“Divenire”, a Roma il pensiero di Eraclito nel continuo fluire dell’arte

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Andrea Pinchi - 2019 - Umberto Urban Squid – tecnica mista su tela - cm 100x 140

Divenire di Eraclito di Efeso, il presocratico che ha enunciato molto probabilmente non il Pánta rheî, che è stato tramandato da Platone, ma un condensato di pensieri sul fluire. La vita che scorre, va avanti, le acque che non sono mai le stesse. In questo group show a mia cura ci sono la pittura, l’installazione, l’arte digitale, la fotografia e la scultura“.

Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci, nella mostra collettiva Divenire, fino al prossimo 29 marzo alla galleria e centro sperimentale Spazio Arte T24 di Roma, crea un connubio visivo tra i lavori degli artisti Marco Angelini, EPVS (Elena Panarella Vimercati Sanseverino), Yiannis Galanopoulos, Cristallo Odescalchi, Andrea Pinchi e Federica Zianni. Un’esposizione che guarda al pensiero eracliteo e al concetto di flusso spazio-temporale.

Eraclito parlò della fissità come inganno, delle acque di un fiume che non sono mai le stesse e Platone parlò del Sole come Bene, un sole da render nuovo ogni giorno: come si può pensare il continuo mutamento della natura e delle cose che non è possibile ingabbiare in sistemi? Il fiume in cui ci immergiamo è lo stesso, ma se le acque che lo compongono non sono mai le stesse, anche il fiume, la realtà, così come il sole, non è mai lo stesso fiume. Non si può rivivere ciò che è passato: bisogna accettare il divenire“, sottolinea la curatrice Nidiaci.

Opere non ibride ma che esprimono nel vissuto artistico degli autori il fluire in una relazione costante all’interno dell’allestimento romano.

L’intervento di Cristallo Odescalchi si concretizza nel minimalismo digitale che si accosta alle sculture in bronzo di Federica Zianni e alla grande tela di Andrea Pinchi. Poi  gli scatti di Yiannis Galanopoulos, che immortala i dettagli degli impianti idrici, la serie di pitture astratte in acrilico che ricordano l’elemento liquido di Marco Angelini e la suggestiva installazione di EPVS che rappresenta una piscina realizzata con materiali di scarto, e davanti alla quale viene posto frontalmente, in un legame quasi dialogico, un dittico di fotografie schermate da lastre di plexiglass.

Un percorso espositivo che è un melting pot di forme e colori, alternati al bianco e nero puri. Tecniche espressive diverse che parlano con linguaggi e lessici differenti per raccontare la filosofia di Eraclito di Efeso attraverso l’arte in “divenire”.