Come lavorava Caravaggio? Disegnava o no prima di dipingere una tela? Quando è arrivato a Roma e che cosa ha fatto nei primi anni romani? Ora ci sono le risposte, grazie allo straordinario lavoro di scavo fatto dal 2009 da un pool di studiosi. Dopo la mostra romana del 2010 alle Scuderie del Quirinale, che aveva presentato nuovi documenti sulla vita del grande lombardo, le ricerche nell’Archivio di Stato di Roma sono state affiancate da indagini diagnostiche su ventidue opere romane dell’artista. Estese in tempi successivi ad altri dipinti.
I risultati, sfociati nella pubblicazione di due volumi nel 2016 (Caravaggio. Opere a Roma. Tecnica e stile, a cura di R. Vodret), sono proposti ora al pubblico nella mostra Dentro Caravaggio (Milano, Palazzo Reale sino al 28 gennaio 2018).
Curata da Rossella Vodret, promossa dal Comune di Milano, Palazzo Reale e MondoMostre Skira, la rassegna presenta venti capolavori del Merisi riuniti per la prima volta. Giunti da musei italiani e stranieri, sono accompagnati dalle rispettive immagini radiografiche in modo da poter seguire il processo di lavorazione dall’inizio alla fine. Fatto davvero importante.
È emerso che Caravaggio disegnava, incidendo sulla preparazione della tela la posizione della figura da ritrarre “dal naturale”, permettendo così al modello di riprendere la sua posa nelle sedute successive. Dalle tele sono affiorati incisioni, abbozzi, larghi disegni a pennello, inaspettate preparazioni rosate, ritocchi finali, immagini nascoste, che adesso permettono di stabilire meglio le date di esecuzione.
Le novità non riguardano solo la tecnica, ma la vita e l’attività del Merisi, ritrovata nei documenti, ma anche in un inedito manoscritto di Gaspare Celio del 1614, scoperto da Riccardo Gandolfi ed in corso di stampa. Prezioso, è la più antica biografia del pittore dopo quella di Karel van Mander del 1604.
Così l’anno di arrivo a Roma di Caravaggio dalla natia Lombardia è stato accertato nel marzo-aprile 1596. Il motivo? L’uccisione di un compagno, già ventilata da antiche fonti, ma ora confermata. Ogni tappa ed ogni incontro di quei primi anni romani, 1596-1600, sono analizzati nei dettagli e raccolti nei saggi del catalogo (Skira). E poi la sfilata di meraviglie esposte: dal Riposo durante la fuga in Egitto del 1597 al Ragazzo morso da un ramarro dello stesso anno, dalla Giuditta che taglia la testa ad Oloferne del 1602 ai due San Giovanni Battista del 1604 sino a quell’ultimo tragico Martirio di sant’Orsola del 1610.