Arte e spettacolo dal vivo: ci vuole discontinuità col passato

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CC0 Creative Commons
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«Prendiamo atto che il ministro dei Beni e delle attività culturali, Alberto Bonisoli, nel corso dell’audizione di oggi ha accolto la richiesta di un incontro col Movimento spettacolo dal vivo, associazione di attori e attrici che sosteniamo sin dalla sua nascita, a seguito della manifestazione di solidarietà trasversale da parte di tutte le forze politiche».

Così Federico Mollicone, Capogruppo in Commissione Cultura della Camera. «Nell’audizione che si è tenuta oggi col ministro  abbiamo sollevato una serie di questioni per sancire una rottura coi precedenti ministri: prima tra tutte, quella del FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo), che rischia di ipotecare per tre anni tutta la scena culturale italiana». (AGI)

Tra le altre questioni su cui ci aspettavamo una discontinuità c’è la nomina del curatore della Biennale già scelto precedentemente, come pure la scelta di alcuni dirigenti e delle consulte.

Inoltre alcune indiscrezioni da collegio romano, darebbero per certo il ritorno di Nastasi, super dirigente Mibact voluto dai passati governi, ora alla Presidenza del Consiglio. Che fine ha fatto l’applicazione della legge sullo spoil system e il cambiamento? 

«Altro tema caldo è la riforma della legge Bray per il rilancio e la difesa della Lirica e della Danza italiana. In particolare abbiamo attaccato la gestione Fuortes di Roma che rischia di uscire dalla legge Bray, ha perso 700.000 biglietti e il 63% dei fondi privati nel 2017. Chiediamo un cambiamento anche qui.  E un cambiamento – concludono – non c’è stato neanche sul fallimentare bonus renziano,  che sarà confermato identico per il 2018, mentre temiamo ci siano solo intenzioni fumose per il 2019» (AGI).