“Io sono Distruggere e non smetterò di esserlo”

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Io sono Distruggere e non smetterò di esserloVincenzo Maisto è il Signor Distruggere. Il Signor Distruggere è un fenomeno del web che conta quasi un milioni di followers su tre social network diversi. Ironico, cinico, arguto, queste le sue caratteristiche. Oggi si racconta a Off e parla dei suoi esordi, del suo libro, Distruggere i sogni altrui esponendo la realtà oggettiva, delle “mamme pancine”, delle loro stravaganti vicissitudini e della pena «che ha la precedenza sul cinismo».

Vorrei iniziare da una domanda semplice, ma che – probabilmente – è la più complicata in assoluto: chi è Vincenzo Maisto?

Vincenzo Maisto è l’amico a cui non chiederesti mai un consiglio, perché finirebbe per dirti quello che non vorresti sentirti dire. Laureato col massimo dei voti, precario da sempre, decide un bel giorno di aprire un blog per far ridere amici e conoscenti. Oggi risponde a questa intervista. Ho tagliato giusto qualche passaggio di mezzo.

Laureato in Architettura, specializzato all’Accademia di belle arti di Napoli e adesso fenomeno dei social network. La tua attività sul web è iniziata nel 2011, negli anni hai parlato di nazivegani, terrapiattisti, complottari e, più recentemente, di “mamme pancine”. Mi racconti com’è avvenuta l’evoluzione da neolaureato e stagista in erba (non retribuito) a star del web?

Ho iniziato a frequentare il tragico mondo del web da piccolissimo, ero onnipresente nei forum che avevano come tema il telefilm The X-files già nel ’98. Sono diventato un blogger quando ho iniziato a raccontare, nel 2006, la mia vita universitaria. Il Signor Distruggere è l’ultimo blog creato cronologicamente ed è nato come un passatempo. Se nel 2011 mi avessero detto che sarei arrivato al punto di avere un milione di followers, su tre social network, non ci avrei creduto.

Distruggere i sogni altrui esponendo la realtà oggettiva è il titolo del tuo libro, edito Echos edizioni, in cui affronti il precariato giovanile in chiave ironico sarcastica.

Il Signor Distruggere nasce con una rubrica che nel 2011 chiamai Il mio essere Choosy, basata sulle mie esperienze lavorative da precario, che sono tutte raccolte nel libro d’esordio. Mi rifeci, ovviamente, alla battuta infelice dell’allora ministro Fornero. Quando per mangiare devi fingere di essere una sposa su Internet, recensendo elettrodomestici da “lista nozze”, per poi sentirti dare in Tv del “choosy”, l’incazzatura ti esce spontanea. Il libro è comunque la genesi del personaggio.

Veniamo al presente. I tuoi social hanno avuto un notevole incremento di like negli ultimi mesi, grazie ai post legati alle “mamme pancine”, di cui facevamo cenno prima. Raccontiamo questo fenomeno per gradi, andando per ordine: chi sono le mamme pancine?

Esistono su Facebook pagine e gruppi legati al tema della maternità. Questi luoghi fungono da consultorio online e le mamme scrivono in privato alle amministratrici per avere dei consigli su alcune loro vicissitudini. Alcune sono surreali e simpaticamente le associamo alle “mamme pancine”, che è poi una locuzione inventata da loro stesse, non da me. I post sono anonimi e non è tecnicamente possibile appurarne la veridicità, per nessuno, non solo per me. La certezza potrebbero darla solo le amministratrici coinvolte, che ovviamente fanno spallucce. Potrebbero tranquillamente quindi essere dei fake. I miei followers mi segnalano quelli che loro ritengono essere più divertenti e io li pubblico. Senza troppe pretese, senza spacciarmi per giornalista o antropologo. Sono un blogger che fa intrattenimento.

Quanto, e in che modo, fanatismo religioso e povertà culturale influiscono sul loro ruolo di madri?

Io non mi sento di dare la colpa alla scuola, le madri di oggi sono cresciute negli anni ’90 e la scuola dell’obbligo c’era già. Il fanatismo religioso è un fenomeno certamente più legato ai piccoli centri, dove, però, c’è anche Internet. Ovviamente se l’ignoranza porta a credere che i bambini non debbano essere specchiati prima del battesimo per scaramanzia, allora sì, questo status alterato influisce sul loro ruolo di madri.

