#Culturaidentità convoca gli spiriti forti dell’aria e della terra, del fuoco e dell’acqua, alla sua festa dannunziana. Milano, Teatro Manzoni, 6 febbraio. Rammentate la data, il luogo e l’animo schietto con il quale l’associazione fondata da Edoardo Sylos Labini raduna i volontari di un’idea alta, illuminata dall’amore per la comunità del destino: Italia, terra del toro e del lupo, del picchio e del corvo, dell’aquila e dell’ariete. Dèmoni o simboli che condussero gli avi nelle primavere sacre, le migrazioni dalle vette di Borea “per la più grande Italia”, come disse e come visse Gabriele d’Annunzio: il vate, l’eroe, l’artista di mille battaglie combattute con ironia e gentilezza supreme. A lui Edoardo dedica uno dei suoi spettacoli più gravidi di senso e di sensualità, scritto con Angelo Crespi. A lui intitoliamo l’appuntamento nel quale si riuniscono mondi diversi animati dalla volontà di essere liberi e diseguali, come nella migliore tradizione rivoluzionaria e conservatrice italiana.
Vasto programma: testimonianze di lotta e di governo, di terremoti trasformati in slanci vitali, d’intellettualità profonda, dissidente, libertaria. Ci sarà teatro nel teatro. Ma sopra tutto c’è un programma ereditato da Fiume: darsi interamente all’idea senza nulla chiedere. Io ho quel che ho donato…E’ un tacito giuramento da recitare ciascuno con le parole che più si addicono. Purché in tono con l’amor d’Italia, purché in tinta con la magistrale Reggenza che “protegge difende preserva tutte le libertà e tutti i diritti popolari; assicura l’ordine interno con la disciplina e con la giustizia; si studia di ricondurre i giorni e le opere verso quel senso di virtuosa gioia che deve rinnovare dal profondo il popolo finalmente affrancato da un regime uniforme di soggezioni e di menzogne”. Quale energia, e quanto attuale, nelle parole del Carnaro! E se “il ricevere la cittadinanza possa dal forestiero esser considerato nobile titolo e altissimo onore, come era un tempo il vivere con legge romana”, perché non riconquistarcela anche noi? Mettersi alla prova, ogni giorno.
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Ric Renato Gianni, Quanta superficialita nei commenti… leggete un po.. informatevi… simmie
Gabriele d’ Annunzio fu un glorioso appuntato d’onore della GuardIa di Fnanza.
I massoni rimettono sempre fuori la testa senza accogersi che puzza del solito stantio anticlericalismo. Abbiamo bisogno di aria pulita non di riesumare ideologie bruciate dalla storia. Senza la declinazione cristiana i proclami dei “vati” sono tranelli ancor prima che lettera morta.
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