Lino Banfi: “Volevo essere ‘Un borghese piccolo piccolo'”

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Lino Banfi. Sessant’anni di carriera, oltre cento film e decine di produzioni televisive. Ma nel suo cuore ci sono soprattutto Pasquale Baudaffi e il commissario Lo Gatto. E’ una delle colonne della commedia italiana. E sta per compiere sessant’anni di carriera. Era il 1960 quando, diretto da Lucio Fulci, fece il suo debutto cinematografico. Seppur in un piccolo ruolo. Da allora ha preso parte in oltre cento film. E decine di produzioni televisive. Non sorprende, insomma, che sia stato uno dei grandi ospiti del Festival della Commedia Italiana di Formia, organizzato da Snap Creative Hub, dal 30 giugno al 7 luglio, con la direzione artistica di Fabrizio Conti, Ricky Tognazzi e Simona Izzo. Abbiamo colto l’occasione di questo suo impegno per farci raccontare la sua straordinaria carriera. E, anche, qualche piccolo sogno.

A proposito di commedia, uno dei tuoi personaggi più riusciti è il Commissario Lo Gatto.

Sì, ed è anche uno dei miei favoriti. Ho avuto la fortuna di fare il film, diretto da Dino Risi, che sarà ricordato nei prossimi giorni a Favignana,  dove c’è anche un altro bel festival. Su quell’isola festeggiai il mio 50esimo anno: in quell’occasione quelli della troupe mi dissero “Il Commissario Lo Gatto esisterà sempre”.

La tua commedia più bella?

Un’altra a cui sono molto legato è Vieni avanti cretino. Perché è un film “di mia proprietà”. Avevo carta bianca su tutto, è una mia creatura. Ancora oggi, quando lo proiettano, è come se fosse stato girato un paio di anni fa. Invece ha ben quarant’anni.

Qualcuno invece che avresti voluto fare.

Sicuramente Un borghese piccolo piccolo di Alberto Sordi. Era la storia di una brava persona, professionale e onesta, poi distrutta da una serie di tragedie. Così il protagonista diventa incredibilmente cattivo, perché non si può sempre tacere e perdonare.

Come lo vedi il futuro della commedia?

Vorrei che esistesse per ancora un bel po’ di anni. Però io ho parlato con chi di dovere, e mi ha detto che più di 8-10 anni a me non li può dare. Sai, a metà luglio ne avrò 83…

Un personaggio che ti piacerebbe ancora fare.

Mi piacerebbe tornare a vestire i panni di un frate cappuccino. L’avevo già fatto per la tv con Nino Manfredi, nella serie tv Rai Un posto tranquillo. E mi piacerebbe riproporlo.

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