Franco Arminio: “Torniamo ai paesi di questa nostra ‘Italia profonda’”

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Franco Arminio autore di "L’Italia profonda" con Giovanni Lindo Ferretti, ha concesso un’intervista a OFF durante Libropolis a Pietrasanta

Scrittore, poeta, regista, “paesologo”: dal borgo dell’Irpinia dove ha sempre vissuto, Franco Arminio ha trovato molti modi per raccontare i problemi dei paesi di provincia dimenticati da tutti, ma facenti parte di quell’Italia profonda che è anche il titolo di un libro scritto a quattro mani con il cantautore Giovanni Lindo Ferretti. Libro che ha presentato con Ferretti domenica 20 ottobre alla fiera editoriale Libropolis, nel comune toscano di Pietrasanta, dove ha gentilmente concesso un’intervista a Off.

Come è nato il suo interesse per questo lavoro?

Io ho sempre vissuto in un piccolo paese, Bisaccia, ed essendomi sempre guardato intorno mi è venuto naturale raccontare i luoghi in cui vivevo; ciò soprattutto dopo il terremoto, che ha stravolto un po’ la vita in quei posti. E mano a mano ho allargato il mio interesse anche ad altri paesi. Non ho scelto di nascere in un paese, ci sono nato, ma nel momento in cui questo era minacciato è stato molto importante per me raccontare quello che accadeva.

Come è nata la collaborazione con Lindo Ferretti per il libro?

Noi già ci conoscevamo, c’è molta stima reciproca, e nel 2016 avevamo fatto un convegno a Roma. La registrazione del convegno non era sufficiente per un libro, quindi abbiamo pensato che si potesse tornare sull’argomento facendo delle interviste scritte. Io e Ferretti abitiamo in luoghi diversi ma dello stesso amore, l’Appennino.

Franco Arminio autore di "L’Italia profonda" con Giovanni Lindo Ferretti, ha concesso un’intervista a OFF durante Libropolis a Pietrasanta

In base al calo demografico attualmente in corso in Italia, come vede il futuro dei piccoli paesi come il suo?

Nell’immediato il futuro sembra abbastanza difficile. Il calo demografico è molto pericoloso, e non si arresta facilmente, tantopiù senza politiche ben strutturate. Ci vuole molta più attenzione ai paesi, poiché il problema è molto complesso e non si può risolvere con piccoli provvedimenti. Però penso che nel medio e lungo periodo i paesi non moriranno, l’Italia tornerà ai paesi. Non saranno mai più quelli che erano cento anni fa, però secondo me ci torneremo ai paesi, sono ottimista in questo senso.

In tempi di scioperi per il clima e Fridays for Future nelle grandi metropoli, esiste un modo per tutelare la natura che invece parta dalle tradizioni e dai piccoli paesi?

I piccoli paesi consumano molta meno anidride carbonica delle grandi città, che stanno dando il grosso del contributo al disastro. E questo è un altro motivo per cui bisognerebbe predicare un ritorno ai paesi. Invece tutto il mondo sta andando verso un’urbanizzazione selvaggia che produce infelicità negli esseri umani oltreché danni al pianeta.

Ci può raccontare un episodio Off della sua carriera?

Nel mio lavoro mi colpisce sempre molto l’incontro con gli anziani, sono quelli che mi danno l’emozione più grande. Una volta una donna anziana mi disse una frase emblematica: “io ogni tanto parlo da sola perché ho paura di perdere la lingua.” In quella frase ho visto l’emblema di un mondo interamente basato sulle relazioni e adesso quella persona vive in tale solitudine che per parlare con qualcuno lo fa da sola.

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