Remo Girone: “Sarò Enzo Ferrari”

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Remo Girone, ph Facebook RemoGironeOriginalPage

Remo Girone è uno di quei nomi del cinema che incutono un po’ di soggezione. Sarà per “La Piovra”, la serie televisiva “cult” che quest’anno ha compiuto 35 anni, sarà perché è uno dei più illustri nomi del cinema italiano “impegnato”. Ma a lui ridere e far ridere piace eccome. L’abbiamo incontrato in occasione del Festival della Commedia Italiana di Formia.

Qual è il suo rapporto con la commedia italiana, da spettatore e da attore?

A me la commedia italiana piace molto: sono cresciuto con registi quali Mario Monicelli e Dino Risi, con Alberto Sordi, Ugo Tognazzi e Nino Manfredi. Erano quelli i film che mi piacevano. Quelli e il genere western all’italiana. Da attore, invece, ho fatto solo tre commedie al cinema: quelle con Ficarra e Picone, Riccardo Milani ed Ettore Scola. Ma in teatro ho portato Fiore di cactus. Insomma, non mi definisco un comico, ma la commedia, quella scritta bene, basata sulla battuta, sulla velocità e sulla concentrazione, la so fare.

Qual è la sua commedia italiana preferita?

Ce ne sono due o tre in realtà. La grande guerra, I soliti ignoti, Riusciranno i nostri eroi…, I vitelloni. In realtà più ci penso e più aumentano.

Lei ha avuto una grande e fortunata carriera: da dove nasce la passione per la recitazione?

Sin dai primi anni: da bambino, alle elementari, mi facevano leggere sempre le poesie, mentre durante le medie recitavo nelle operette organizzate per la fine dell’anno con i Filodrammatici. E siccome non ero un grande cantante, mi chiamavano per ruoli di protagonista. Alla fine dell’anno si assegnavano anche le medaglie d’oro: io ce l’avevo in arte drammatica.

Remo Girone si racconta a OFF nell'intervista di Salvo Cagnazzo
Victoria Zinny e Remo Girone

Nella sua carriera c’è stato qualche palco che le ha procurato un po’ di soggezione, di timore?

Il timore si ha sempre ogni volta che si fa un personaggio nuovo, almeno il primo giorno. Ma il vero timore non l’ho mai avuto. Eccetto due anni fa per il film con Ben Affleck, La legge della notte: nel cast c’erano tanti premi Oscar e altrettanti con tante candidature. Una sensazione simile l’ho provata al Teatro Reggio di Parma, con Zio Vanja, dove interpretavo Astrov.

Ci tolga una curiosità: ma è vero che doveva partecipare al Festival di Sanremo del 1992 con Marcella Bella? Quella canzone la sentiremo prima o poi?

Meglio di no! Quella canzone fu scritta da Gianni Bella e cantata da Marcella, che era appena diventata mamma del piccolo Tommaso. La mia era soltanto una parte recitata, in cui parlavo di bambini che soffrivano la fame. La canzone era stata bocciata da Sanremo in quanto ritenuta troppo commerciale: io ero reduce dalle…”Piovre” e lei era…”Marcella Bella”…

Che ricordo ha degli anni de “La Piovra”?

Grandissima esperienza e bellissimi ricordi. Cercavano un attore giovane, di circa 20 anni, per coprire quel ruolo. E io ne avevo già 35. Era una parte difficile…

Ci racconti i suoi inizi con “La Piovra”

Cercavano un attore più giovane per quel ruolo, era una parte difficile. Accettai: non avevo visto i due film precedenti, sapevo solo che era un grande successo. Però avevo già lavorato con Michele Placido. Mi avevano proposto un ruolo molto più lungo rispetto a quello che poi interpretai, era quello di un avvocato, che poi sarebbe morto. Io invece mi proposi per quello che poi non sarebbe morto [ride, n.d.r.].

Remo Girone si racconta a OFF nell'intervista di Salvo Cagnazzo
Francesca Di Giampietro, Victoria Zinny, Remo Girone

Prossimi impegni?

Un film uscirà il 15 novembre, con Matt Damon e Christian Bale: “Ford vs Ferrari“. Qui copro il ruolo di Enzo Ferrari e si spera sia un blockbuster. Di certo l’impegno è stato enorme per tutti: hanno addirittura affittato un aeroporto privato per trasformarlo in una pista. E hanno ricostruito le macchine in vetroresina, ma con motori Chevrolet, con tanto di piloti veri, come il figlio di Damon Hill. Loro non mi conoscevano, ma quando hanno capito che avrei impersonato Enzo Ferrari, hanno voluto tutti fare una foto con me.