Se Gabriel Garko “odia” Amleto…

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il giornale offI Hate Hamlet”, la commedia di Paul Rudnick ispirata all’attore americano John Barrymore e alla sua memorabile interpretazione di Amleto nel 1924, nella traduzione di Ilaria Staino e con la regia di Alessandro Benvenuti, diventa “Odio Amleto” in scena dal 3 ottobre 2017 al Sala Umberto.

Il protagonista della commedia in due atti, è il fantasma di John Barrymore, che incarna il teatro, l’arte allo stato puro, e a indossare i panni dell’attore è Ugo Pagliai, evocato da Andrew Rally (Gabriel Garko), la star del piccolo schermo, il quale occupa l’appartamento newyorkese un tempo appartenuto al leggendario attore.

Andrew si sta convincendo a portare in scena il noto personaggio shakespeariano e trova benefica la comparsa dello spirito di Barrymore, che lo rincuora e motiva. Lo smarrito Andrew, pur essendo ricco e famoso, sente di essere privo di talento e pieno di dubbi sull’essere o non essere un attore. Innamorato di Deirdre, una donna romantica e idealista al punto da conservare la sua purezza fino all’età di 29 anni, sa quanto la fidanzata gioirà nel vedere l’amato vestire i panni di Amleto. Rally si trova lì, pur essendo originario di Los Angeles, grazie a Dantine la sua agente immobiliare e a Lillian Troy, il suo agente, che ebbe un flirt, proprio in quella casa con Barrymore, sì, proprio lui. Non è che Andrew provi un sentimento di odio nei confronti di Amleto, è che lo teme, o meglio teme di misurarsi con l’arte scenica, con un ruolo impegnativo e nobile come quello che sta per interpretare e per cui studia sei settimane. Tra sedute spiritiche, l’incontro fugace e struggente tra Barrymore e Lillian, momenti di panico ed esitazione, seguendo i saggi consigli di Barrymore, in persona, anzi, del suo spirito, Andrew diventa Amleto.

Calcare le tavole del palcoscenico cambierà per sempre la vita di Andrew Rally, se volete scoprire il perché, andate a teatro. Lo spettacolo delizioso, sarà in scena fino al 15 ottobre e ad attendervi ci saranno la straordinaria coppia Ugo Pagliai e Paola Gassman e un sorprendente Gabriel Garko. Un applauso lo rivolgo anche ad Annalisa Favetti, Claudia Tosoni a Gugliemo Favetta e al regista Alessandro Benvenuti.