I paradossi di Afrodite, la dea dell’amore

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“Ogni anima è un’Afrodite”, ha scritto Plotino nelle Enneadi, scombussolandoci le idee. Che rapporto c’è tra l’anima e la dea dell’amore? E tra il mito greco e la filosofia? Il rompicapo è di quelli seri, pieno di implicazioni cultuali, iniziatiche, identitarie (seppur nell’immaginario 9788871866697_0_240_0_0politeista), cosmogoniche e metafisiche. Paroloni, direte. Ma l’argomento non è di quelli futili. Come l’amore, del resto. Non è forse dall’amore che nasce la vita? Un brillante filosofo scrive infatti di un “paradosso”, enumerando templi e spaccando il capello in quattro nell’ennesima rianalisi degli scritti di Platone. Del resto se il pomo dell’amore, attributo della dea, diventa altrove quello della discordia, un motivo deve pur esserci.

Guido Brivio, in Paradossi di Afrodite. Origine, eros, immagine (Moretti & Vitali, pp. 232, € 20), porta in primo piano la potenza creatrice dell’Afrodite greca, che aveva regnato in Oriente prima di giungere sull’isola di Cipro emergendo dalla spuma del mare, accolta dalle Ore e dalla bontà della terra, che si ricopre di fiori a ogni suo passo. Poi è chiamata Venere a Roma, dove trionfa come madre di Enea, dunque di tutti i romani, essendo stata la protettrice dei troiani nell’Iliade di Omero. È lei a stregare Elena e Paride, il suo potere è immenso, come la sua ira.

Una volta caduto il mondo classico, alcuni suoi attributi paradossalmente passano alla Vergine: dal peccato alla santità. Perché peccatrice Afrodite lo è stata tanto, eppur priva di senso di colpa, che ai suoi tempi era esorcizzato, per così dire, da una certa libertà di costumi. Non si contano i suoi amanti, mortali e divini; molti anche i figli.

Afrodite Callipigia
Afrodite Callipigia

Ma perché Afrodite è un paradosso? Perché è doppia, ambigua come il suo sorriso. Ci sono due afroditi, Ourania, quella nata dal mare, e Pandemos, la figlia di Zeus e di Dione. Ella è celeste e terrestre, in una doppia e difficile convivenza. Dai misteri cosmogonici di Esiodo al Simposio di Platone. Del resto l’amore e la nascita sono misteri mai svelati, per quanto li si analizzi al microscopio. E la loro divinità pagana non avrebbe potuto essere diversa.

Restano intatte la sua grazia e la sua bellezza, e anche il suo potere, sebbene duemila anni di cristianesimo lo abbiano negato. Afrodite è ancora tra noi, se ispira le profonde riflessioni di Brivio. Il cui libro merita di esser letto. Perché la dea un po’ ci è madre, un po’ è l’amante di ogni uomo. “Innumerevoli sono le forme del divino (…) un dio trova sempre la via dell’inatteso”, ha scritto Euripide. E per la più bella tra le dee questa frase non potrebbe essere più vera.