Il Graal di Julius Evola, tempo eroico in un’era decadente

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Dante Gabriel Rossetti, The Damsel of the Sanct Grael (1874)

Il Graal continua ad affascinare la coscienza collettiva dell’uomo tanto che assistiamo a una proliferazione di volumi, articoli, saggi, trasmissioni televisive, film che hanno come oggetto propria la Sacra Coppa. Eppure la situazione non è sempre stata così: nel 1937, quando Julius Evola mandava alle stampe Il mistero del Graal e la tradizione ghibellina dell’impero per Laterza, in Italia non erano presenti libri dedicati a questo argomento.

Nel gennaio del 2018 la Fondazione Julius Evola ha organizzato un convegno teso a celebrare gli ottant’anni dall’uscita di questo volume: gli atti del consesso sono stati ora pubblicati in una raccolta di saggi recante il titolo Graal, simbolo millenario. Leggenda, storia, arte, esoterismo (Edizioni Arkeios, 2019, 172 pagine, 17,50 euro), curata da Giovanni Sessa.

Nell’opera si procede a uno studio minuzioso del Graal sotto un profilo mitologico, letterario e simbolico dandoci modo di comprendere appieno il significato di questa reliquia, che ha subito nel corso dei secoli molteplici interpretazioni.

Nel prologo Gianfranco de Turris ci spiega l’importanza del Graal, il cui fine è quello di fornire un simbolo imperiale nel quale è possibile scorgere una serie di strumenti atti a rivitalizzare la modernità.

Sotto un profilo meramente storico, Franco Cardini ci ricorda che la diffusione in Occidente delle tradizioni relative alla santa reliquia avevano l’obiettivo di nobilitare le origini dei sovrano-angioino plantageneti.

Graal, simbolo millenario. Leggenda, storia, arte, esoterismo (Edizioni Arkeios)

Francesco Zambon evidenzia il fatto che il mito graalico nella letteratura contemporanea ha assunto una valenza negativa e ci riporta con decisione all’utilizzo del metodo tradizionale, attraverso il mito e il simbolo, per comprendere l’effettivo significato della Sacra Coppa. Inoltre ha anche modo di specificare che la visione del Graal di Evola si differenzia da quella di René Guénon, dato che lo studioso romano afferma la preponderanza in esso di elementi nordici e celtici, ritenendo quelli cristiani solamente accessori. Pertanto, secondo questo orientamento di dottrina, il Graal rappresenta il simbolo di una forza trascendente connessa direttamente allo stato primordiale e all’Età ultima.

Mariano Bizzarri, seguendo l’insegnamento di René Guénon, mette in luce il fatto che la Sacra Coppa presenta sostanzialmente tre elementi fondamentali: la perdita di una conoscenza superiore, l’acquisizione dei Misteri Minori e il necessario accesso a un luogo considerato il Centro del Mondo affinché le proprietà della reliquia possano manifestarsi appieno. In ordine al fatto che la tradizione del Graal sia stata importata dall’Oriente, Alberto Ventura dimostra agevolmente che questa tesi è da rigettare, specificando comunque che tali elementi posso essere utili per comprendere meglio il mito.

Graal, simbolo millenario. Leggenda, storia, arte, esoterismo fornisce non solo al lettore un volume imprescindibile per capire la storia dell’origine e dell’evoluzione di una delle reliquie più desiderate dall’umanità, ma ci consegna anche gli strumenti per accedere a quel tempo mitico-eroico, ormai perduto in quest’era decadente.