Dopo 40 anni dalla versione di e con Gigi Proietti il teatro Eliseo riapre il sipario al capolavoro di Luigi Magni, la commedia di Gaetanaccio.
Lo spettacolo, in scena fino al 10 marzo, è diretto dalla sapiente regia di Giancarlo Fares e vede protagonisti Giorgio Tirabassi e Carlotta Proietti. Nello spettacolo anche Carlo Ragone, Elisabetta De Vito, Daniele Parisi, Marco Blanchi, Enrico Ottaviano, Matteo Milani, Pietro Rebora, Martin Loberto e Viviana Simone.
Ispirata ad un personaggio realmente esistito nella Roma papale, Gaetano Santangelo detto appunto Gaetanaccio, la commedia racconta le vicende di un burattinaio ambulante dal carattere spavaldo e dissacrante che allietava la nobiltà capitolina per le vie della città o nei palazzi in occasioni di festa. Sprezzante nei confronti dei precetti imposti dal Pontefice, non si assoggetta all’editto che vieta ogni forma di espressione culturale, tra cui le rappresentazioni teatrali, che condanna gli attori alla fame: “Ma, soprattutto, vengono soppresse tutte quelle presunte attività culturali le quali che, quando va bene, non servono a gnente”.
Preso a manganellate dai gendarmi, Gaetanaccio cerca conforto nell’amata Nina, attrice di una piccola compagnia teatrale, che non se la passa meglio. Preso dalla fame accondiscende a sollazzare il papa, ma per spavalderia finisce in gattabuia. Lei, incapace di sbarcare il lunario pur mostrandosi accondiscendente verso un prelato, decide di buttarsi nel Tevere.
Una commedia amara dove convivono amore e cinismo, poesia e ironia. Il tutto presentato in un racconto musicale di 12 brani sospeso tra sogno e realtà. Le musiche, di cui sono autori Gigi Proietti e Piero Pintucci, riarrangiate da Massimo Fedeli ed eseguite dal vivo dallo stesso Fedeli al piano e fisarmonica, Diego Bettazzi al flauto e clarinetto, Stefano Ratchev al violoncello, Claudio Scimia al violino e chitarra e Alessandro Vece al piano, violino e mandolino, rappresentano un elemento di indiscussa continuità con il passato.
Quella di Gaetanaccio è una commedia musicale in cui l’onirico ha una dimensione importante (grazie anche alle scenografie favolistiche di Fabiana di Marco) e in cui i burattini portano in scena storie simili a quella del protagonista stesso: storie di vite sospese tra sogni e bisogni, tra amore e cinismo. Come l’amore per Nina, un desiderio di bellezza e di poesia che si scontra con una realtà spesso difficile.
Uno spettacolo bello, che brilla per attualità e molto poetico, arricchito dalla cura dei costumi di Santuzza Calì e dei suoi cinquanta burattini. Un appuntamento da non mancare che rimette al centro la commedia popolare in uno spettacolo sapientemente curato adatto anche ad un giovane pubblico.