ufficiale e inaspettato al trentesimo compleanno di Ronaldinho, dove ho animato la serata e intrattenuto gli ospiti con la mia voce e la mia musica, ovviamente pagata!
Per finire, facci sorridere: raccontaci una grossa figuraccia che hai fatto in questi anni…
Ero a alla festa di compleanno di Riccardo Scamarcio a Roma insieme a tanti personaggi e attori della scena romana. Ad un certo punto della serata mi sono messa a chiacchierare con un bell’uomo, biondo, molto british, un volto noto che però a me in quel preciso momento sfuggiva. Finita la conversazione sono andata da Valeria Golino, all’epoca compagna di Scamarcio, dicendole: “ma io quel tipo l’ho già visto, chi è?”. La sua risposta, ridacchiando, è stata la seguente: “ma come chi è? Quello è Daniel Craig, James Bond”. Insomma, una grande figura di m!