La via dell’innovazione italiana passa per il diritto: lo abbiamo visto nella disciplina che ha ampliato la platea delle imprese che possono essere qualificate come start-up, e che – come tali (e come recita la norma) – dovrebbero «favorite la crescita sostenibile, lo sviluppo tecnologico, l’occupazione».
Risultati concreti tardano ad arrivare, ma nel frattempo è stato fatto un ulteriore passo avanti: occorre riconoscere che il nostro Paese è stato tra i primi al mondo a dotarsi di una cornice normativa sul crowdfounding. Sulla scia di queste intuizioni, l’iniziativa da mettere in campo (concretamente e in tempi rapidi) dovrebbe essere quella di implementare (giuridicamente e operativamente) la tecnologia blockchain per difendere e valorizzazione la proprietà intellettuale, e in particolare il made in Italy.
La blockchain – il sistema di certificazione a prova di bomba che è alla base dell’affidabilità delle criptovalute – è in grado di dare risposte nuove ai grandi temi dell’anticontraffazione, della certificazione e del controllo di qualità a beneficio dei consumatori e dei produttori. La tecnologia della catena dei blocchi infatti permette di registrare – una per una – le diverse transazioni in stringhe di codici indelebili che restano depositate per sempre negli archivi del web dove chiunque può compiere verifiche.
Esistono già delle soluzioni concrete che vanno in questa direzione? Si, per esempio la soluzione sviluppata da EY Italia – in collaborazione con la startup EZ LAB e la Cantina Volpone – e dedicata alla tracciatura della filiera di produzione del vino. Ora occorre superare la fase delle sperimentazioni, perché – come ha affermato Angelo Argento di Cultura Italiae – : «La vera sfida è tutelare chi “produce” – anche e soprattutto cultura – proprio grazie all’uso della blockchain. Il mondo sta radicalmente cambiando il paradigma attraverso cui garantire il “valore” e remunerarlo. Bisogna velocemente accettare questa sfida e affrontare il tema senza paura. Non è un problema solo economico ma anche etico».