D&G non hanno ucciso nessuno. Non esageriamo

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D&G non hanno ucciso nessuno, le scuse sono giuste, ma non esageriamo. Nel video di scuse Stefano Gabbana e Domenico Dolce appaiono realmente contriti e questo mi sembra sufficiente, sanno di aver sbagliato, sanno che l’errore costerà loro tanti soldi, sanno che il brand D&G rischia di essere deprezzato. Ma non sono manigoldi, non hanno rubato alcunché, non hanno detto il falso, non hanno smerciato prodotti fake, non hanno venduto vetture inquinanti, non hanno speculato, e anche sul fatto di aver insultato una cultura, quella cinese, avrei da ridire.

D&GIl video incriminato e che ha suscitato lo scandalo (molti sostengono sia uno scandalo indotto) in cui una modella cinese cercava di mangiare con le bacchette senza riuscirvi una grossa pizza, un super piatto di spaghetti al pomodoro, e un mega cannolo siciliano, era brutto più che essere insultante, condito di un’ironia poco ironica, che non suscitava riso, di cattivo gusto, per certi versi patetico come quando si fa una battuta fuori luogo e nessuno la capisce.

Ecco, il termine esatto è “fuori luogo”. Le pubblicità e i numerosi video di D&G sono stati sempre improntati al lusso e allo chic, spesso inneggiavano in un raffinato bianco e nero a un Italia del sud che non esiste più, la cui estetica fa però parte del nostro immaginario collettivo. Quello scelto per lo sbarco in grande stile in Cina è invece cheap, francamente brutto. Col senno di poi, ma anche col senno di prima, non lo avrebbero dovuto scegliere, magari sarebbe stato meglio, sebbene scontato, puntare sulla bellezza di Capri o sul gusto del made in Italy. Così non è stato. Ma dire che il video sia razzista e che meriti un boicottaggio pubblico organizzato a livello internazionale mi sembra troppo.

D&G non sono simpatici, sono ruvidi, perfino contro corrente: pensiamo a quando hanno criticato la famiglia gay, essendo loro gay. Non amano i giudizi negativi e in passato vi hanno reagito anche con arroganza, come quando una decina di anni fa minacciarono di togliere la pubblicità a un giornale il cui critico gastronomico aveva osato stroncare la cotoletta alla milanese servita nel loro ristorante. In questo caso cinese, però, hanno  peccato solo di cattivo gusto e nulla di più, certo un peccato non piccolo per dei riconosciuti maestri di stile, ma può capitare. Non esageriamo.