Si sa che in Italia i decreti più importanti si varano quando la maggior parte degli italiani è al mare: un tuffo in acqua e tutto passa, così tra il DL Dignità e la Rai si è assegnato il contributo 2018 del FUS Fondo Unico dello Spettacolo. I teatranti italiani sotto l’ombrellone finalmente sanno quanto prenderanno quest’anno. Paradosso delle nostre leggi. Uno spettacolo si organizza e si produce anche 12 mesi prima e sapere quanti soldi si ha a disposizione quando sono stati già spesi non è il massimo, a meno che non si abbia qualche “amico” nella Commissione che assegna i fondi.
E guardando le graduatorie, frutto di un mix di pareri e di algoritmi, si capisce benissimo per quale ragione da poche settimane sia nato il Movimento per lo Spettacolo dal Vivo, che riunisce tutte quelle produzioni ingiustamente escluse dal FUS.
Forse a loro si dovrebbe rivolgere il Teatro Manzoni di Milano, uno dei teatri privati più importanti d’Italia, che con la sua gloriosa storia ha ospitato ed ospita i più importanti nomi della scena italiana: i più amati dal pubblico, non i più intellettuali. Questo non può essere certo il motivo che ha fatto assegnare alla sala (della quale sono consulente artistico) solo 53.723 euro. Il Manzoni ha una tenitura per la Prosa di 16 recite, cosa che non esiste quasi più da nessuna parte in Italia, ha una delle quote abbonati più alte e le compagnie costruiscono una tournée grazie a questa permanenza. Il Manzoni non produce, ma ospita oltre 200 aperture di sipario, più di 40 spettacoli. Numeri che parlano da soli.
Gli altri grandi teatri milanesi ricevono milioni di euro: perché invece il teatro gestito dal 1978 da Fininvest prende così poco? Forse proprio per un pregiudizio nei confronti di chi di tasca sua regala importanti stagioni ai cittadini milanesi. Berlusconi negli anni produsse Gasman, Zeffirelli, Albertazzi e oggi ci sono Placido, Salemme, Haber, Preziosi e tanti altri. La storia di un teatro non si cancella e il tempo della presunta superiorità morale è scaduto.
Apra gli occhi il ministro Bonisoli e chi vuole un nuovo, scellerato, Patto del Nazareno. Così, giusto per non essere travolti ancora da quel solito FUS nell’azzuro mare d’agosto.