Io sono Distruggere e non smetterò di esserlo

Veniamo al rovescio della medaglia: si sa, più si arriva in alto, più si è esposti a critiche e giudizi. Ti riporto le parole della scrittrice Giada Sundas: «Se dapprima la situazione risultava comica e bizzarra, adesso il tutto rischia di trasformarsi in una grossa caccia alle streghe. Improvvisamente si sono create le consuete fazioni: “noi” e “loro”, dove “loro” sta per persone in tutto e per tutto inferiori a “noi” [….] Il fenomeno Distruggere, per me, è un po’ sfuggito di mano al popolo dell’internet sempre famelico e con l’indignazione pronta in tasca». Che mi dici a riguardo?

In realtà, ho molto rispetto della signora Sundas, lessi il suo articolo, ma essendo stato abituato a ricevere ogni tipo di insulto, anche minacce di morte a mia nipote, che è una bimba molto piccola, le sue parole mi sono sembrate davvero felici e cordiali. Non condivido il suo punto di vista, ma ogni critica è ben accetta. Tant’è che il suo articolo lo inserii anche nella mia sitografia, questo per dire che non mi aspetto sempre e solo complimenti.

Prima ti ho definito «un fenomeno del web». Ma, si sa, un fenomeno – per sua natura – è effimero. Ti infastidisce essere definito tale?

No, sto su Facebook come Distruggere dal 2011 e continuerò a starci anche quando il mondo avrà dimenticato le mamme pancine. Cosa che conto di fare anch’io l’anno prossimo, visto che già ho in mente di cambiare argomento.

È storia nota: il web dà e il web toglie con spietata freddezza e, soprattutto, con grande rapidità. Cosa ti piace e cosa, invece, non ti piace affatto del web?

Mi piacciono le distanze annullate. Oggi potrei inviare un messaggio a Magalli e magari ricevere anche risposta, grazie al web. Non avrei che dirgli, in verità, ma potrei farlo. Non mi piace, invece, la sua democraticità, servirebbe un patentino per poterlo utilizzare, così come per guidare l’automobile.

A proposito ancora di web, mi viene in mente una parola chiave: cinismo. Diciamolo, il cinismo, unito a una buona dose di sana ironia, funziona e fa presa sul pubblico: è divisivo, fa discutere, quindi è fonte inesauribile di like. Tu sei un cinico di natura?

Credo di si. Le persone a me care ci hanno ormai fatto il callo, Dio mi salvi dalle persone prive di ironia, sarcasmo e cinismo, qualora esistesse.

Facciamo un passo indietro, sino a tornare alla tua adolescenza. Come e cosa sognavi di essere da grande?

Mi devo applicare davvero tanto per ricordarmene. Credo di essere sempre stato uno che vive alla giornata, pensando al presente. Cercavo di risolvere i problemi adolescenziali, più che preoccuparmi di quelli futuri. Certamente gli indirizzi artistici mi facevano immaginare in un contesto non da ufficio, poi però scoprii che non ero così bravo come credevo. Alle medie ero il più bravo della classe a disegnare, all’artistico ero l’ultima ruota del carro. Ho capito, quindi, che le medie devo averle fatte in una panetteria.

Cosa sogni, invece, oggi per il tuo futuro?

Mi piacerebbe vivere per un po’ come un blogger itinerante, quando si ha un grosso seguito è un sogno assolutamente fattibile.

Fino a quando sarai il Signor Distruggere?

Come ti dicevo, lo sarò sempre, cambierà solo l’argomento da trattare.

Torniamo alle mamme pancine. Qual è la storia che ti ha fatto ridere di più in assoluto?

Quella del gatto omosessualizzante. Una signora con due gatti, una femmina e un maschio, si preoccupava del fatto che il suo bambino venisse baciato solo dal gatto maschio. Decidendo poi di trasferire il felino a casa di una sorella, così da non omosessualizzare l’infante.

Il filo che separa l’ilarità dalla pena, di fronte ad alcune realtà bigotte e arretrate raccontate dalle mamme pancine, è assai sottile. C’è una storia che ti ha provocato un riso amaro?

Tantissime e non le condivido. Alcune mamme utilizzano i gruppi chiusi su Facebook per avere diagnosi, quindi postano foto dei figli nudi con, magari, un banale eritema. È un sintomo di ignoranza e arretratezza, ma la pena ha la precedenza.

Non posso non farti questa domanda: in cima ad una torre ci sono Distruggere i sogni altrui esponendo la realtà oggettiva, il tuo libro, e Timidamente amore, il romanzo a puntate della pancina Ornella. Quale dei due butti giù?

Ovviamente il mio. Avendolo scritto, conosco la conclusione. Del libro di Ornella, invece, ignoriamo l’esito e tutti noi su Distruggere moriamo dalla curiosità!