Passano gli anni, ma questo articolo di Vittorio Macioce rappresenta una piccola enciclopedia delle celebrazioni patriottiche di ogni Nazione…ma l’Italia? Qual è la Festa della Patria italiana? Una rassegna delle nostre celebrazioni, proprio a partire dal 25 aprile, si farà scoprire che “L’unica vera festa degli italiani non è in Italia” (Redazione)
Non c’è una festa per tutti. Noi italiani abbiamo il destino segnato dalla discordia. E’ vocazione. E’ dna. E’ che ognuno si fa la sua patria, piccola, ideale, su misura, resistente, prêt-à-porter. Siamo populares e optimates, di Pietro e di Paolo, guelfi e ghibellini, bianchi e neri, sanfedisti e giacobini, carbonari e papalini, piemontesi e borbonici, Coppi e Bartali e sempre rossi e neri. Tifosi. Spesso per fortuna solo a parole. Non sempre, perché anche noi poi abbiamo le nostre drammatiche guerre civili, ma non sono mai del tutto definitive, restano sospese, striscianti, croniche. Quale è il giorno degli italiani? Gli americani hanno il 4 luglio. E’ il giorno in cui i coloni si riconoscono liberi e ripudiano la madre patria. I francesi il 14 luglio, la presa della Bastiglia. Gli inglesi si riconoscono nel giorno di nascita di Elisabetta II, God save the queen. I tedeschi si emozionano il 3 ottobre per la riunificazione, quando fanno il funerale alla Ddr. Molti russi rimpiangono il 7 novembre sovietico.
Il 25 aprile. Oggi. Bella festa. La liberazione. Qui cominciano le disquisizioni. Chi ci ha liberato. Gli yankee? No, ci siamo liberati da soli. Più o meno. Festa della patria. Quale patria? Quella perduta, quella tradita, quella ritrovata, quella lontana. Quella sognata. Non facciamoci illusioni. Il 25 aprile non è per tutti. E’ pugni chiusi. E’Bella ciao. E’ Milano e Torino. È bandiere rosse. È l’Italia liberata e anche un po’ da liberare e soprattutto è la fine di una guerra civile non raccontata mai come tale. E’ la festa dei vincitori. Legittimo. Ma non è la festa di tutti. Non è la patria. Quale allora?
Ok. Ci sarebbe il 2 giugno. Festa della repubblica. Napolitano tutto orgoglioso che va davanti all’Altare della Patria. La Costituzione. Sinceri, però, qualcuno si è mai davvero emozionato per il 2 giugno? Ha portato la mano al petto e ha cantato l’inno con gli occhi lucidi? Non è che il 2 giugno ti senti italiano. Ti senti come prima. Cioè incavolato, sfiduciato, diffidente, incompreso. Ti senti il solito italiano senza orgoglio e un po’ sfigato. Il guaio del 2 giugno è che sa di grigio e burocrazia. Un po’ come il 7 gennaio, giornata della bandiera, e il 17 marzo, per ricordare l’Italia unità. Valgono meno della Pasquetta o di Ferragosto, molto più nazional popolari. Ci sarebbe il Primo Maggio, ma se non vai al concerto di San Giovanni in Laterano ti senti un precario. Quelli che il sindacato non rappresenta, non riconosce. È una festa per soli iscritti. E tu non sei neppure pensionato. Certo c’è spesso il sole. Ci sono le ragazze con le magliette bagnate di sudore. C’è quell’odore di canapa indiana che è una sorta d’incenso laico. C’è perfino la diretta tv. E’ un simbolo. È la festa dei lavoratori. Tutto vero. Ma non è esattamente la festa di tutti i lavoratori.
I bersaglieri corrono verso Porta Pia. Eccoli, i nostri eroi, con la tromba e le piume sul cappello. Viva Verdi. Abbasso Pio IX. Garibaldi fu ferito. E’ la fine (quasi) del Risorgimento. Roma riconquistata. I papi tornano a fare i papi.
