“Massima solidarietà all’artista Edoardo Sylos Labini e agli organizzatori della “D’Annunzio Week” per gli attacchi della sinistra pescarese, che si è rivolta al prefetto locale”. Così Federico Mollicone, capogruppo in commissione Cultura e responsabile Cultura per FdI, sulla Festa della Rivoluzione, che aveva celebrato lo scorso 12 settembre a Pescara la figura di Gabriele d’Annunzio e su cui erano piovuti gli strali per lo “scandaloso” (per altri) spettacolo 1919 Fiume – Città d’Arte e di Vita
Solidarietà era stata espressa anche da parte di Giusy Versace, deputato della Repubblica Italiana, che aveva twittato un messaggio di stima a Sylos Labini, “persona colta e preparata che sul palco riesce a dare vita,anima ed emozioni anche ad una sedia!”.
“Ossessionati dal politicamente corretto”, ci racconta Federico Mollicone, “hanno lanciato anatemi contro una manifestazione che ha visto la partecipazione di migliaia di persone. In media, più di 500 persone a ogni appuntamento sono state presenti per ascoltare il ricordo del Vate. Lo spettacolo, scritto da Edoardo Sylos Labini e Leonardo Petrillo, è un prodotto pregevole, di grande intensità emotiva e dall’alto valore educativo, che ho avuto modo di apprezzare di persona. Invece di urlare, la sinistra studi: il motto “Eia, Eia! Alalà!” veniva usato nell’età classica come inno di guerra, venendo poi ripreso da D’Annunzio; il Vate era tutto tranne che contrario alle donne, dato che la Reggenza del Carnaro stabilì la parità dei sessi. La sinistra si scaglia contro la qualità artistica di D’Annunzio, disonorando uno dei migliori figli della terra abruzzese, in nome dell’ignoranza.
Lo spettacolo esprime e racconta attraverso le immagini e le parole del teatro di narrazione di Petrillo e Labini lo spirito più autentico di Fiume, oltre la destra e la sinistra, tanto che durante la rappresentazione vengono omaggiati i legionari fiumani che aderirono alla resistenza e si parla di Mario Magri, legionario poi morto alle Fosse Ardeatine.
D’Annunzio, da lassù, ride delle miserie umane di chi è ancora legato ai pregiudizi e all’antifascismo di maniera.”
I contestatori sono i sodali di quelli che hanno assegnato il Nobel a Dario Fo, ma lo hanno negato a D’Annunzio, Saint Exupery, Mishima, Buzzati.
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