Federico Zampaglione, 50 anni, voce e chitarra dei Tiromancino, fra i gruppi di riferimento della scena musicale indie in Italia a cavallo tra gli anni Novanta e i primi Duemila. Oggi tornano sulle scene con un nuovo tour nei teatri.
Raccontami
di questo tour a teatro: com’è nata l’idea di lavorare con l’orchestra?
E’ stata un’idea di Francesca Rubino e Maurizio Caldatori, che volevano fare
qualcosa di speciale: nei nostri dischi c’è stata spesso l’orchestra e questo
ci ha permesso di collaborare con l’Ensemble Symphony Orchestra, guidata da
Giacomo Loprieno. Le prime date sono state un successo e noi ci siamo divertiti
molto. È un concerto variopinto, con atmosfere particolari: ci sono gli archi,
ci sono le percussioni e io suono parecchio la chitarra. Insomma, un concerto
abbastanza inaspettato e molto particolare.
Io
spesso associo la musica ad un effetto simile a quello del cibo: mi accorgo se
mi piace o meno nel momento in cui ho voglia di ascoltarla nuovamente…
A volte capita di assaggiare qualcosa che lì per lì ti lascia un po’ così,
magari perché ha un gusto un po’ particolare che non riesci a capire bene…poi cominci
a ripensarci e ti accorgi che ti era piaciuto e lo vuoi gustare di nuovo. Per
fare un esempio: La descrizione di un
attimo ha avuto questo tipo di effetto sul pubblico, di primo acchito molti
non sono riusciti a capire che tipo di pezzo fosse ma po’ ha conquistato sempre
più persone e oggi è diventata una delle nostre canzoni più amate e conosciute.
Tuo
padre rilasciò un’intervista alla Rai in cui si definì “padre d’arte”: una
bellissima dichiarazione d’amore…
Mio padre è forte, io e lui insieme abbiamo scritto tanti pezzi: Tra di noi, L’alba di domani, Amore
impossibile. E’ un grande collaboratore, un grande scrittore e una persona
che ama veramente la musica.
Un’altra
tua perla è stata il film Nero
bifamiliare: raccontaci quell’esperienza
da regista.
Quel film aveva dei momenti ottimi. Era un
ibrido: una commedia un po’ spagnola dai tratti un po’ grotteschi,
caricaturali, un tipo di approccio che in Italia non è molto sentito, ma una
cerchia di appassionati lo ha apprezzato.
La
maggior parte dei cantautori parla di amore perduto o di amore ritrovato. Tu in
che momento della vita sei?
Nella fase dell’amore ritrovato: sono uscito con Casomai, una canzone dedicata a Gilda, la mia ragazza. Per me
questa è una fase di rinascita sentimentale.
Tua figlia ascolta le tue canzoni e viene ai tuoi concerti?
Per i concerti è ancora un po’ piccola, ma le canzoni le ascolta sempre, anche quelle appena sfornate e mi dà un suo giudizio sincero.
Mi racconti un episodio off della tua carriera?
Una sera con mio padre, quando avevo diciassette anni, andai a vedere Roberto Ciotti in un locale romano perché mi piaceva molto la chitarra blues. Uscito dal locale, dissi a mio padre: «papà io voglio fare questo lavoro da grande!».
Federico Zampaglione_Ph Stefania Rosin Federico Zampaglione_foto di Stefania Rosin Federico Zampaglione_foto di Leandro Manuel Emede