Il 20 settembre, o XX settembre come si legge sulle targhe delle vie, è eroismo e passione. E’ quello raccontato dai film di Magni. È patria. È Mazzini, Cavour, Garibaldi, Vittorio Emanuele. È la spigolatrice di Sapri. È Venezia dove il morbo infuria e il pan ci manca. Bella. Bella festa. Solo che non c’è più. E’ stata cancellata. E poi neppure questa è mai stata di tutti. C’è stato il non expedit, il Risorgimento tradito, i briganti, le guarentigie, i patti lateranensi, e per finire il Senatur. No. Non funziona.
Meglio spostarsi verso tutti i santi e tutti i morti. Quattro novembre. Cavolo. La Grande Guerra, la rivincita di Caporetto, il Piave mormorò, la quarta guerra d’Indipendenza, il Carso, Trieste e la cartolina, Cesare Battisti (l’originale) e Nazario Sauro, l’irredentismo. Solo che i Cavalieri di Vittorio Veneto sono tutti morti. Quella guerra è lontana, dimenticata. Il 4 novembre si lavora. E poi fu una guerra inutile, guerra di trincea, guerra contadina, con una presa in giro finale, la vittoria tradita, la pace di Versailles che ci vede vincitori di Pirro. E poi tutto quello che viene dopo. Il 4 novembre se lo ricordano in pochi.
Alla fine di tutte queste feste che ci resta? In cosa ci riconosciamo? L’11 luglio del 1982. Probabile. Peccato che Tardelli e il suo urlo abbiano fatto una scelta di campo. Niente.
La verità è che ci tocca emigrare. L’unica vera festa degli italiani non è in Italia. È il Columbus Day. Tutti a Little Italy il 12 ottobre. Per riconoscerci dobbiamo andare via.
La Liberazione è durata per tre anni, dal ’43 al ’45. Si sarebbe potuta scegliere una data qualunque. Ma in quegli anni la sinistra aveva un problema grave e pesante che sporcava la coscienza del sinistrume filosovietico. Bisognava regalare a Tito quella che per duemila anni era stata terra italiana, da Ragusa di Dalmazia (dal 1946 si dice Dubrovnick) fino a Trieste, ovvero tutta la Venezia Giulia, l’Istria e la Dalmazia. E bisognava permettere la pulizia etnica del popolo che aveva sempre abitato quelle terre, chiamandoli tutti fascisti, anche se molti avevano militato nelle brigate partigiane. Tutte queste genti avevano un solo faro, da sempre: Venezia , la lingua veneta e il patrono di tutto l’Adriatico, San Marco, patrono della Serenissima e dei suoi quasi mille di impero sul mare. Ora, Venezia non la puoi affondare, la lingua veneta non la puoi sradicare … resta San Marco, il simbolo … e chiedetevi quando lo si dovrebbe festeggiare …..
nell’interessante articolo “un Pese che ha perso la festa” le proporrei di aggiungere qualche considerazione sulla data del “21 aprile Natale di Roma” che dovrebbe accomunare tutti, attese le storicamente grandiose scaturiggini (a parte le possibili sofisticazioni della sinistra); potrebbe esaurire l’esame, Complimenti per i suoi scritti.
Signor giornalista vede è difficile per gli ITALIANI VERI, (tacchini) festeggiare con chi (TRADITORE e LADRO) per 50 anni si e FATTO PAGARE!!! Per metterti nel FORNO COMUNISTA-STALINISTA, e oggi il MILLANTATORE-FALSIFICATORE di sempre si professa Italiano??? DELLA MINCHIA!!!! Mentre con i suoi apparati STATUALI ANTI DEMOCRATICI!!!! Staliniani IMPOSTICI CON LE ARMI e il RICATTO DELLA RIVOLUZIONE BOLSCEVICA continua a fare della vita degli Italiani CARNE DI PORCO!!! Dopo averci asservito in subordine AL BOLSCEVICO ( FALLITO) al suo clone l’Euro CRUCCO, i Tacchini Italiani veri festeggeranno solo dopo la vera liberazione del giogo e dalle loro regoline costituzionali COOP, che ci relegano a un REGIME DI LADRI!!! “senza vincolo” se non quello dicarsi i CAZZI PROPRI DI REGIME!!! E quando in Italia LIBERATA DAI COMUNISTI (PIAGA) potremo festeggiare una costituzione tipo SVIZZERA!!!
