Pittura e Sacro: alla faccia dello spiritualismo un tanto al chilo

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Trittico delle Sante(Santa Gemma Galgani, Santa Liberata, Santa Mustiola) Olio,bitume e resina su tela(trittico composto da tre pannelli 55x82)mis.totali 165x82. 2017
Sergio Padovani, Trittico delle Sante(Santa Gemma Galgani, Santa Liberata, Santa Mustiola) Olio,bitume e resina su tela(trittico composto da tre pannelli 55×82) misure totali 165×82. 2017

L’arte o è sacra o non è. È questo l’imperativo categorico – affatto morale, ierofanico e teologico piuttosto – che attraversa la mostra L’arte che protegge. Pittura contemporanea e Sacro, a cura di Camillo Langone, allestita presso il Palazzo dei Capitani del Popolo di Ascoli Piceno e aperta al pubblico prorogata sino al 20 gennaio 2019.

La mostra è fondata su alcuni pilastri essenziali, comuni a tutti gli artisti selezionati: il ricorso a un’arte di tipo figurativo, una poetica vibrante desiderio di bellezza, il riferimento esplicito al sacro – a quella potenza numinosa e terribile che Rudolf Otto ha definito nel suo celeberrimo saggio come mysterium tremendum e fascinans.

Interessante, va aggiunto, il prevalente confronto con la tradizione della cristianità, che con Novalis potremmo identificare con l’Europa stessa: in un’epoca di fascinazioni esotiche e neospiritualismi prêt-à-porter, Langone mostra il coraggio di un confronto serrato con l’iconografia cattolica, nel rispetto – anzi, nell’estatica ammirazione – della sua espressività simbolica e spirituale, e, insieme, nella proposizione affatto passatista di artisti per nulla “scolastici”, dagli orizzonti ampi, in dialogo con la contemporaneità e l’avanguardia.

Nella mostra, dunque, si succedono esempi di arte sacra ufficiale, opere legate alla devozione privata, ma anche creazioni prive d’immediata finalità religiosa, dove l’esperienza del sacro promana dalla pura esperienza estetica.

Giovanni Gasparro, Amoris laetitia. San Giovanni Battista ammonisce l’adulterio di Erode Antipa ed Erodiade. Olio su tela, 100×150 cm, 2017

Fra i diversi “geniali costruttori di bellezza” – così Giovanni Paolo II definì gli artisti – esposti, non possiamo non citare Vanni Cuoghi, Ilaria Del Monte, Stefano Di Stasio, Davide Frisoni, Omar Galliani, Giovanni Gasparro, Rocco Normanno, Tommaso Ottieri, Lorenzo Puglisi, Sergio Padovani, Ercole Pignatelli, Nicola Samorì.

Che arte, bellezza e sacro siano intimamente connessi, non sarà certamente quest’articolo a precisarlo. Per chi nutre dei dubbi, basti compulsare, fra gli altri, il Simposio di Platone, i capolavori della Scolastica medievale o, più recentemente, i monumentali studi di Ananda K. Coomaraswamy e l’estetica teologica di Hans Urs von Balthasar. Che arte, bellezza e sacro possano ancora essere intimamente connessi, L’arte che protegge lo esemplifica con efficacia. Lo dichiara, nel catalogo della mostra, lo stesso curatore: «Il sacro pittorico visibile qui ad Ascoli Piceno si dimostra, sebbene non pilotato da teologi e solo in pochi casi un poco pilotato da me, mediamente più sicuro del sacro ecclesiastico visibile in tante nuove o rinnovate chiese». Provare per credere.