La Destra e la cultura, una storia del 900 – con molte destre

0
Friedrich Nietzsche, typographical portrait by Kenneth Rougeau - Flickr
Friedrich Nietzsche, typographical portrait by Kenneth Rougeau – Flickr

La dicotomia destra e sinistra nell’ambito politico come in quello culturale è in fase di superamento, ma le radici di un pensiero sono tutte da scoprire e comprendere.

Il libro di Edoardo de Marchi, per Idrovolante edizioni (La destra e la cultura, 650 pagine, 22 euro) ha svolto il suo compito in modo eccellente; ha ripercorso la storia della Destra lungo tutto il Novecento sino all’inizio degli anni Duemila.

Un lavoro di ricerca molto accurato tra i riferimenti culturali della politica come del pensiero, lo studio e l’analisi delle molteplici riviste politiche e un’attenta indagine sulla cultura militante del mondo della Destra o, per meglio capire, delle destre.

L’autore riesce nel suo intento, accompagnando il lettore in un universo multiplo, ristabilisce un ordine di idee e concetti da cui oggi è scaturita l’identità culturale sul piano politico, il lavoro di Edoardo de Marchi è importante, impone con chiarezza le coordinate per comprendere meglio orientandosi in un epoca complessa, disorientata e in fase di rimescolamento.

Non va dimenticato che il testo è chiaro e definitivo su un concetto troppo spesso poco ricordato: in Italia la cultura passa ed evolve grazie alla elaborazione originale di molti pensatori provenienti dal mondo della Destra, sempre attenti a difendere specificità e identità del nostro Paese.

Articolo precedenteGerardo Paoletti: la carne, la morte e il diavolo
Articolo successivoMassimo Di Cataldo, la forza di non mollare mai
Fabrizio Fratus
Ha contribuito allo sviluppo di un dibattito scientifico e letterario sul neodarwinismo e la pornografia sviluppando diversi concetti antimodernisti e a favore dell’ideologia comunitarista basato sull’idea di un ritorno ad una vita sociale di tipo organicista in opposizione al modello dominante dell’individualismo, contribuisce a sviluppare un nuovo paradigma di vita comunitaria grazie alla decrescita felice, all’economia dell’autoconsumo partendo dal pensiero aristotelico in cui la famiglia è il centro della comunità. Si oppone fortemente al consumismo e al modello capitalista di tipo anglosassone. Convinto che presto vi sarà un ritorno al valore della famiglia naturale e alla vita comunitaria a causa della fine del ciclo economico denominato post-industriale. Sia la visione antidarwinista come quella sulla pornografia sono interpretazione per cui l’uomo viene condotto a una vita di tipo individualistica ed egoistica assolutamente da rigettare.