Bellissimo. Vorrei tanti sentire molti più Italiani pensarla come lei. Purtroppo come dico sempre, l’Italia è balcanizzata e la nostra vera bandiera è quella romena con un aquila albanese e una ruota di roulotte rom aspettando di colorarla con i colori di qualche paese africano tipo Nigeria. Questa è l’Italia che gli ipocriti fanno finta di non vedere. Hanno liberato l’Italia dal fascismo per fare cosa? Dei Balcani bis? Bel progresso!
In Italia non usciremo mai da questo vicolo cieco in cui ci ha infilati un manicheismo idiota coltivato e riproposto da gente insopportabilmente irresponsabile. Vogliamo fare senza ipocrisie alcuni nomi di questi predicatori folli? Asor Rosa, Flores d’Arcais, Umberto Eco, Erri De Luca, ecc, ecc, e via citando gli innumerevoli “intellettuali” che hanno contribuito nel passato a fornire l’acqua in cui ha trovato modo di nuotare anche il terrorismo delle BR. FINIAMOLA DI FINGERE DI NON SAPERE. Il nostro paese è schiavo dell’orrenda mistificazione di un 25 Aprile usurpato dalla sinistra. NON DIMENTICHIAMOCI CHE CERTI PARTIGIANI COMBATTEVANO IL FASCISMO SOLO PER INSTAURARE UNA DITTATURA COMUNISTA. Quindi farebbero bene a tacere e smetterla di appropriarsi di una lotta di libertà che è di tutto il nostro paese.
Mi sono sempre vergognato di essere italiano per quello che è successo a Piazzale Loreto ed a Dongo tra il 28 aprile 1945 ed il 29 aprile 1945. E’ la “festa” del disonore e del conformismo che pesa sul prestigio di una “Nazione” prostituta (ma sarebbe un’offesa alle mignotte) che si guadagnò, dopo il 25 luglio 1943 e l’8 settembre 1943, il disprezzo degli ex-alleati germanici ed il disgusto dei nuovi cobelligeranti anglo-russo-americani. Scusate, ma io non ce la faccio a belare nel gregge 69ennale della mitologia resistenziale dove la Verità storica è diventata ostaggio della menzogna e della paranoia. RESISTENZA fa rima con RETICENZA. Essa non fu lotta lotta di ideali, ma solo squallida e vergognosa lotta di potere. Forse qualcuno non sa, o fa finta di non sapere, che la macchia putrefatta iniziale della Repubblica Oligarchica Antifascista (che ha come data fondante il 25 aprile 1945) è rappresentata dalle morti (circa 500 persone) compresi i vari Neri e Gianna dell’epoca connesse alla sparizione delle carte segrete del Duce e del tesoro della RSI (volgarmente chiamato “Oro di Dongo”). Perché il buon Matteo Renzi non desecreta la palude torbida attorno all’affaire Dongo ed alle false autopsie di Mussolini e della Petacci, invece di declassificare solo i documenti dal 1969 in avanti? L’ignoranza dei molti, gareggia colla malafede dei pochi (soliti). Tenetevela stretta la Resistenza e la mitologia resistenziale. E’ molto più pericoloso e scomodo avere ragione da soli, piuttosto che avere torto in molti. “Bella Ciao”, bla, bla, bla..
Gentile signor Vittorio Macioce.
Mi è garbato il Suo articolo. Assai.
Ma Lei parla di festa degli Italiani, entità puramente astratta. La vera festa dell’ITALIA è il XX settembre, tutto il resto è fuffa.
