La RAI compri subito Rosso Istria

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All’appello lanciato da Edoardo Sylos Labini, fondatore di CulturaIdentità, risponde il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, che all’epoca si battè per aiutare la Venice Film di Alessandro Centenaro, per produrre la pellicola girata da Maximiliano Hernando Bruno. Gasparri assicura che il film, prodotto in piccola parte anche grazie all’aiuto di Rai Cinema, verrà trasmesso dalla televisione pubblica. Lo auspichiamo, ma siccome di promesse se ne fanno sempre tante in politica, dalle nostre pagine noi rilanciamo l’appello perché intanto il film venga fatto proiettare in più sale possibili. Quando si tratta di portare alla luce una pagina orrenda della storia italiana per troppi decenni nascosta è bene insistere e fare pressione su chi ci governa, è questo uno dei tanti obiettivi del nascente gruppo di CulturaIdentità.

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Era il 30 marzo 2004, Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Venne istituito con legge il “Giorno del Ricordo” come solennità civile nazionale italiana per ricordare la “tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo degli istriani, dei fiumani e dei dalmati italiani dalle loro terre durante la seconda guerra mondiale e nell’immediato secondo dopoguerra (1943-1945), e della più complessa vicenda del confine orientale”.

Eppure, nonostante l’istituzionalità conferita ad una commemorazione del genere, non c’è mai stata trasversalità nel ricordare in maniera bi-partisan una tragedia che ha avuto come vittime più di 30000 italiani, “colpevoli di essere italiani”. Si è fatta polemica su presunte appartenenze politiche, su ipotetiche connivenze con il regime fascista di persone che subirono violenze, che furono trucidate, che furono giustiziate senza un processo e i cui corpi furono gettati nelle cavità carsiche del nord-est italiano, molti ancora da vivi. Il tutto a guerra finita.

Accade che Maximiliano Hernando Bruno, regista argentino classe 1977, decide di girare fintamente un film sul dramma degli eccidi compiuti dai partigiani titini e italiani, di raccontare la struggente storia di Norma Cossetto, studentessa italiana, istriana di un paese vicino Visignano, uccisa da partigiani jugoslavi nel 1943 nei pressi della foiba di Villa Surani.

Il film è distribuito dalla Venice film, ma dei 4500 schermi che ci sono in Italia, nella prima settimana la proiezione è avvenuta solo in 30 sale e in 40 nella seconda. Chi ha avuto l’opportunità di vederlo, al di là della giusta crudezza di certe immagini, racconta  di sale strapiene. Per questa ragione, alcuni cinema hanno deciso di prolungare la programmazione.

Qual è, quindi, il problema? Il problema è culturale. C’è chi si è impossessato di settori strategici come TV e Cinema e ha pensato di utilizzarli a proprio uso e consumo, arrogandosi il diritto di indirizzarli politicamente ed eticamente come sta succedendo con Rosso Istria. Non se ne può più. Qui c’è stato un vero e proprio boicottaggio.

Per questo facciamo nostra la proposta dell’Associazione Unione degli Istriani affinché la Rai acquisisca i diritti del Film e lo trasmetta sulla Tv nazionale in prima serata. Se volete il cambiate prima la Verità!