
Mottetti, oratori, messe, cantate: dal Rinascimento al Barocco, dal Classicismo al Romanticismo fino al Novecento, la musica sacra ha indelebilmente marcato il repertorio classico (del resto, non è un mistero che la musica occidentale si fondi sul canto gregoriano e sulla polifonia).
Per districarsi in questa sterminata selva musicale esce un libro unico in Italia, una guida (la prima nel suo genere) che parte dalle antifone monodiche e arriva agli anni odierni. La Guida alla musica sacra (Zecchini, pagg. 815, euro 49, a cura di Claudio Bolzan a coordinamento di una pattuglia di quindici collaboratori e con una presentazione di mons. Massimo Palombella, direttore del Coro della Cappella Sistina) fa seguito alle altre “Guide” dello stesso editore (alla musica sinfonica, al teatro d’opera, alla musica pianistica, alla musica da camera e alla musica da concerto). È un’opera imprescindibile: al suo interno ci sono più di milleduecento anni di musica, oltre mille titoli, oltre centocinquanta compositori.
La suddivisione dei capitoli segue un comodo itinerario cronologico. Partenza con le origini: gregoriano (un po’ strettino in una sola decina di pagine) e polifonia medievale (Ars antiqua e Ars nova, principalmente). Poi il lungo fiume del Cinquecento, Barocco (primo, medio e tardo), Classicismo e Ottocento (suddiviso, per la mole di materiale, in primo e secondo).
Assolutamente lodevoli e degne di segnalazione le tante ‘riesumazioni’ di molti italiani ancor oggi troppo trascurati: Francesco Corteccia, Cipriano de Rore, Andrea e Giovanni Gabrieli (zio e nipote), Carlo Gesualdo, Adriano Banchieri, Alessandro Grandi, Ludovico Grossi da Viadana,. Giacomo Carissimi, Pier Francesco Cavalli, Antonio Caldara, Francesco Durante, Antonio Lotti, Niccolò Jommelli, Tommaso Traetta, Lorenzo Perosi.
Da sottolineare anche il prezioso accenno sul Novecento: Bruno Bettinelli, ad esempio, autore da divulgare nelle cui pagine traspare un equilibrio formale così limpido eppur cosi «sinceramente moderno».
A chiusura di volume, data la vastità di nomi e opere, due indici: uno delle composizioni (suddiviso per epoche e per compositore) e uno dei nomi.
Un testo capitale, assolutamente da avere per chiunque voglia sgrovigliare quel grande serbatoio che comunemente si suol definire “musica sacra” (termine che, ça va sans dire, vuol dir tutto e niente).