Gli Italiani non esistono, ci sono quelli del nord, quelli del sud, i padani, i lumbard, i zeneixi (di cui io faccio parte), i romani de roma e quelli della periferia, i burini. Ci sono i toscani, ma quelli di livorno litigano con i pisani ed i fiorentini, senza parlare dei massesi e dei carrarini. E via dicendo.
Purtroppo questa è la realtà.
L’ITALIA, quella fatta da Mazzini e Garibaldi, da Cavour e Vittorio Emanuele e compagnia cantante è finita lì.
E gli Italiani non esistono, non sono mai esistiti.
E qualcuno vuole che ci si chiami Europei.
Quisquilie e pinzillacchere…
Grazie per l’accoglienza
Pierandrea Rosso
P.S.: L’uso di minuscole e maiuscole non è casuale ma fortemente voluto.
Io il 25 Aprile, con la famiglia, festeggio San Marco, sotto le cui bandiere fu fermata l’avanzata dei Turchi. E perché tutti dimenticano, anche qui che, senza gli americani, avremmo fatto parte dell’impero sovietico e oggi saremmo una bella fetta della CSI russa
Viva i ribelli! Si, ma quelli dell’ignobile 8 Settembre. Essi accorsero a centinaia di migliaia sotto le insegne della Repubblica Sociale Italiana.
Essa fu la generazione che non si arrese, gioventù che seppe dimostrare al mondo il valore del soldato italiano, essi erano i discendenti autentici della valorosa è antica Roma.
Ho visto le foto apparse oggi sul corrierone di via Solferino per il 25 Aprile. Ci sono “SOLO” 2 immagini degli americani con le jeep e i carri armati che, praticamente, sono stati sbiancati dalla nostra recente storia e dalle varie commemorazioni. Non c’è una foto del partigiano medaglia d’oro Alfredo Pizzoni (vedi via Alfredo Pizzoni a Milano) perché liberale e non komunista. Nessun accenno, nelle varie manifestazioni, ai soldati alleati morti per liberare l’Italia (vedi particolarmente il cimitero di Nettuno vicino a Roma). Quanti pseudo partigiani si sono uniti al carro dei vincitori ? Abbiamo poi i fascisti repubblichini di Salò oggi grandissime menti della sinistra cioè: dario fò e il fondatore di repubblica eugenio scalfari.
Premesso che per me la festa degli italiani coincide con la data del 4 Novembre a ricordo di una guerra che ci ha visto vincitori anche se traditi negli effetti. Per quanto riguarda il 25 aprile potrebbe anche essere la festa degli italiani ma non lo sarà mai fino a quando coloro che si definiscono (a sproposito) vincitori e artefici principali della vittoria non ammetteranno la barbarie che hanno messo in atto a partire dal 1943 fino al 1949 (anno in cui ebbe luogo l’ultima uccisione immotivata e gratuita nel famigerato triangolo rosso dove nel totale furono assassinate 3976 persone senza considerare quelle uccise al di fuori dello stesso). La data del 25 aprile non potrà mai essere condivisa fino a quando non si ammetterà che solo vigliacche azioni terroristiche, perpetrate da sedicenti patrioti, indussero i tedeschi a compiere rappresaglie ugualmente barbare ma comunque prevedibili. Dei fascisti si è detto tutto (anche menzogne) dei partigiani si sono decantate le gesta anche quelle che sortirono effetti amarissimi come le già citate rappresaglie germaniche. Sono convinto che solo quando la vera storia di quel periodo sarà patrimonio di tutti allora e solo allora il 25 aprile potrà essere una data condivisa dalla quasi totalità degli italiani.
cari fascistelli oggi potete sparare le vostre cazzate senza il pericolo di venire massacrati ..ai tempi del ventennio chi non era fascista e lo professava come minim oerano botte liberta zero e cos’e la vita senza la liberta? 500.000 x una guerra inutile oltre i morti economia distrutta un paese alla fame le leggi razziali ce ne sarebbe da dire sul fascismo abominevole quanto il comunismo.
