“Pappa e ciccia con Villaggio, ma quando entrò nella mia roulotte..”

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Pippo Santonastaso 83 anni, esordio con il fratello Mario nel 1970, una sorella Lucia, campionessa del Musichiere, ha attraversato tutta la stagione d’oro del cinema italiano. Tra i più apprezzati caratteristi è stato la spalla, tra gli altri, di Adriano Celentano, Lino Banfi e Paolo Villaggio.

Pippo,  negli anni’80 il cinema italiano era ancora capace di grandi incassi al botteghino, ma la critica spesso storceva la bocca: chi aveva ragione, il pubblico o la critica?

Nella bella commedia italiana degli anni ’80 a volte c’erano delle cose anche molto brutte, le facevo lo stesso cercando di aggiustarle. Mi sono permesso spesso di dare anche qualche consiglio per migliorare le trame e in molti casi mi hanno seguito.

Oggi invece il cinema non tira più come una volta: colpa della ripetitività?

Nel cinema di oggi mancano soprattutto i caratteristi. Noi ricordiamo tanti film vecchissimi, come quelli di Totò, ed erano caratteristi perché i loro personaggi sono rimasti nella storia del cinema. Un’altra cosa che manca adesso è un po’ di modestia, perché quando si lavora bisogna stare tranquilli, quando poi esce il film puoi fare lo spaccone ma mentre lo fai devi stare molto tranquillo, modesto, per far venire fuori i personaggi più belli e interessanti.

Adriano Celentano non fa più cinema da anni, ma quando lo faceva lavorava spesso con lei, che ricordo ha?

Il rapporto con Adriano Celentano era meraviglioso, perché lui stesso è un personaggio meraviglioso:lui è proprio così com’è, è vero in tutti i momenti. Un giorno avevo mal di schiena e mi fece i massaggi su una panchina del set per mettermi a posto la schiena. Una volta, quando arrivarono le fotografie delle locandine di un film, mi chiamò per vederle perché aveva piacere ad avermi vicino. L’unico dispiacere che ho è che non ho più avuto modo di ascoltarlo, di sentirlo e di parlare con lui. C’è stato un rapporto bellissimo, abbiamo fatto tre film insieme, tra cui Il bisbetico domato, dove facevo il prete.

Lino Banfi?

Con Banfi ho girato il film Spaghetti a mezzanotte, in cui lui faceva la parte di un avvocato e io quella di un giornalista amico suo: mentre giravamo questo film mi sentivo veramente amico di Lino, perché era una persona squisita con cui si stava bene. Da lui c’è da imparare, è veramente un comico istintivo: certe volte gli venivano fuori idee e battute improvvise.

In molti dicono che con Paolo Villaggio fosse difficile lavorare: conferma?

Una volta, durante Pappa e Ciccia mi chiamò in roulotte e mi fece un rimbrotto per ricordarmi che il comico del film era lui: questa cosa per me fu un complimento per la mia comicità. Io lavoro molto di mimica, muovo la faccia, gli occhi e anche quando cammino ho un modo che fa ridere: come entravo nel personaggio e dovevo camminare facevo ridere.

Domanda Off: un episodio curioso della sua carriera

In Ricchi ricchissimi…praticamente in mutande facevo il giudice dei tribunali, ma era un ruolo piatto e allora io, con il permesso del regista, mi inventai il ruolo del giudice con il raffreddore: finì che continuai ad urlare,  in una giornata di piena estate, di tenere porte e finestre chiuse. Una stupidaggine, ma  caratterizzava il personaggio.

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