Anton Emilio Krogh, quel bambino che incontrò il suo sogno

0

Anton Emilio Krogh_2I miracoli accadono a chi ha il coraggio di fare richieste irragionevoli”, recitava il graffito su un muro di New York quel giorno del 1983. Anton Emilio Krogh se l’annotò quella frase e chissà cosa direbbe oggi al proprietario assente di quell’”assalto al cielo”, sapendo che quel graffitaro è stato un po’ l’origine simbolica di un fil rouge che lega gli uni agli altri gli episodi di una vita raccontati in un romanzo di formazione pubblicato da Mursia che è più di un’autobiografia: Come me non c’è nessuno. Diario di un sogno, vincitore del Premio speciale “Amici del Premio Elsa Morante”.  

Il fil rouge lungo cui si snoda la narrazione è la musica di Rita Pavone, il sogno di un bambino solitario e silenzioso fatto alla fine di una lunga estate quando a 4 anni riceve un dono speciale: il 45 giri Amore Twist, il suo “big bang”. Un sogno divenuto realtà, quando attraverso una serie di vicende incredibili quello stesso bambino diventato un po’ più grande incontra davvero il suo sogno, diventandone addirittura amico fraterno.

Anton Emilio Krogh ci accompagna in un viaggio che dai favolosi anni 60 tra Napoli e una Sicilia d’altri tempi passa attraverso Londra e New York negli anni 70 e 80, in un caleidoscopico contrasto fra le convenzioni dell’agiata borghesia d’origine e la trasgressione della vita notturna e dei locali d’arte delle città che non dormono mai. Krogh ci racconta gli anni della cultura pop, italiana e internazionale, dal boom economico fino ai mitici 80, in dialogo col suo “sogno” ma anche col lettore, perché l’opera ci insegna una cosa: permettiamo al nostro sogno, quale che esso sia, di guidarci nella vita, senza mai rinnegare noi stessi. E chissà cosa sarebbe stata la vita di Krogh se quel giorno anziché Amore Twist avesse ascoltato il Tuca Tuca