Dandolo: “Quei pomeriggi con Eco a parlare di donne e filosofia…”

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Alberto Dandolo: "Quei pomeriggi con Eco a parlare di donne e filosofia"
Courtesy Alberto Dandolo

Alberto Dandolo, 45 anni, giornalista per passione e professione, storico collaboratore di Dagospia e Oggi, divulgatore di “vizi privati” e “pubbliche virtù”. Dicono di lui che “conosce i segreti di tutti”. Oggi a OFF svela i suoi …

“Furbizio” Corona ha detto a Non è l’arena che sei uno dei giornalisti più influenti d’Italia. Ti senti addosso questa definizione?

Assolutamente no, prendo sul serio quello che faccio ma non mi prendo sul serio. La scrittura, il giornalismo e la comunicazione sono una passione diventata per caso un lavoro; non ho mai voluto lo stipendio da Dago, perché Dagospia è il mio spazio di libertà quotidiano, come anche il settimanale Oggi, dove ho un editore estremamente libero. Non sono mai stato una persona ambiziosa e nella vita ho sempre seguito le mie inclinazioni, vivendo alla giornata. Ho sempre ambito unicamente a “essere contento di quello che faccio”. Non ho mai pensato di diventare un importante giornalista, non me n’è mai fregato niente: volevo e voglio essere solo contento di quello che faccio, sempre con la massima libertà.

Di cosa hai paura nella vita di tutti i giorni e sul lavoro?

Nella vita ho il terrore della morte e di ciò che non posso comprendere pienamente. Sono un po’ ipocondriaco: se mi viene mal di testa penso subito a un ictus. In realtà, avendo studiato filosofia, non dovrei avere paura dell’ignoto, perché in filosofia “la risposta non è che un’altra domanda”. Rispetto al lavoro, invece, ho paura di non comprendere la realtà, di non riuscire a interpretare correttamente un avvenimento o un retroscena. Sono molto scrupoloso infatti quando lavoro, nel rispetto della vita delle persone di cui scrivo. I miei antidoti alla paura sono ancora oggi la filosofia e la scrittura, poiché mi aiutano ad affrontare la vita e ad avvicinarmi alla verità.

Sei mai stato minacciato per qualcosa che hai scritto?

Mai in maniera chiara e diretta. Velatamente, sottobanco, è capitato spesso.

Com’è cambiata la tua vita con Dago?

Roberto è una delle persone più intelligenti che conosca. Mi ha insegnato a capire cos’è una notizia, come sentirla; lui è uno che fiuta le notizie a 20 km di distanza 10 giorni prima che vengano fuori. Non ho mai voluto farmi pagare da lui perché ero un grande estimatore del sito e, quando ho avuto l’opportunità di scriverci, ero già contento così. Roberto mi ha insegnato tutto e mi ha dato uno spazio sempre più ampio, per questo gli sarò sempre riconoscente.

Raccontaci di quegli incontri OFF con Umberto Eco.

Ci incontravamo al Caffè del Museo a Bologna a prendere l’aperitivo dalla Piera, una cara amica mezza mongola e mezza napoletana. Quegli incontri con Umberto mi hanno cambiato e hanno cambiato il mio modo di vedere le cose. Era straordinario, una persona di grande spessore umano e intellettuale e, soprattutto, un gran simpaticone! Amava follemente la vita, amava le donne: parlava nello stesso pomeriggio di prostitute, di filosofia e di Dio con con la stessa cognizione di causa e serietà. Ah, poi gli piaceva lo spritz! Come tutti i più grandi, Eco era una persona accessibile. Io nella mia carriera ho avuto più difficoltà a intervistare una Velina piuttosto che Gianni Vattimo. Purtroppo molta gente in Italia “se la sente troppo”!

Svelaci qualcosa delle tue fonti “segretissime”.

Le mie fonti sono soprattutto le mie amiche trans e le prostitute che ho sotto casa a Milano, dove abito in un quartiere molto popolare. Il vero potere, di notte, incrocia il mondo della prostituzione, dei transessuali e delle escort: forse per necessità di deresponsabilizzarsi pagando il tempo di una persona che ti ascolta mentre ti spogli dei tuoi segreti. Calciatori, uomini della finanza, politici, si sono affidati tutti alle cure fisiche e “psicologiche” di prostitute, escort e trans; non si tratta di sapere chi ci va, ma di tirare fuori la notizia da questi incontri. Molte prostitute raccontano un sacco di balle a riguardo: io però ho le mie due o tre fonti affidabili e so che quello che mi dicono è la verità. Mi è capitato di sapere in anticipo cosa sarebbe successo a un’azienda, a un emendamento, oppure in che squadra sarebbe andato un calciatore.

Sta per tornare Il Grande Fratello, secondo te si alzerà ancora “l’asticella”?

Secondo me il limite è stato raggiunto e quest’anno non si farà di più dell’anno scorso. Partendo dal presupposto che la televisione commerciale – secondo me – non ha nessuno scopo pedagogico, bisogna anche però cercare di non renderla diseducativa. Va bene premiare gli ascolti, ma c’è un limite.

Raccontaci l’episodio OFF che ha cambiato la tua vita.

Anni fa ho mandato una mail a Dago per proporre una mia collaborazione sul sito con una rubrica incentrata sul mondo gay di Milano dal titolo “La Milano per pene”; Dago non ha mai letto quella mail evidentemente perché non ho mai ricevuto una risposta. Poi, un giorno qualunque di un dicembre qualunque ho mandato alla redazione di Dagospia un pezzo su una festa nel mondo della moda e, miracolosamente, il pezzo è stato pubblicato poco dopo. Da lì è iniziata la nostra collaborazione e ho conosciuto Dago, che mi ha insegnato tutto sul giornalismo quando ancora non ero nessuno.

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