Andrea Roncato: “Strehler e quell’occasione mancata”

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Una laurea in Giurisprudenza che mette nel cassetto per inseguire il sogno dello spettacolo. In coppia con Gigi Sammarchi sui palcoscenici più importanti d’Italia per poi consacrarsi ufficialmente come la coppia del cinema italiano. Un cinema scanzonato e irriverente che tra gli anni ’80 e ’90 spopola ai botteghini. Quella di Andrea Roncato è una carriera nata all’insegna del sorriso, tra cinema, tv e avanspettacolo, che ancora oggi colleziona successi anche in pellicole d’autore. Battuta sempre pronta e una vita piena di aneddoti che regalano quel pizzico di malinconia a chi, come me, avrebbe tanto voluto vivere quel periodo.

Se dovessi fare un bilancio della tua vita, ad oggi, cosa metteresti al primo posto tra i successi e cosa tra gli insuccessi?

Sicuramente tra i successi metterei il fatto di essere riuscito a fare film d’autore. Per me, che nasco come comico, è stata una bellissima conquista artistica lavorare con registri del calibro di Avati o Virzì. Tra gli insuccessi metterei al primo posto il non essere riuscito a costruirmi una famiglia con dei figli.

Con Gigi Sammarchi avete segnato un’epoca e molti vostri film sono diventati dei cult. Pensi ci sia qualcuno oggi capace di lasciare un segno come avete fatto voi?

Trovo molto bravo Checco Zalone e nei suoi film rivedo quella bella comicità degli anni ’80 e ’90, quando nei film ciò che faceva ridere, oltre agli attori naturalmente, erano le situazioni. Oggi la comicità va verso una sorta di “ridicolizzazione” del personaggio. Si fanno i versi e ci si deve mascherare per strappare una risata. Prima era tutto più naturale e vero. Checco è uno dei pochi che riesce a catturare ancora questa essenza.

Andrea Roncato e Gigi Sammarchi

Ci racconti un aneddoto OFF della tua carriera?

Posso raccontarti di quella volta in cui io e Gigi fummo chiamati ad esibirci in un noto locale bolognese, considerato a quei tempi il tempio del cabaret. Fu un successo e quando ci richiamarono decidemmo di cambiare la nostra esibizione dando un taglio più intellettuale. Non rideva nessuno. Io ero disperato e ad ogni fuori scena sarei voluto scappare. Gigi era calmo e sul pezzo e quando gli dicevo di andar via perché la gente non rideva lui mi rispondeva “ma non vedi come sono attenti!” Questa sua freddezza e calma è servita molto alla nostra coppia artistica.

Cinema, televisione, teatro. Hai fatto davvero tutto. C’è qualcosa che, tornando indietro, non rifaresti mai? E perché? 

Rifarei tutto. Anche le cose che non mi sono piaciute e che considero degli errori perché, sul lavoro come nella vita, sbagliando si impara.

Andrea Roncato e quell’occasione persa …

Quando il grande Giorgio Strehler mi chiamò per affidarmi un ruolo nel rifacimento de le Memorie di Goldoni. Ero al settimo cielo e intimorito di incontrare il Maestro. Fu un incontro bellissimo e lui mi mise subito a mio agio. Purtroppo Strehler venne a mancare e non se ne fece più niente. Fu una perdita artistica per la dipartita di un Mostro Sacro e fu anche la mia grande occasione persa.

Hai scritto un libro Ti avrei voluto [2008, Excelsior 1881, Collana Acquario, 144 pagine, n.d.r.]. Cosa hai desiderato ardentemente e non sei riuscito a realizzare?

Come ti dicevo prima sicuramente un figlio anche se devo ammettere che sto recuperando. Giulia Elettra Gorietti, la figlia di mia moglie, ha da poco avuto una bambina. Una gioia immensa. 

Andrea Roncato e sua moglie Nicole

Una celebre battuta dice che “il matrimonio è la tomba dell’amore”. Tu sei al secondo. Sei recidivo?

Assolutamente sì, sono recidivo. Non rinnego il primo e vivo bene il secondo. Dopo sette anni di convivenza abbiamo deciso di sposarci. Con mia moglie ho ritrovato la tranquillità, la calma e la bellezza della famiglia.

Non hai mai negato di aver vissuto un momento difficile, fatto di sregolatezza e vita sopra le righe. Cosa ti senti di dire ai giovani e a tutte quelle persone che scelgono lo “sballo” come evasione?

Che è tutto sbagliato. L’alcool e la droga non risolvono i problemi. Sono gioie effimere, passeggere. Ti svegli la mattina dopo e stai peggio di prima. I problemi si risolvono con l’aiuto di noi stessi, degli amici e dei familiari. Tutto il resto sono solo illusioni che ti portano all’autodistruzione. Io ho avuto la fortuna, e parliamo di venticinque anni fa, di svegliarmi una mattina e di provare disgusto e rifiuto per quello che stavo facendo, per come mi stavo rovinando la vita. Ai giovani dico di lasciare perdere queste schifezze e in discoteca non ci si diverte con lo sballo dovuto all’alcool o alle droghe ma ci si diverte ballando e conquistando le ragazze! Io ne ho sempre parlato e mi dispiace che spesso questo mio passato venga strumentalizzato per titoli da richiamo sui giornali. Sinceramente me ne frego e continuerò a dire ai giovani che lo “sballo” più bello è la vita.

Finalmente abbiamo un nuovo governo. Come vedi e come vivi questo cambiamento politico italiano?

Con fiducia. Io sono una persona tremendamente ottimista, al contrario di molti politici. Quelli che vengono prima non fanno altro che demonizzare i successori e viceversa. Io aspetto di vedere i fatti senza dare giudizi a priori. Un consiglio che vorrei dare ai politici in generale è di stare meno negli uffici tra scartoffie e faldoni e di stare di più in mezzo alla gente. Di ascoltare la gente. Allora si che forse qualcosa cambierà davvero.

Moana Pozzi ha lodato le tue arti amatorie. Che ricordo hai di Moana?

Questo è il grande vanto della mia vita!!! (ride, n.d.r.). Di Moana ho un ricordo bellissimo. Abbiamo fatto insieme il film I Pompieri. Era una donna bellissima ma, oltre alla sua grande bellezza, quello che ti colpiva erano l’eleganza e l’intelligenza. Una donna davvero speciale.

Andrea Roncato e Vasco

Se chiudi gli occhi e pensi al domani, cosa ti spaventa e cosa ti regala un sorriso? 

Ho paura degli addii e di ogni forma di distacco. Anche la morte mi fa paura – ma intesa sempre come distacco da qualcosa o qualcuno. Io sto male anche quando magari devo lasciare un albergo in cui per lavoro ho vissuto per molto tempo. Il distacco è qualcosa che mi rattrista. Capisco perfettamente Vasco Rossi, quando al termine dei suoi concerti non saluta mai! Il sorriso invece me lo regala la vita in generale. Un cielo azzurro, gli animali, il sole, anche la pioggia. Sono ottimista, ricordi?

Progetti futuri?

Attualmente sto lavorando a Parigi per una serie tv francese al fianco di un bravissima attrice che si chiama Marina Hands, poi ho lavorato in Stato di Ebbrezza per la regia di Luca Biglione al fianco di Francesca Inaudi alla quale auguro il meglio perché ho scoperto un talento raro e a ottobre uscirà Notti Magiche di Paolo Virzì. Insomma, tanto lavoro, non mi posso lamentare.