[…] 1 Mi permetto di darvi alcuni spunti. Sul Giornale di oggi (e anche sul GiornaleOff.it) Vittorio Macioce ha scritto un articolo splendido sugli italiani segnati dalla discordia, divisi su […]
Altri 2000 africani arriveranno tra oggi e domani sulle comode navi della marina militare Italiana pagata da me, da voi, da tutti i contribuenti italiani, che inoltre pagheranno poi a queste persone casa, sanità, scuole coraniche per i figli ecc. ecc.
Ecco chi ha vinto, il 25 Aprile è la loro festa. la mia no di sicuro.
[…] L’italia, il paese senza festa […]
Articolo finissimo e veritiero. Aggiungerei che ogni italiano ha la sua festa personale, ma per la Patria o la Nazione non ha nessun riferimento che lo accomuni agli altri. Il 25 aprile è la sfilata di chi ha rovinato il Paese e se ne vanta. Cosa siamo ora? Da chi dobbiamo liberarci? Perchè permettiamo a tutti di trattarci come zerbini? Perchè facciamo entrare in Italia, quella sacra del Foscolo per intenderci, assassini e delinquenti di altre nazioni, senza fare nulla per fermarli? Perchè permettiamo allo stato di asciugare le tasche con tasse inique senza dare nulla in cambio? Perchè non diamo un futuro a giovani ed anziani? Perchè consideriamo più grave una evasione fiscale di un omicidio? Perchè ci riempiamo la bocca di parole come democrazia e libertà e non permettiamo la libera espressione di idee a meno che non siano le nostre?
Tanti perchè senza risposta, soprattutto senza che un 25 aprile di pochi e cattivi le sappia dare.
E’ logico che ora ci siano dei giudizi limitativi e perplessi sulla resistenza.
La resistenza come la si è voluta far passare per mezzo secolo, non è quella che si vuol far credere, ma era quella fatta di gente violenta, assassina, fatta di decine di eccidi, centinaia di omicidi compiuti per vendetta, per punizione, per fanatismo politico e per odio di classe anche nel dopoguerra e che coinvolse l’Italia del nord fino a tutto il 1946 e in qualche caso anche più in là nel tempo, dove le vittime non erano sicuramente tutti criminali di guerra da punire con la morte.
Troppo tempo si è taciuto sull’altra faccia della guerra civile, era un argomento proibito per gran parte della storiografia dei vincitori, ed ora che le verità sono emerse, si festeggia la Liberazione da parte degli Alleati, lasciando in sordina i partigiani.
Vorrei ricordare che tutta l’Europa sotto il nazifascismo trovò un ideale e fattivo consenso contro il nazifascismo: dall’Italia alla Grecia, fino alla Francia , Russia compresa.
Ma oggi che le disuguaglianze economiche in capo a operazioni bancarie tanto ciniche quanto sperequanti per i popoli europei, non si può più parlare di comuni aneliti e ideali.
Allora questo “25 Aprile” se è solo la passerella per politici indegni e incapaci, non è più il ricordo della Festa di Liberazione dal nazifascismo e da tutte le dittature.
E benvenuti anche i ribelli di adesso, in specie se non collusi con nessuna delle mafie ancora imperanti, e che queste mafie combattono.
Questi ribelli giovani e meno, donne e uomini onorano il 25 Aprile e non lo cederanno alle forze reazionarie che ancora regnano in questo Paese.
Viva sempre la RESISTENZA e grazie a tutti coloro che morirono per lasciarci un’Italia migliore!
Il cosiddetto “nazifascismo” è una categoria storiografica inventata di sana pianta dalla propaganda anglo-americana dell’epoca. Nessuno ha la voglia e la capacità dialettica di dire che un’alleanza (contingente), l’Asse, non può assurgere a categoria storiografica. Se così non fosse allora, in virtù del patto nazi-sovietico del 23 agosto 1939 (Ribbentrop-Molotov), si dovrebbe parlare di “nazi-comunismo”. Ed infatti, i quaderni diplomatici del Foreign Affair USA e del Dipartimento di Stato americano parlavano di “Nazi-Soviet Relations”. Ma nessuno parla di nazi-comunismo in Italia. Vi sono partiti della Rifondazione Comunista, SEL, Partiti comunisti vari e nessuno obietta nulla. Perché?????? Egregio Filippo, storicamente parlando, di uno come Lei, il meno che si può dire è che non ha capito niente! Festeggiatela Tu questa farsa, questa truffa 69ennale!
