Martufello, il Bagaglino e quegli indimenticabili viaggi con Oreste Lionello

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Martufello: "“W la foca”, un film cult fin troppo censurato.."

Fabrizio Maturani, in arte Martufello, attore e comico italiano, in scena per più di trent’anni al Bagaglino affianco a Oreste Lionello, ha lavorato con Castellacci e Pingitore, ha fatto più di venticinque anni di televisione in prima serata e ha quasi sessanta titoli di teatro sulle spalle. Andrà in scena con “L’imbianchino” dal 26 al 28 aprile al Teatro Dehon di Bologna e dal 2 al 12 maggio al Teatro Roma, insieme a Manuela Villa e Nadia Rinaldi, con la regia di Claudio Insegno.

È a Teatro con Nadia Rinaldi e Manuela Villa con “L’Imbianchino”, un ritorno alla commedia degli equivoci.

È una bella storia e ha un finale molto curioso. Abbiamo ridotto il testo originale ad un tempo solo e il secondo l’abbiamo sostituito con Nadia e Manuela che cantano e io faccio un one man show. Siamo una bella compagnia, andiamo d’accordo e riusciamo a trasmettere al pubblico la nostra complicità.

Cinema, teatro o TV, qual è il luogo dove le piace di più lavorare?

Ha dimenticato le piazze, il luogo che preferisco. Film ne ho fatti pochi perchè il cinema non mi ha mai cercato, dicono che sono troppo “personaggio”.

È capitato che qualcuno non rida alle sue battute?

Sì, ci rido sopra io: il problema è quando arrivano i pomodori e diventano ketchup. (Ride, ndr)

Qual è stato il segreto del suo successo?

Un giorno Pingitore mi disse di mettermi il cappello per non dimenticare le mie origini, questa è stata la mia fortuna. Io arrivo da un piccolo paesino e ho saputo portare sul palco la vita vera e le mie radici: il dialetto è il DNA dell’Italia. 

Come fa a piacere così tanto alle donne?

Mi definivano il “playboy” di via dei Due Macelli. Io sono sempre un uomo innamorato, amo le donne per non pensare alla morte. L’amore è un sentimento che ti fa rifiorire.

Fabrizio Maturani, in arte Martufello, attore e comico italiano, in scena per più di trent’anni al Bagaglino affianco a Oreste Lionello, si racconta a OFF

Un ricordo di Oreste Lionello?

Era un grande artista, ho lavorato con lui per trentuno anni e sul palco sono sempre stato dieci centimetri dietro a lui. Quando lui entrava nel camerino, io mi alzavo. Le cose che mi mancano di più sono le nostre telefonate e i nostri viaggi.

Qual è a donna più bella con la quale ha lavorato?

Ho lavorato con tantissime belle donne, due in particolare Pamela Prati e Valeria Marini. Le ho amate entrambe, nessuna però è cascata ai miei piedi e non ne capisco il motivo. 

Che ricordo ha del film “W la Foca”?

Un film cult, anche se a lungo censurato. È stato bellissimo lavorare con Bombolo, Franco Bracardi e Lory Del Santo che, ci tengo a precisare, nella vita ci fa e non ci è. Tra l’altro, era di una bellezza disarmante.

Ha un rimpianto?

Mi sono pentito di non aver studiato, dico spesso ai giovani che la prima cosa da fare per recitare è studiare. Io durante le interviste mi sono sempre salvato buttando in ‘caciara’. Il mio maestro è stato Pier Francesco Pingitore, mi ha insegnato tutti i segreti del mestiere.

Ci racconta un episodio Off?

Quando sono entrato al Bagaglino provenivo dalla piazza. Quando ho iniziato, dissi a Pippo Franco “Io ho una marcia in più” e lui mi rispose “Peccato per il freno a mano”.