Pregenesi, la “scatola di contemplazione” di Erik Saglia

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Pregenesi: quel flusso d'esperienza firmato Erik Saglia

Pregenesi: quel flusso d'esperienza firmato Erik Saglia

29 anni e un lungo futuro davanti. Erik Saglia, con la sua nuova mostra Pregenesi, in corso presso Spazio Lancia di Torino, visitabile su appuntamento, dimostra di non avere solo tecnica e stile, ma anche estro e creatività.

Nelle sue grandi opere, 250 x 190 cm, realizzate su pannelli di legno dipinti a vernice spray e lavorati negli strati successivi con nastro adesivo, pastelli, a cera e olio, e resine epossidiche.

Classe 1989, il torinese Erik Saglia ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Torino e ha iniziato a esporre già a 24 anni, durante la collettiva Too big or not too big, alla Thomas Brambilla di Bergamo, galleria della cui scuderia l’artista fa ancora parte. Negli anni successivi, poi, le mostre a Milano, Torino e a Les Moulins, Boissy-Le-Chàtel, in Francia, e a asis Frankfurt. Ma partecipa anche alla fondazione dello spazio indipendente Spazio Buonasera, con cui promuove interessanti progetti sperimentali e di ricerca.

Le opere di Erik, quelle di Pregenesi, sono la rappresentazione del momento in cui la materia e le forme si stanno organizzando, costruendo griglie, strutture, incastri, sovrapposizioni. Un luogo nel quale punti, linee, superfici, lettere, numeri e colori, creano uno spazio di contemplazione e di flusso d’esperienza. Un luogo, ancora, nel quale ristabilire una realtà priva di narrazione, nella quale riuscire a rilassare la mente e il corpo. Le opere di questa mostra vogliono confondere le narrazioni umane, azzerandole, mischiandole e rimettendole in gioco.

La sua, dopotutto, è una costante ricerca stilistica. L’artista ama creare, lo fa per trovare se stesso, per meditare e rilassarsi. E lo fa molto in studio, certo che il lavoro costante sia la soluzione migliore alla crescita personale e spirituale di ognuno di noi. Un silenzio per immortalare meglio il boom. Ad attirare l’attenzione dell’artista, infatti, è quel momento di caos, un momento in cui la catastrofe domina, il disordine prevale e la distruzione sembra imminente. Tutto questo rappresenta un’occasione per l’artista di concentrarsi sull’“attimo precedente all’impatto”. Una condizione che ogni uomo vive nel corso della sua esistenza: quell’attimo in cui tutto si distrugge, da cui rinascere e ricostruire.