Russia compresa? Vale la pena di ricordare che Germania e Russia erano alleate quando si tratto’ di schiavizzare una Polonia inerte nel 1939. Mai sentito parlare della strage della foresta di Katyn, dove i russi uccisero con colpo alla nuca tutta la dirigenza polacca circa 15.000 persone.
A riguardo della resistenza, mai sentito dire che gli anglo-americani con gruppi di altre nazionalita’ hanno avuto 60.000 morti lungo la penisola dal luglio 1943 al maggio 1945, mentre Napolitano era iscritto alla Gioventu’ Universitaria Fascista, Iotti Leonilde era escritta al Partito Nazional Fascista tessera numero 1.105.040, Dario Fo paracadutista della Repubblica Sociale Italiana?
La storia non si riscrive ma non si manipolano i fatti come hanno fatto i comunisti da 70 anni a questa parte. La demagogia e realta’ sono due cose distinte.
Egregio Macioce, Lei ha ragione … quasi su tutto. Il 25 aprile è la festa dei vincitori, non di tutti. E’ anche la data che ha consacrato l’occupazione del suolo italiano da parte di molteplici etnie e nazionalità, more solito si dirà, ma tant’è. Dopo le truppe di tanti paesi del Commonwealth e quelle dei paesi che si opposero al nazismo, polacchi, francesi, slavi a vario titolo eccetera, da un decennio circa subiamo l’invasione di diseredati di ogni dove, soprattutto africani, ma anche latino americani e, guarda caso, da quelle nazioni dove il sol dell’avvenire non sembra essere mai sorto, a parte una manciata di uguali più degli altri. Quindi liberazione di ché ? Se a questo aggiungiamo la colonizzazione gestuale di chi, per esprimere amor di Patria si mette la mano destra sul cuore, scimmiottando gli statunitensi la misura non solo è colma ma addirittura esonda.
La festa della liberazione è cosa loro, di quelli che secondo la vulgata rossa, liberarono l’Italia dai nazifascisti. E’ un peana alla resistenza, al sacrificio di quegli eroi che combatterono il crudele nemico. Certo che la resistenza fu un contributo da tenere in conto, ma la vera battaglia contro il male la vinsero gli alleati, la V e l’VIII armata ,con il mondo a seguire: oltre a inglesi ed americani,marocchini,francesi,neozelandesi,australiani,brasiliani,polacchi,canadesi,ebrei,il rinato esercito italiano con la brigata Maiella etc. E le tante croci dei cimiteri di guerra stanno là a dimostrarlo. Eppure quando si celebra il 25 aprile del 1945, sono pochi, pochissimi oratori che ricordano il sacrificio di quegli uomini, quasi avessero timore di mettere in secondo ordine la resistenza e tutta la sua liturgia. Verrà un giorno , quando noi purtroppo non ci saremo, che tanti veli verranno scoperti, quando passeranno a miglior vita gli ultimi santoni resistenziali. Fu tutta vera gloria? Bisognerebbe parlarne senza essere accusati di revisionismo o minacciati di morte, come è successo a tanti. Comunque, caro Macioce, anche noi ce l’abbiamo “una festa per tutti”. Quando gioca la nostra nazionale, specie quando vince il campionato del mondo. Bandiere tricolori ovunque e tripudio generale in tutte le piazze d’Italia. Non le pare?
Non capisco perchè ancora si festeggi questa riccorrenza con deposito di corone di fiori sui luoghi dei ricordi!Lasciamola in vigore ed ognuno la celebri come vuole!Sono convinto che,la maggioranza degli Italiani,se ne freghi del significato e che goda la Festa come un regalo! E che la trascorra come una vacanza,seppur breve!Lino.
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