È nel sangue, nel respiro, nel calore dell’anima, l’Identità di un popolo.
Si manifesta nella sua arte e nella naturale capacità di condividere, come una sola grande famiglia, la bellezza della vita e le pene che la lacerano, le ricchezze della pace e la mala miseria delle guerre. Nel pane e nel vino prende corpo l’Identità. E anche nel miele del Natale e della Pasqua.
Nelle grandi e nelle piccolissime cose di tutti i giorni. L’Identità è il carburante del quale non si può fare a meno, se ci si vuole realmente sentire vivi. È la certezza dell’appartenenza che fortifica i passi di un popolo intero e di ogni singolo individuo.
E, proprio di un Cammino, sarebbe bello che la Gente di Calabria tracciasse il percorso. Una sorta di pellegrinaggio dell’anima e del genio dell’antico Popolo calabrese – che, fa l’altro, ha dato il nome all’intera Nazione, essendo la terra natìa degli Itali – che attraversi l’intero territorio regionale, passando dai luoghi sacri a tutte le Fedi che in Calabria hanno trovato approdo sicuro, casa e rifugio.
Dai resti dell’antica sinagoga di Bova Marina, famosa per i suoi preziosi mosaici, al monastero ortodosso di Bivongi intitolato a San Giovanni Therestis, che, attualmente, ospita una comunità di monaci rumeni. Dalla “Cattolica” di Stilo al Santuario della Madonna della Montagna di Polsi, proseguendo (non prima di essere passati per Seminara ed aver visitato sia la Basilica della Madonna dei Poveri che la Chiesa greco-ortodossa dedicata a S.Elia eremita) verso la millenaria Certosa di Serra San Bruno e i pluricentenari Santuario e Convento dei frati Minimi di Paola, fondati da San Francesco patrono di Calabria. Senza trascurare una visita alla Roccia di Val di Pellice, a Guardia Piemontese, per ricordare i martiri valdesi. Fino a giungere a Lungro, dove si trova l’Eparchia, sede della Chiesa bizantina cattolica di rito orientale.
Come dire, una sorta di cammino di Santiago interreligioso, che attraversa oltre duemila anni di Storia dell’Umanità. E non è tutto e non è poco.