Senza dubbio la rivelazione dell’anno è lui: Francesco Gabbani.
Il 2017 è stato l’anno della sua consacrazione nella scena musicale italiana: ha trionfato all’ultimo Sanremo, tra i big, e in sole ventiquattro ore il videoclip del brano Occidentali’s Karma ha ottenuto oltre quattro milioni di visualizzazioni, conquistando così il record in un giorno per un artista italiano. Arrivano poi gli Eurovision Song Contest, dove si pizza sesto e in poco tempo sale in cima a tutte le classifiche europee. Genuino, spontaneo e animato da trascinante entusiasmo, piace ai grandi, ma soprattutto ai bambini che conoscono alla perfezione ogni suo successo.
Straordinario showman in tv e nei suoi concerti, sa coniugare ritmi festosi e ballabili a testi dall’arguta ironia.
Attualmente impegnato nel suo Tour Magellano, a noi di OFF si è concesso per una piacevole intervista.
Ci racconti un episodio off degli inizi della tua carriera?
Mi viene in mente un episodio di molti anni fa. Ero piccolo, avrò avuto 6/7 anni e mi misi a suonare la batteria nel negozio di strumenti dei miei genitori. Ricordo che era come se suonassi nella mia cameretta e, invece, quando alzai la testa, c’erano diverse persone che mi guardavano e partì un grande applauso.
Oggigiorno come è arrivare al successo senza passare dai talent?
Nel mio percorso ho affrontato le stesse difficoltà che vivono molti musicisti e cantautori in Italia. Difficoltà nel riuscire a farsi ascoltare e nel trovare spazi in cui suonare. Non ho mai scelto di intraprendere il percorso dei talent perché non si addice al mio modo di esprimermi musicalmente. Sono un cantautore e credo che i talent siano più per interpreti.
Che ci racconti di Desmond Morris? Gli è piaciuta Occidentali’s Karma?
Ho avuto l’incredibile privilegio di incontrarlo nella sua casa di Oxford. È stato, per me, un incontro molto emozionante e ho avuto la prova che la saggezza e la grandezza di un uomo sono direttamente proporzionali all’umiltà e la capacità di esprimere con semplicità concetti molto profondi. Abbiamo chiacchierato, mi ha fatto molti complimenti, ed è uno di quei ricordi che rimarrà indelebile nella mia mente.
Qual è il complimento più bello ricevuto?
Mi ha fatto immensamente piacere ricevere i complimenti proprio da Desmond Morris. Mi ha detto cose molto belle sulla mia musica, sul pezzo e sull’idea di portare la scimmia sul palco. È stato un po’ come ricevere la sua benedizione su Occidentali’s Karma.
Poi invece c’è stato Pippo Baudo che ha detto di te “Non durerà”…
Spero di essere riuscito a fargli cambiare idea.
All’Eurovision che impressione hai avuto della considerazione che gli stranieri hanno degli artisti italiani?
Ero dato per favorito per cui sono stato accolto con grande calore e affetto da tutti i paesi presenti e partecipanti. L’ESC è stata un’esperienza che mi ha arricchito e mi ha dato la possibilità di far ascoltare la mia musica ad un pubblico europeo, con notevoli risultati: l’album Magellan (la versione internazionale di Magellano) è entrato in classifica in 13 paesi.
Tu fai il cantautore, tua mamma però voleva vederti laureato…quale percorso avresti intrapreso se non avessi fatto il cantante?
Io suono da sempre. I miei genitori hanno un negozio di strumenti musicali per cui ho respirato musica fin da bambino e non ho mai pensato ad un piano B rispetto alla musica. Se non fossi riuscito a fare il cantante avrei proseguito il mio lavoro di autore, ma non avrei mai lasciato la musica.
Cosa ti fa paura e cosa non sopporti
Non sopporto la spocchia di chi non sa e spara a zero su tutti sui social e ho paura che non si faccia abbastanza per un futuro più sostenibile.
Quando non lavori cosa ti piace fare?
Ho la fortuna di vivere in una terra che è a metà strada tra la montagna e il mare. Quando sono a casa, tempo libero permettendo, mi concedo escursioni e salite in bici sulle mie amate Alpi Apuane.
Parlando di tempo libero, nel tuo ultimo singolo ironizzi sugli stereotipi dell’italiano in vacanza…Dici “Eppure non partiamo mai…” Non ci sappiamo più divertire?
“Tra le granite e le granate” è un brano che, proprio come Occidentali’s Karma, ha un appeal divertente ma che nasconde una riflessione sul fatto che spesso ci ritroviamo ad essere vittime del nostro desiderio sfrenato di cercare a tutti costi il divertimento forzato.
A proposito di divertimento, c’è chi ti ha paragonato a Zalone…
Lo prendo come un complimento. Mi piace perché riesce a prendere di mira il pubblico che lo ama senza che questo se ne accorga. I suoi film sono a volte più simili alla realtà che alla parodia ed è quindi è come se il pubblico ridesse di se stesso.
Il tuo ultimo album si intitola Magellano. Cosa ti accomuna al grande esploratore?
Abbiamo scelto di usare “Magellano” come titolo dell’album perché rappresenta una figura significativa ed emblematica. Quando abbiamo allineato i brani che avrebbero composto l’album, abbiamo scoperto una continuità concettuale che è appunto quella del viaggio inteso soprattutto come scoperta di se stessi e rappresenta il coraggio di andare alla scoperta dell’ignoto dentro di noi.
Anche tu, come lui, hai una grande impresa che vorresti realizzare?
Per il momento la mia grande impresa è questo nuovo tour. È un tour molto intenso, che prevede 44 concerti in giro per l’Italia e che mi terrà on the road fino a fine settembre. È la mia grande impresa non solo per il numero dei concerti, ma anche e soprattutto per il numero di persone che vengono a vedermi dal vivo. Ad ogni tappa vengo letteralmente travolto da un affetto e un’energia incredibile e non posso far altro che ringraziare tutti per il sostegno e l’amore che mi stanno dimostrando.
Rivelazione? Consacrazione? Successo? Ma di che parlate, dovete smetterla con con i titoli roboanti! Costui è un mediocre che ha visto spalancarsi le porte grazie al compagno peloso che si è trascinato dietro! Ma siamo pazzi? Ma come osate parlare di questo nulla ad una generazione che si è beata attraverso i decenni di artisti come Aznavour, Paul Anka, Neil Sedaka, Gene Pitney, Caterina Valente, Tom Jones, Milva, Edith Piaf, Elvis Presley. ecc.ecc.ecc. (bastano?).
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