La #giustizia non va confusa con la morale

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Gottfried Wilhelm Leibniz by Ernst Hähnel (1883), Leipzig, Germany. Ph. Ad Meskens (Own work) [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons

Ho molto pensato a come vorrei essere ricordato dai miei due figli quando non ci sarò più: a quale termine si appelleranno, in assoluta sintesi, per ricordare la mia figura? Bene, io vorrei essere ricordato come un “uomo giusto”. “Giusto” racchiude #giustizia, la parola di questa settimana. Ma cos’è la Giustizia? L’uomo, per mancanza di fiducia in se stesso, si è certamente creato regole di pacifica convivenza: regole che hanno il significato di porre limiti tra diritti e doveri. Il nostro ordinamento giudiziario è talmente pieno di “regole” che esse spesso si confondono tra loro. Un esempio su tutti: è giusto che la Giustizia metta in carcere una persona per mesi e poi la assolva? Siamo sicuri che la Giustizia “giusta” esista? O questa si confonde troppo spesso con la morale? E ancora: la morale fa parte della Giustizia? Io credo, come diceva il filosofo Leibnitz, che la Giustizia sia solo una convenzione utilitaristica tra gli uomini, fondata su utilità o convenienza sociale, da cui la morale dovrebbe essere esclusa. La Giustizia si declina così con una regola semplice di convivenza civile: “non fare al prossimo ciò che non vorresti venisse fatto a te”.